Compie 35 anni Lewis Hamilton, uno tra i più grandi piloti della storia di Formula 1.
In questo articolo celebreremo la carriera del pilota britannico.
Le origini e i primi anni in Formula 1
Nasce il 7 gennaio 1985 a Stevenage, Regno Unito. Il padre, Anthony, nota subito il talento di Lewis per le corse e immediatamente lo fa gareggiare con i kart. Nel 1995 Lewis incontra personalmente il presidente della scuderia McLaren: Ron Dennis. La stessa scuderia, a tre anni dall’incontro, lo inserisce nel Young Driver Development Program (un programma che offre preparazione e assistenza per i giovani piloti che vogliono arrivare al top nel motorsport).
Dopo aver vinto diversi campionati nelle serie minori, nel 2007 arriva il primo contratto in Formula 1 con la McLaren: già al suo primo anno nella categoria cadetta mostra al mondo tutto il suo talento. Rischia di vincere il mondiale al debutto ma, a causa della sua inesperienza e degli errori commessi nel corso della stagione, perde il titolo nell’ultima gara a favore del pilota ferrarista Kimi Raikkonen.
“I don’t aspire to be like other drivers – I aspire to be unique in my own way”
Lewis Hamilton
Il 2008 è l’anno del riscatto: inizia la seconda stagione in Formula 1 per vincere e lo dimostra. I piloti della Ferrari ce la mettono tutta per rendergli il campionato complicato e tutto si deciderà all’ultima gara in Brasile. Hamilton ha 7 punti di vantaggio su Massa, quindi dovrà arrivare in quinta posizione per vincere il titolo.
Negli ultimi 5 giri del gran premio succede di tutto: comincia la pioggia e, dopo il pit stop per il cambio gomme, Hamilton si trova in quinta posizione. A 3 giri dal termine Hamilton è in difficoltà e viene superato da Vettel: Massa conduce la gara al primo posto, in questo momento il brasiliano sarebbe campione del mondo davanti al suo popolo. All’ultima curva dell’ultimo giro accade l’impossibile: Glock, che era davanti a Vettel ed Hamilton, viene superato da entrambi i piloti. Hamilton taglia il traguardo in quinta posizione, si laurea campione del mondo ed è il più giovane a farlo all’età di 23 anni 9 mesi e 26 giorni (record migliorato poi da Sebastian Vettel nel 2010).

Gli anni di crisi con McLaren e il cambio di scuderia
Nel 2009 a causa del nuovo regolamento sull’aereodinamica delle vetture la McLaren non riesce a dare una vettura competitiva ad Hamilton per difendere il titolo mondiale e conclude il campionato al quinto posto.
Nel 2010 lotta fino all’ultima gara ad Abu Dhabi per il titolo con Vettel, Webber e Alonso, ma il mondiale andrà a Sebastian Vettel che migliora il record di pilota più giovane a vincere un campionato di Formula 1. In questa stagione comincia il dominio della scuderia RedBull.
Il 2011 e il 2012 confermano le difficoltà della monoposto McLaren ed Hamilton non riesce a lottare per il mondiale con Ferrari e RedBull. È proprio nel 2012 che annuncia il cambio di scuderia e, dalla stagione successiva, si accaserà in Mercedes.
2013 è un anno di transizione e il primo con la Mercedes, dove concluderà il mondiale al quarto posto. Sarà anche l’ultima stagione dei motori V8 aspirati che saranno sostituiti dai motori V6 turbocompressi.

“What people tend to forget is the journey that I had getting to Formula One. There were plenty of years where I had to learn about losing and having bad races.”
Lewis Hamilton
Gli anni di dominio della Mercedes
Dalla stagione 2014 vengono introdotte importanti innovazioni (la più grande è sicuramente il cambio dei motori che diventano V6 turbocompressi). La Mercedes riesce a sfruttare in modo pazzesco le novità introdotte e, già dai test invernali, si nota subito la superiorità della scuderia tedesca. Il campionato è dominato dai piloti Mercedes, con Hamilton e Rosberg che si scambiano la vetta della classifica varie volte. All’ultima gara della stagione Hamilton arriva con un vantaggio di 17 punti sul compagno di scuderia, ma per l’assurda regola dei doppi punti nell’ultima gara il pilota britannico non deve abbassare la guardia. Hamilton vince il gran premio e si laurea campione del mondo per la seconda volta.
Nel 2015 la storia si ripete: la Mercedes domina il campionato ed Hamilton vince il suo terzo titolo mondiale con tre gare d’anticipo, seguito in classifica dal compagno di squadra Rosberg.

La Mercedes nel 2016 si conferma la macchina migliore sulla griglia di partenza ma la prima parte di stagione per Hamilton è travagliata a causa di problemi di affidabilità della sua monoposto. Il compagno di squadra Rosberg, dunque, è in testa alla classifica mondiale.
Nella seconda metà di stagione Hamilton riesce a rimontare su Rosberg guadagnando per alcune gare la testa della classifica. Alcune vittorie di Rosberg e il ritiro in Malesia riportano Hamilton al secondo posto della classifica piloti.
Si arriva dunque all’ultima gara della stagione con Hamilton che è sotto 12 punti dal compagno di squadra. Il pilota inglese vincerà il gran premio di Abu Dhabi ma il titolo viene conquistato da Rosberg che, in gara, arriva secondo. Si interrompe dunque la striscia vincente di Hamilton ma non quella della Mercedes.
“Obviously I am not happy but they can throw what they want at me, I will come back stronger”
Lewis Hamilton, 2016
Gli anni dei record
Il 2017 è un anno che porta dei cambiamenti per Hamilton e la Mercedes: dopo il ritiro dalle corse di Rosberg è Bottas il nuovo compagno di squadra dell’inglese. Non solo Hamilton ha un nuovo compagno, ma anche un nuovo rivale: la Ferrari di Vettel infatti è molto competitiva e dà ad Hamilton filo da torcere per la lotta al titolo mondiale.
In questa stagione Hamilton farà segnare anche vari record: in Canada ottiene la sua 65° pole position, eguagliando il suo idolo Ayrton Senna. In Belgio ottiene la 68° pole position, eguagliando il record di Michael Schumacher e, nella gara successiva, supera il pilota tedesco facendo segnare il record di pole position in Formula 1. Nel 2017, Hamilton, vincerà il quarto titolo mondiale con due gare d’anticipo.
Il 2018 sembra essere l’anno della Ferrari e di Sebastian Vettel dopo che, nella prima parte di stagione, lui ed Hamilton si ritrovano primo e secondo in classifica a distanza di pochi punti. La seconda parte di stagione però è dominata da Hamilton e dalla Mercedes.
Ecco alcune statistiche: il britannico vince il suo quinto titolo mondiale ed eguaglia Manuel Fangio (davanti a loro c’è solo Schumacher con 7 titoli), il titolo costruttori è vinto dalla Mercedes per il quinto anno di fila (meglio ha fatto Ferrari ottenendo 6 titoli tra le stagioni 1999-2004), sigla 408 punti in classifica piloti (record di punti in una stagione), supera la soglia dei 3000 punti conquistati in carriera (è il primo pilota della storia ad esserci riuscito).

Si saranno fermati qui i record di Hamilton? Ovviamente no. Nel 2019 vince il suo sesto titolo mondiale (uno in meno del record di Schumacher). La Mercedes ottiene cinque doppiette (primo e secondo posto tra i piloti in un gran premio) di fila. Migliora il suo record di punti in una stagione (nel 2019 ne ha siglati 413). Ottiene il maggior numero di pole position con un costruttore (61). Ha ottenuto 84 vittore in carriera (dietro solo a Schumacher, 91).
Cosa ci mostrerà nel 2020 Lewis Hamilton? Riuscirà a battere i record che mancano? Ancora non lo sapremo. L’unica cosa che sappiamo è che, davanti a numeri del genere, bisogna solo applaudire e onorare uno dei più grandi campioni della Formula 1.
Ancora auguri, Lewis. E chissà se un giorno correrà per la Ferrari…

Autore: Matteo Bertolini
Amante dello sport e della letteratura, studia Lettere Moderne all’Università di Pisa. È in Radioeco dal 2019