Skip to content

Mecna: quel lato felice dentro la malinconia di “Neverland”

Come un inaspettato duo artistico è riuscito nella produzione di un album in grado di coniugare pop, elettronica, hip hop ed urban sotto un unico progetto di annullamento nelle distinzioni di genere e moods.

Ad ormai due mesi dall’uscita di Neverland, nuova produzione del rapper pugliese Corrado Grilli, in arte Mecna, e del beatmaker Sick Luke, mi sento in dovere di buttar giù due righe per l’album che più mi ha emozionato e trascinato in un’immensa voragine di emozioni come non succedeva da tempo.

Il disco, prima ancora di “analizzarlo” dal punto di vista amatorialmente tecnico, presenta una novità già accennata: la presenza di un artista quale Mecna, che col suo hip hop soul ha trascinato orde di ragazzi nella sua malinconia, nel suo viaggio costellato di amore, presammale e nostalgia, in collaborazione con “il tipo che fa le basi alla Dark Polo Gang”, il beatmaker classe ‘94 Sick Luke che, nonostante un background a prevalenza trap, ha dimostrato (e non che ce ne fosse bisogno) quanta forza e conoscenza abbia nella produzione dei più disparati themes musicali.

Ricordo ancora quando uscì il primo singolo dell’album, Aukureyri, il 25 dicembre dello scorso anno, il cui ascolto mi ha trascinato in quella magia costellata di nostalgia in totale contrasto con il classico calore natalizio, a metà tra il godermi la novità e viverne il testo.

Neverland dunque, uscito l’11 ottobre 2019 per Universal Music Italia, in momenti diversi, con tonalità nuove e momenti atipici per l’aspetto rap più classico, parte come un viaggio dedicato a chi, come Corrado stesso, ha finalmente trovato (o ha bisogno di trovare) “quel lato felice dentro la malinconia”, reinventando se stesso accanto alle melodie nuove di Sick Luke, ma restando fedele ai suoi temi e alla matrice più poetica e soul cui erano abituati gli ascoltatori di lunga data.

Tracklist

L’album si apre con “Fuori dalla città” una delle tracce che, a mio parere, presenta il beat più bello che abbia mai ascoltato, quello che dal minuto 3.04 diventa “alla Stranger Things”, che musicalmente rimanda agli M83, e fa da cornice ad un testo altrettanto da togliere il fiato; nulla a cui non siamo già abituati, badate, il flow e la poetica di Mecna si distinguono e colpiscono al cuore con la stessa forza di “31/08”, tanto per dirne una.

Si prosegue con la traccia omonima dell’album, “Neverland”, featuring di Marina, gli Psicologi, Voodoo Kid e Ainé, ricordando, come detto anche da Corrado stesso, una “posse track”, ma differente da queste ultime per la quantità di mondi differenti messi assieme in un unico pezzo.

A dirla tutta, per quanto sia probabilmente l’unica traccia ad aver fatto storcere il naso ai più, è un pezzo che personalmente ho apprezzato moltissimo per quanto riguarda il testo: lineare, semplice, ma che pone le domande giuste e riesce egregiamente nel tentativo di creare un immaginario, un microcosmo unico in cui far convergere indie, hip hop, urban e, naturalmente, te che stai ascoltando.

Dalla terza traccia in poi a seguire altri featuring interessantissimi, spicca per novità la presenza di Luchè in “Non dormo mai”, accompagnato da Tedua e Generic Animal, seppur quest’ultimo limitato ad un paio di strofe nel ritornello, e la già collaudata esperienza con CoCo in “Si baciano tutti”, traccia spettacolare che ricorda un po’ gli echi del primissimo Kanye West.

Conclusione

Insomma, in 10 tracce Mecna riesce nella produzione di un album che arriva a tutti, accompagna da una parte gli ascoltatori più anziani ad un nuovo tipo di presa di coscienza e scoperta personale, e dall’altra prende delicatamente per mano chi è nuovo al suo incantevole e malinconico mondo, superando le difficoltà e gli ostacoli narrati precedentemente attraverso un profondo rinnovamento musicale, che con maggiore leggerezza e tranquillità fa da sottofondo ad una narrazione altrettanto oserei dire “spensierata” ma matura.

Menzione onorevole per i meravigliosi assoli di chitarra, specie quello a seguire dal minuto 3.44 in “Perdo la testa”, merito non solo all’egregia produzione di Sick Luke ma anche di Alessandro Cianci, chitarrista e suo collaboratore di lunga data, e Valerio Bulla, sicuramente noto ai più per gli anni passati accanto all’ei fu I Cani, aka Niccolò Contessa.

Che dire, non azzardo una votazione perchè sarei nettamente di parte, ma beh… un album da 8.5/10 che fai, non corri ad ascoltarlo?

Autore: Federica Viola

Fuorisede classe ’99, studia Scienze Politiche presso l’Università di Pisa.

Fa parte di RadioEco dal 2019.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *