In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, siamo lieti di ospitare sul nostro blog un’intervista molto importante, inerente al caso Marco Benzi, concessaci dalla Dottoressa Anna Vagli, Giurista, Criminologa Investigativa, Esperta in Scienze Forensi e Psicologia Investigativa, al fine di diffondere un messaggio a tutela di tutte le vittime di omicidi, non sono femminili, ma anche maschili.
L’intervista sottostante, effettuata dalla Dottoressa, riporta la testimonianza di Katia Bertuzzi, madre di Marco Benzi, assassinato brutalmente dalla compagna, Sabrina Amico, il 25 novembre del 2017, mentre stava dormendo.

La compagna usò come movente dell’omicidio delle accuse infamanti a discapito di Benzi, le quali risultarono false dopo le indagini degli inquirenti.
Questa giornata rappresenta un momento essenziale per parlare, informare e sensibilizzare su questo grave problema che affligge tutti i Paesi del mondo.
La sua funzione è quella di tutelare e fare giustizia e, soprattutto, luce su molti casi di violenza e di femminicidio, ma vorremmo, in accordo con la Criminologa Anna Vagli, estendere questa giornata a tutte le vittime, indipendentemente dal sesso.
Poiché la violenza non ha sesso, non ha età, non ha orientamento sessuale e non ha colore della pelle.
È un atto disdicevole in una società civile, che noi tutti insieme dobbiamo combattere.
Segue l’intervista della Dott.essa Anna Vaglia alla Signora Katia Bertuzzi:
Signora Bertuzzi. Suo figlio è stato brutalmente ucciso il 25 novembre di due anni fa. Prima di ripercorrere quella drammatica giornata, mi racconta chi era Marco Benzi?
Marco Benzi era un giovane uomo con i suoi pregi e i suoi difetti, come ognuno di noi.
Era sempre contento, sorrideva ed era disponibile verso chi aveva bisogno. Questo suo lato del carattere l’abbiamo scoperto dopo la sua morte dagli amici, che hanno raccontato di come si trincerasse sempre in prima linea se qualcuno aveva bisogno di lui.
Che cosa è accaduto il 25 novembre del 2017?
Sabrina Amico era la compagna di mio figlio da tre anni. Convivevano insieme ai figli avuti dal primo matrimonio della donna. Mentre Marco dormiva Sabrina lo ha ucciso a martellate perché da un po’ di tempo aveva iniziato a sospettare che Marco abusasse dei suoi figli e degli animali domestici. Inutile che le dica che le indagini non hanno riscontrato niente di quanto denunciato dalla donna per giustificare un simile gesto.
La dinamica omicidiaria è una delle più terribili. La compagna di suo figlio aveva mai manifestato atteggiamenti che avrebbero potuto far presagire un simile epilogo?
No, la compagna di Marco non aveva mai dato segni di squilibrio, anzi. Gli amici hanno sempre detto che era un po’ strana, sembrava sulle nuvole ma niente che lasciasse presagire quanto avvenuto! A volte mi arrabbio con Marco per non aver capito chi aveva accanto poi, però, mi consolo pensando che se lo avesse anche solo sospettato non le sarebbe mai rimasto vicino.
Sappiamo che la donna è stata riconosciuta come persona non imputabile e quindi non sconterà la sua pena in carcere. Cosa prova una mamma di fronte a tutto questo?
Purtroppo sì, la donna che ha ucciso mio figlio è stata ritenuta non imputabile per infermità di mente. Dovrà comunque trascorrere dieci anni all’interno di una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, una struttura sanitaria che accoglie gli autori di reati che versino in condizioni simili a quelle di Sabrina. Cosa prova una mamma? Un misto di rabbia e dolore. Gli ha fracassato il cranio a colpi di martello con una violenza inaudita. Come si può arrivare a tanto?
Ha incontrato l’assassina di suo figlio dopo l’accaduto?
No, non l’ho incontrata. Se la incontrassi però vorrei chiederle dove trova il coraggio di guardare negli occhi i suoi figli visto che ha ucciso il figlio di un’altra donna.
Signora Katia pensa un giorno di poter perdonare la donna che l’ha privata del bene più prezioso che una madre possa avere, suo figlio?
Ho acquisito la piena consapevolezza di quanto accaduto soltanto da qualche mese. La psicologa dalla quale sono in cura mi ha detto che in questi due anni ho rifiutato di accettare la morte di mio figlio perché altrimenti sarei morta di dolore. Oggi però devo fare i conti con quello che è successo. Non andrà mai meglio, perché questa è solo sopravvivenza. Io da cristiana aspiro al perdono ma non so se ci riuscirò. Non so se riuscirò mai ad accettare che mio figlio è stato ucciso a martellate mentre dormiva.

La Dott.essa Anna Vagli è giurista, criminologa investigativa, esperta in scienze forensi e psicologia investigativa. Effettua sopralluoghi tecnici sulla scena del crimine ed è Criminal Profiling, esperta in casi di bullismo, cyberbullismo e cyberpedofilia.
È ideatrice della rubrica online “Sulla Scena del Crimine” de La Gazzetta di Lucca, La Gazzetta di Massa e Carrara, La Gazzetta del Serchio e La Gazzetta di Viareggio. (https://www.annavagli.it/index.php)