L’Internet Festival 2017 ha lasciato spazio anche per riflessioni storiche e metastoriche: nello specifico, la sala “Titta Ruffo” del Teatro Verdi di Pisa è stata lo scenario per uno spettacolo dal titolo “Rivoluzione 17” di 20 minuti circa sul tema della rivoluzione, complice anche l’imminente centenario di quella “di ottobre”.
I protagonisti di Rivoluzione 17 fanno parte della compagnia teatrale Sacchi di Sabbia e la scenografia è stata curata da Giacomo Verde. Hanno guidato il pubblico in questo piccolo ma intenso think tank vestendo i panni di due alieni provenienti dal pianeta (inventato) Tralfamador, uno addetto all’interazione con gli astanti e l’altro alla traduzione dei suoi discorsi.
Su di esso il tempo non esiste, così come l’inizio, la durata o la fine. Le persone sono fatte da un’unica assenza formata dalle loro età: a tal proposito, su una piramide rovesciata sono state proiettate immagini degli stessi alieni ma di età diverse.
Insomma, suddetti personaggi sono in perenne viaggio fra lo spazio e il tempo e si trovano sulla Terra in quanto appassionati di rivoluzione. Asseriscono di aver data una mano alle più geniali menti della Storia (ad esempio a Niccolò Copernico e Giordano Bruno) ma non sempre è andata come speravano (a detta loro, non sono riusciti a impedire la crocifissione di Cristo). Questo elemento ha probabilmente strizzato l’occhio al personaggio del Dottore dell’omonima serie Tv, e cioè un alieno loro “collega” proveniente dal pianeta Gallifrey che viaggia nello spazio e nel tempo: può cambiare il corso di certi eventi, dato che il tempo è una palla fluttuante -secondo lui-, ma esistono dei punti fissi che devono rimanere tali.
I due tralfamadoriani pensano di essere in Russia nel 1917 davanti al Palazzo d’Inverno, tant’è vero che fanno suonare la famosa canzone L’Internazionale e invitano i presenti a tirare fuori i propri colbacchi, ma senza successo. Frattanto, nella piramide rovesciata compare nientemeno che l’ologramma di Lenin con tanto di stella rossa.
In verità uno degli alieni parla napoletano, e questo è causa di notevoli incomprensioni da parte del leader bolscevico, il quale fa una rapida ma incisiva incursione nei minuti finali dello spettacolo.