RUBRICA JAZZ: Chet Baker, i tormenti di un’anima

Il trombettista e cantante Chet Baker morì in questo luogo il 13 maggio 1988. Egli vivrà nella sua musica per tutti quelli che vorranno ascoltarla e capirla. 

Prins Hendrik Hotel di Amsterdam 

Chesney “Chet” Baker, fu una leggenda del jazz, un animo tormentato che visse la sua vita al limite.

Nasce nel 1929, in una famiglia di musicisti. A tredici anni iniziò a prendere lezioni di musica. Il padre decise, così, di regalargli da prima un trombone, ma a causa delle dimensioni troppo grandi, lo sostituì con la tromba.

Nel 1946, si arruola nell’esercito per entrare nella 298 Army Band a Berlino, e proprio in Europa si avvicina al jazz moderno.

Nel 1948, fu congedato. Ma si arruola di nuovo nel 1950, disertando molto spesso per suonare nei locali notturni. Infine, ottiene un congedo onorevole dopo una serie di test psichiatrici, che lo ritenevano inadatto alla vita militare.

Così, inizia a suonare dovunque gli sia possibile. La sua scarsissima educazione musicale era compensata dal talento naturale, e dall’orecchio assoluto.

All’età di 22 anni, si esibisce per Charlie Parker al Tiffany Club. Ma il vero successo iniziò quando si unì a Gerry Mulligan, con cui diede vita ad un quartetto. I due crearono una sintonia che li portò a creare uno stile, il “Weast Coast sound”, la versione bianca del cool jazz. Leggendaria è la sua versione jazz di “My funny Valentine”.

A metà del 1953, Baker si stacca da Mulligan e forma il suo quartetto. Venendo eletto più volte come musicista dell’anno.

chet baket e il quartetto jazz

Ma nel 1959 viene arrestato per droga, finendo in carcere per quattro mesi. Nonostante ciò continua ad incidere album e ad avere un grande seguito.

Decide di andare a Milano per disintossicarsi. Lavora a lungo in Italia, incidendo dei dischi. Ricade, però, nel baratro quando a Napoli gli viene rubata la tromba, prima di un concerto.

Viene ricoverato in una casa di cura a Lucca. Ma ben presto, finisce nel carcere lucchese a causa dell’uso di stupefacenti. Rimase in quel carcere per 16 mesi. In quel periodo, scrive musica e suonando la tromba per dieci minuti al giorno.

Ma le disavventure non finiscono qui.

Nel ’64 torna negli Stati Uniti, in quanto viene espulso dalla Germania Ovest e dal Regno Unito. In quegli anni dilaga il rock.

Baker si trova così in brutte acque, che peggiorano nel ’66. Viene aggredito fuori da un club, e in quella occasione perde i due denti davanti. Ci sono ancora dei misteri sui motivi dell’aggressione. Alcuni parlano di una rissa, altri di una punizione del suo fornitore di droga, a causa di un mancato pagamento.

Dopo due anni di convalescenza, in cui finì a lavorare in un distributore di benzina, torna sulle scene.  

Negli anni ’70, torna a suonare a New York. Per poi tornare a vivere in Europa.

chet baker

Nel 1975 decide di trasferirsi in Italia. Durante gli anni ottanta Baker frequentò molto il pianista italiano Enrico Pieranunzi. Un famoso brano che erano soliti suonare è “Night Bird.”

Continuò ad autodistruggersi per tutta la sua vita. Fino al giorno della sua morte, quando cadde dalla finestra del terzo piano dell’hotel di Amsterdam, in cui soggiornava. Il suo corpo senza vita, fu trovato il mattino del 13 maggio 1988. Aveva 58 anni.

Il rapporto della polizia parlò di “presunto”suicidio, infatti, dall’autopsia risultarono tracce di alcol e droghe. Si racconta però che Chet amava suonare davanti al davanzale della finestra, dunque non si sa per certo se sia stato o meno un incidente.

Chet Baker, ebbe la capacità di far sognare con il suono della sua tromba. Ma la bellezza della sua musica, nascondeva dei demoni che non riuscì mai a sconfiggere.

Autore: Federica Tumbiolo

Classe 1995. Studia Giurisprudenza all’Università di Pisa. Fa parte di Radioeco dal 2019.

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