Come ultimo articolo per incamminarci al meglio verso la settimana del festival di Sanremo abbiamo deciso di ripercorrere tutte le sessantanove edizioni estrapolando i cinque migliori e i cinque peggiori brani di tutti i tempi. Almeno secondo noi, o meglio, secondo me.
Inutile ribadire che questa è una selezione personalissima, discutibile e faziosa. Naturalmente terrò conto non solo della bravura dell’artista o della bellezza, o bruttezza, del brano in questione, ma anche delle performance e l’impatto che ebbero sul pubblico. Inoltre, in soli cinque brani è impossibile racchiudere tutta la bellezza e la bassezza di questi quasi settanta anni di Sanremo.
Sempre meglio partire dal male (in)necessario per elevarci verso il meglio che il festival della canzone italiana ci ha regalato. Iniziamo questo tour dai cinque brani peggiori del Festival di Sanremo.

5. JALISSE – FIUMI DI PAROLE
Mettere i poveri Jalisse al quinto posto di questa classifica è una gran bella banalità, se non malignità, lo ammetto. Alla fine, erano solo due ragazzi giovani e innamorati che hanno disturbato tanti con la loro vittoria e questo brano. La bruttezza però è innegabile, brano accettabile solo alla terza vodka lisca in un karaoke di Seul. Sono fiumi di parole, fiumi di parole tra…
4. POVIA – IL PICCIONE
Chi lo avrebbe mai detto che un giovane cantautore dalla faccia simpatica si sarebbe un giorno rivelato un sovranista, un omofobo e a tratti razzista? Sarebbe stato meglio continuare a scrivere brani su picconi, bambini, gattini, stelle, sardine… a no, meglio di no! Forse Povia era già nel tunnel e noi non l’avevamo ancora capito. Precursore, vate!
3. PUPO, EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA, LUCA CANONICI – ITALIA AMORE MIO
Al terzo posto giustamente un trio che comprende perfino il re che avremmo potuto avere. Se la povera Lilibeth da Buckingham Palace si dispera per il nipote Harry tra le grinfie di Meghan Markel, cosa dovremmo dire noi che ci saremmo potuti ritrovare sudditi di Emanuele Filiberto? Nota d’onore per questo brano ruffiano e obiettivamente brutto: perfino l’orchestra protestò e lanciò gli spartiti in aria. In ogni caso c’era poco di cui lamentarsi, il vincitore quell’anno fu Valerio Scanu con un brano di un giovanissimo Carone. Di male in peggio.
2. CELENTANO – CHI NON LAVORA NON FA L’AMORE
Questo brano è così destroide che L’italiano sembra annoverare tra gli autori Berlinguer. Quello che mi sorprende è che ancora oggi questo pezzo è amato e trasmesso in tv e radio. Vendette tantissimo all’epoca e ancora oggi due spiccioli con questo brano Celentano li porta ancora a casa: chi non lavora e guadagna non fa l’amore, non a caso Celentano e Claudia Mori sono una coppia longeva e forse anche felice. #bigmoney
- VASCO ROSSI – VITA SPERICOLATA
Scelta sicuramente impopolare ma a me non va giù. Chi definisce Vasco rossi rock è perché ha ascoltato i Queen solo alla finale dei mondiali del 2006 oppure ha passato i magnifici ’90 in un bunker schermato contro la musica bella. Insomma, per me il penultimo posto fu meritato, nonostante ciò Vasco ha sempre avuto un’invidiabile vita spericolata. È solo antipatia la mia!
Voglio una vita spericolata
Voglio una vita come quelle dei film
Sanremo: Vasco Rossi-Vita spericolata
Dulcis in fundo, dopo i cinque peggiori brani ecco i cinque migliori brani delle sessantanove edizioni del Festival di Sanremo. Che fatica decidere quali inserire!
5. TRICARICO – VITA TRANQUILLA
Un pezzo struggente, emozionante e un’esibizione inusuale che non si può non ricordare senza un sorriso e un brivido. Una ricerca di sé stessi e del vero sapore della vita. Indie come lo intendiamo oggi prima dell’indie come lo intendiamo oggi, depresso prima che fosse di moda e alla ricerca del verde e sconfinato prima di Greta. Tutto un po’ prima, forse troppo. In classifica grazie al mio personale affetto. Stellato.
4. RINO GAETANO – GIANNA
Sanremo 1978: ritornello che tutti conosco e brano che tutti amano. Esibizione indimenticabile che consacra il successo di Rino Gaetano che guadagna anche il terzo posto nella classifica generale e il primo posto in quella dei cantautori. Al secondo posto della classifica generale si piazzò Anna Oxa con Un’emozione da poco, così per dire. Che edizione, viva la vita!
3. ARISA – LA NOTTE
Rispetto a quanto inserito precedentemente questa può sembrare una scelta inusuale, da far storcere il naso a molti. In realtà trovo che questo brano sia l’inno della fine di ogni amore. Uno di quei pezzi da sentire nelle camerette grigie con le cuffie e i lacrimoni. Chi non lo ammette mente. Inoltre, il talento canoro di Arisa è innegabile. Sincerità.
2. LUCIO DALLA – PIAZZA GRANDE
Un bel quarto posto nel 1972 per un brano indimenticabile. Un pezzo dolce e delicato. Un omaggio sensibile a Bologna: scegliete però voi a quale piazza, non voglio entrare nella diatriba. Su Dalla non si discute. #bohèmien
1.ORNELLA VANONI – LA MUSICA È FINITA
Questo brano era assopito nel mio cuore: quando ho deciso di scrivere questo articolo non avrebbe dovuto essere incluso, ma ci ha pensato Mamma Rai a ricordarmelo con i titoli di coda di un programma di Rai3. Una vera epifania! Pezzo esemplare con Califano tra gli autori. Vera canzone d’amore sanremese ed eterna. Il <<Cosa non darei per stringerti a me>> con la voce della Vanoni volutamente sofferente è qualcosa che rimane dentro, potente e indelebile. Assoluto primo posto di questa classifica dei cinque migliori brani del Festival di Sanremo, ma quell’anno vinse Iva Zanicchi. Il 1967 fu anche l’anno del suicidio di Luigi Tenco, un’edizione difficile.
Un minuto è lungo da morire
Se non è vissuto insieme a te
Non buttiamo via così
La speranza di una vita d’amore
Sanremo: Ornella Vanoni-La musica è finita
Si conclude qui la classifica politicamente scorretta dei cinque peggiori e cinque migliori brani del Festival di Sanremo. In brani da includere sarebbero stati ancora tanti, voglio citare solo altri tra gli interpreti migliori: Bertè, Patti Pravo, Mia Martini, Elisa, Gaber, Caselli… e molti molti altri. Il Festival della canzone italiana ci ha regalato tante emozioni e ne regalerà ancora tante.
Le aspettative per il 70° Festival di Sanremo son altissime e noi di Radioeco siamo pronti a tutto. Speriamo di avere tante sorprese musicali positive e tanto gossip di cui parlare.

Autore: Alice Andrea Rappelli
Speaker, archeologa e sognatrice con la valigia in mano. Pensa che la vita sia un musical e ha sempre una colonna sonora mentale per i momenti epici della giornata. In Radioeco dal 2019.