Il JAZZ:RE:FOUND arriva alla sua decima edizione. Stuzzicati dai tanti e succosi nomi in cartellone abbiamo deciso di fare qualche domanda a Denis Longhi, direttore artistico del festival
Dal 29 novembre al 3 dicembre a Torino va in scena la decima edizione del JAZZ:RE:FOUND .
Una line-up internazionale e in continuo aggiornamento (Goldie, Motor City Drum Ensamble, Cory Henry -già Snarky Puppy – Roni Size, James Senese con Napoli Centrale, Thundercat…per dirne un paio) che dimostra la volontà del JAZZ:RE:FOUND di continuare ad allargare l’inquadratura della propria visione. Per farlo, ha puntato ancora una volta su assoluti protagonisti dei linguaggi musicali contemporanei, in perfetta e naturale continuità con la traiettoria tracciata finora, per focalizzare in modo ancora più nitido il punto d’incontro tra le radici e il futuro delle musiche afroamericane.
Una fotografia sempre coerente quella del festival, che da dieci anni celebra un’idea svincolata dalle indicazioni della moda, ma che mai come adesso è condivisa, globale, cool, anche in ambiti finora inesplorati.
Con queste premesse non potevamo farci scappare l’opportunità di fare un po’ di domande a Denis Longhi, direttore artistico del festival:
Parliamo un po’ delle origini del jazz:re:found. Come nasce?
Ryanair ha contribuito molto alla genesi di Jazz:re:found. Io e Andrea (mio socio fondatore di JZ:RF ora a Barcellona) abbiamo dapprima militato nella somma palestra di Reggio Emilia negli anni ’90 “Maffia Illicit Music Club’ per poi passare buona parte del quinquennio 2000-2005 a Londra, con weekend toccata e fuga dal sabato al lunedì con cadenza quasi mensile.
Conoscere venue come Plastic People, Cargo o Mau Mau e soprattutto organizzazioni e ‘one night’ come Co-Op, Worldwide di GP, o Jazz Re:Freshed di Adam Rock, è stato fondamentale nell’ispirare e creare le motivazioni che ci hanno spinto a tentare di trasferire in Italia, linguaggio ed estetica di un mondo che ovviamente dalle nostre parti aveva pochissimi riferimenti culturali e mediatici. Diciamo che il ‘claim’ Jazz:re:found era volutamente un omaggio alla scena di West London di cui Adam è stato pioniere e riferimento assoluto con l’appuntamento settimanale al Mau Mau Jazz Re:freshed.
Come si svolge la giornata tipo di un direttore artistico?
Beh, la mia è complicata. Lavoro in Università (Uniupo – Dipartimento di Studi Umanistici), quindi devo ricavare tutto il tempo utile al di fuori dall’ufficio per ottimizzare organizzazione e pianificazione del festival. I mesi intensi solitamente sono Settembre, Ottobre e Novembre, ma sinceramente non si stacca quasi mai. Ho un ottimo gruppo di collaboratori, coinvolti e appassionati, quindi riesco finalmente a delegare parti che un tempo non riuscivo a separare e liberare dal mio controllo.
Cerco di viaggiare molto e restare attento nei confronti della scena ‘reale’, quindi anche nei weekend più che relax diventa una mediazione tra lavoro e piacere.
Qual è l’idea che sta alla base della scelta della line up di questa nuova edizione?
Never Hype Ever Ahead
Materializzare la vision (della genesi), quindi sottolineare ancora maggiormente la necessità di non diventare vittime degli ‘Headliner’ o figurine da cartellone, trasmettendo un’idea autoriale, raccontando un percorso più che mettere sul palco delle “starlette”
Come credi che reagisca il pubblico davanti a scelte così ricercate e poco pop?
Beh il nostro pubblico è gratificato da questa scelta. Certo il costo/beneficio apparente è sempre svantaggioso, ma sicuramente una forte inversione di tendenza è in corso. La fame di ‘contenuti reali’ è una prerogativa di questo momento storico, dobbiamo solo essere rassicuranti e comunicare una scelta di consapevolezza, non l’ennesimo trucchetto nel fare gli alternativi a tutti i costi per recuperare un pò più di attenzione.
La collaborazione di Thundercat con Linecheck come nasce e avrà ulteriori sviluppi?
La collaborazione con Linecheck ed Elita è ormai di lunga data.
Nutro grande stima per Dino Lupelli, per me ai tempi degli esordi un punto di riferimento assoluto insieme a Sergio di Club to Club. Jazz:re:found ha sempre guardato a questi due enormi poli (Milano <> Torino – Elita <> Club to Club) con curiosità e ammirazione, ed ora che si trova in una condizione di maturità acquisita, ha necessita di dialogare e collaborare con I player di riferimento di questa scena. Con Linecheck, anche per prossimità di calendari abbiamo deciso di condividere lo spazio di Base, per presentare uno degli artisti di riferimento dell’immaginario ‘afrofuturista’ così caro a JZ:RF ma anche al nuovo corso artistico della sezione ‘entertainment’ di Linecheck.
Sicuramente come per C2C, anche per JZ:RF l’estensione della progettualità sull’asse Milano-Torino è fondamentale per ampliare il pubblico e le possibilità di collaborazione con ‘brand’ che possano condividere lo spirito della nostra iniziativa.
In 10 anni quanto si è evoluto il festival, cos’è cambiato e pensate ci sia qualcosa in cui migliorare?
Formalmente è cambiato molto, intimamente davvero poco.
La mission è la stessa, l’approccio è identico. E’ cambiata la scala dei valori, la prima edizione è costata 30.000€, ora c’è uno zero in più su cui lavorare e quindi le responsabilità e i rischi sono diversi.
Classica domanda conclusiva: quali sono i progetti futuri?
Costruire insieme a Club to Club, Kappa/Movement e TOdays un brand internazionale che possa definire Torino ‘Music City’ e valorizzare un contesto unico nel mondo (ecco questa è la mission impossible) 🙂
Più ragionevolmente, le priorità sono internazionalizzare fortemente Jazz:re:found, rafforzare il festival primaverile (HeyDey) più legato al live che al clubbing, creare in Monferrato un side estivo strutturato (un piccolo Dekmantel) riprendendo l’esperienza in crescita che da anni ci vede attivi su ‘Moleto’.
Dopo questa bella chiacchierata non possiamo che consigliarvi di continuare a seguire i canali web del JAZZ:RE:FOUND per non perdere tutti gli aggiornamenti!
Biglietti passport, quelli per le previews milanes di Azymuth e Thundercat, e quelli per le singole giornate sono disponibili a questo link: http://jazzrefound.it/never-hype-ever-ahead/
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