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Continuiamo il trend della prima puntata perché anche oggi vi presentiamo degli artisti inglesi (non è voluta la coincidenza con il Brexit period, s’intenda). La seconda scelta cade infatti sugli ∆ (Alt-J), gruppo frizzante e molto proposto negli ultimi anni nei vari festival d’Italia (Ferrara sotto le stelle, Home Festival).

La loro produzione musicale consta di tre album e in particolare, nella seconda puntata, analizziamo la loro ‘’Awesome Wave’’, titolo del debutto nel 2012. Elemento chiave della produzione sono testi abbastanza ostici (o che quantomeno necessitano di una seconda lettura), mescolati a una musica semplice e minimale, melodiosa ed evocativa. E su questo background, ci sono tantissime idee: proprio come un’onda, il racconto va dall’amore nebbioso di Breezeblocks e scende nei quartieri più degradati della New York anni 60; dalla dedica a Matilda, eroina del frontman Newman nel film Léon, per finire con Taro, sintesi di un amore esotico, ma soprattutto tormentato.
Cinema, letteratura e storia si incastrano bene in un album che parla molto attraverso la creazione di atmosfere, frutto di una commistione di generi che è stata apprezzata sin da subito . Probabilmente il miglior album qualitativamente parlando, perché ad un certo punto quel cambiamento che tanto ci si aspettava (come tanto testimonia il nome dello stesso gruppo) non c’è stato. Si rimane quasi sempre sullo stesso modus operandi, col rischio poi di diventare ridondanti. Un’ opinione comunque condivisibile visti i dieci milioni di visualizzazioni su Youtube per ‘’how to write an Alt-J song’’:
Si tratta di un video di due ragazzi che, in modalità poco sobria, uniscono suoni e parole in modo casuale, riuscendo comunque a partorire un ritmo plausibile e molto vicino a quello degli Alt-J. Un esperimento che sinceramente ci ha divertito.
Ringraziamo tantissimo Jacopo e Adriano per l’aiuto: vi promettiamo che impareremo presto a far partire i programmi da sole.
Nella puntata avete ascoltato:
Per comprendere meglio gli stili che li hanno ispirati e accompagnati nella creazione della loro musica, si trova su Spotify la loro memoria collettiva:
Ma questi Alt-J quindi? Funzionali o ripetitivi?
Giulia e Alessandra