Oggi alle 18 presso la Gipsoteca di Arte Antica dell’Università di Pisa Davide Vecchi, giornalista de Il Fatto Quotidiano, presenterà il suo ultimo libro dedicato alla morte di David Rossi, manager Mps, circondato da fatti inquietanti che porterebbero a pensare che, a differenza di quanto affermato dagli inquirenti, non si tratti di un suicidio.
Se non ci fossero nomi e cognomi si potrebbe tranquillamente pensare che si tratti di un giallo. Si parte dall’acquisizione di una banca da parte di un’altra banca nel 2007 e si finisce con un suicidio. Un suicidio imperfetto. Stiamo parlando della storia di David Rossi, 51 anni, responsabile dell’area comunicazione di Banca dei Monte dei Paschi di Siena, morto a Siena il 6 marzo 2013 in circostanze a dir poco sospette. Gli inquirenti lo hanno definito un suicidio ma ci sono elementi che fanno pensare a tutto tranne che ad un suicidio ed è ciò di cui parlerà oggi 10 novembre Davide Vecchi, giornalista de Il Fatto Quotidiano, presso la Gipsoteca di Arte Antica dell’Università di Pisa a partire dalle 18. Vecchi, infatti, si è dedicato a questo caso per il quale ha scritto il libro, che verrà presentato in occasione dell’evento, “Il Caso David Rossi. Il suicidio imperfetto del manager Monte Paschi di Siena” edito da Chiarelettere.
Insieme a Tommaso Strambi, Direttore de La Nazione di Pisa, e Giorgio Meletti, altra firma de Il Fatto Quotidiano, Vecchi proverà a spiegare le incongruenze che contraddistinguono il caso, ad esempio per quale motivo, come documentato da un video, Rossi si sarebbe “suicidato” lanciandosi dalla finestra del proprio ufficio e, incredibilmente, il suo orologio sarebbe caduto solamente dopo alcuni minuti. Oppure c’è quel biglietto scritto per la moglie in cui Rossi annuncia la propria intenzione di suicidarsi e in questa circostanza Rossi chiama la moglie “Toni” ma la moglie, pur riconoscendo la grafia, ha affermato che suo marito non l’ha mai chiamata con questo appellativo, quindi siamo sicuri di dover escludere che non sia stato costretto a scrivere quel biglietto? Per giunta non è trascurabile il fatto che Rossi, come testimoniato da mail, avesse deciso di parlare con i p.m. ma per dire cosa? Rossi era amico e stretto collaboratore di Mussari, quel Mussari che nel 2007, all’epoca presidente della banca, aveva deciso di acquistare Banca Antonveneta a 9 miliardi di euro e da quel momento Mps ha cominciato a vivere una crisi che ancora non è terminata. Cosa ci fosse dietro quell’operazione rimane ancora un mistero e Rossi di quell’operazione sapeva molto, forse anche troppo. Nella speranza che parlandone possa farsi luce su quello che è uno dei casi più oscuri e aberranti della storia recente italiana, rinnoviamo l’appuntamento per l’evento che si svolgerà questo pomeriggio.
Farouk Perrone per RadioEco