RUBRICA JAZZ: Louis Amstrong, il suono del jazz

“Se hai bisogno di chiedere cos’è il jazz, non lo saprai mai”

– Louis Amstrong

Louis Daniel Amstrong è stato il più famoso musicista jazz del XX secolo.

La data di nascita di Louis Amstrong si fa risalire al 4 Luglio 1900. In realtà la sua vera data di nascita fu nel 1901, infatti, egli deliberatamente aveva deciso di invecchiarsi di un anno.

Armstrong crebbe in fondo alla scala sociale, cercando di aiutare la sua famiglia come più poteva, ma nonostante i suoi sforzi non riuscì mai ad allontanare la madre dalla prostituzione. Dopo essere stato espulso dalla scuola ad undici anni, si unì ad un quartetto di ragazzi con cui cantò per le strade per avere qualche soldo.

Il nome di Louis Amstrong fu collegato fin dall’inizio ad uno strumento, la cornetta. Egli imparò a suonarla in un riformatorio per ragazzi neri in cui entrò dopo essersi cacciato nei guai. Iniziò a suonare nella band del New Orleans Home for Colored Waifs, dove fu mandato per delinquenza, diventando il leader della band. A tredici anni iniziò a concentrarsi sulla musica, e un anno dopo lasciò la band.

Si ritrovò ben presto per le strade, suonando di notte la sua cornetta. Successivamente iniziò a suonare sui battelli di New Orleans con la band di Fate Marable. Quel periodo della sua vita fu caratterizzato dalla guida di Joe “King” Oliver, che fu per Amstrong come un padre. Quando nel 1919 Joe Oliver lasciò la città, Amstrong prese il suo posto nella band, considerata in quegli anni la migliore jazz band di New Orleans.

Attraverso le varie esibizioni maturò le sue abilità, creando un proprio stile, iniziando ad unire al suono della tromba quello della sua voce.  Nel corso del tempo la reputazione di Amstrong aumentò, iniziando ad incidere i primi album.

Nel 1924 Armstrong ricevette un invito per andare a New York City a suonare con l’orchestra di Fletcher Henderson, la band afro-americana più famosa di quei tempi. Armstrong passò così alla tromba per lavorare meglio con gli altri musicisti.

Tornò a Chicago un anno dopo per occuparsi della moglie, suonando con lei nella sua band, lasciando così l’orchestra di Handerson.  Dopo essersi separato da Lil, Armstrong iniziò a suonare al Sunset Café per Al Capone col Carroll Dickerson Orchestra che venne presto rinominato Louis Armstrong and his Stompers.

Nel 1929 tornò a New York. La Grande depressione che dilagò negli anni ’30 in America portò alla chiusura di molti locali notturni, lasciando senza lavoro molti musicisti. Erano anni bui per il jazz. Durante quel periodo Amstrong iniziò un tour in Europa.

Nel corso della sua carriera usò sempre di più la voce, a causa dei problemi alla bocca e alle mani dovuto alla pressione che usava quando suonava. Infatti uno dei suoi sopranomi fu il “Satchmo”, che significa, grosso modo, “bocca a sacco”. Dopo aver messo da parte lo strumento per un po’, migliorò la sua tecnica e continuò la sua carriera da trombettista.

Louis Amstrong, e la sua tromba jazz

Nel 1943, dopo molti anni “on the road”, si stabilì definitivamente a New York, nel quartiere del Queens. Sposò la sua quarta moglie, Lucille e continuò a sviluppare il suo stile musicale. Nel 1964, registrò una delle sue canzoni più famose, “Hello, Dolly!”. Il singolo scalò subito le classifiche musicali, “cacciando” i Beatles dalla prima posizione della Billboard Hot 100, vincendo nel 1965 come canzone dell’anno e Amstrong come Best Vocal Performance, Male. Nel 1968 partecipò anche al Festival di Sanremo, e in quell’anno incise una delle sue hit più famose: “What a wonderful World”.

Per tutta la sua vita Amstrong fu un grande sostenitore di Martin Luther King Jr. e di altri attivisti per i diritti civili, mantenendo però sempre un certo riserbo. Una delle poche occasioni in cui rese pubbliche le sue idee fu dovuta alla critica che rivolse al Presidente Eisenhower durante il conflitto tra segregazionisti e anti-segregazionisti. In quell’occasione Armstrong definì Eisenhower “falso” e “smidollato” a causa della sua inattività; Armstrong cancellò inoltre un tour già pianificato in Unione Sovietica dichiarando che il governo statunitense poteva “andare all’inferno” per il modo in cui stava trattando i neri nel sud degli Stati Uniti.

Louis Amstrong divenne una delle prime star di colore della musica. La sua carriera musicale fu ricca di collaborazioni, la più famosa quella con Ella Fitzgerald. Con la sua musica riuscì a toccare i cuori di tutti coloro che lo ascoltavano, di qualsiasi colore e ceto sociale. Ed ancora oggi, a distanza di anni, la sua tromba e la sua voce riescono a far sognare milioni di persone.    

Autore: Federica Tumbiolo

Classe 1995, Studia Giurisprudenza all’Università di Pisa. Fa parte di Radioeco dal 2019

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