In Spagna si è vissuto nell’ultimo fine settimana un momento di profonda crisi e violenza con il popolo catalano che chiede a gran voce l’indipendenza da Madrid. Non è però un fenomeno isolato: quali sono i movimenti indipendentisti d’Europa?
L’indipendenza dal proprio governo non è un fenomeno solo catalano, anche se l’impresa catalana è sicuramente il tentativo più famoso di distacco: lo scorso 1 ottobre la Catalogna ha indetto un referendum per chiedere l’indipendenza dal governo di Madrid, ottenendo il 92% circa di voti favorevoli all’indipendenza della regione. Vero è che il numero di votanti non è stato molto alto e questo può essere dovuto alle minacce del governo centrale che ha imposto la presenza di forze dell’ordine in tutta la regione, specialmente nelle zone adibite al voto. Il futuro della Spagna non è prevedibile, ma ciò che sarebbe importante sottolineare è che non è soltanto la terra iberica a tremare sotto le pressioni dei movimenti inipendentisti.
Nella stessa Spagna ci sono altri movimenti indipendentisti: i galleghi, cioè gli abitanti della Galizia, regione autonoma a nord-ovest della Spagna; gli andalusi, abitanti della più popolosa regione autonoma spagnola dell’Andalusia; gli asturiani, abitanti dell’Asturia, piccola regione a nord-ovest della Spagna; infine, gli abitanti dei Paesi Baschi, regione a nord della Spagna.
Altri movimenti indipendentisti sono presenti in Germania dove da sempre c’è scontro per l’indipendenza tra il governo centrale e il Partito Bavarese, letteralmente Beyernpartei, rappresentante degli indipendentisti bavaresi, abitanti del più grande tra i sedici Stati che costituiscono la Repubblica federale di Germania.
Dall’altra parte della manica, nell’idilliaco mondo del Regno Unito, a seguito del processo definito “Brexit”, molte regioni non si sono trovate d’accordo con le decisioni del governo centrale come Scozia e Galles, due dei quattro Stati costitutivi del Regno Unito (insieme a Irlanda del Nord e Inghilterra). All’interno della stessa Inghilterra troviamo altri indipendentisti: la regione dello Yorkshire, a nord dell’Inghilterra, e la piccola contea di Cornovaglia, nella regione Sud Ovest dell’Inghilterra e con mezzo milione di abitanti.
Anche in Francia ci sono e ci sono stati movimenti indipendentisti: il più importante e violento è stato il Fronte nazionale di liberazione corso, movimento della Corsica che per anni ha compiuto attentati contro le istituzioni francesi e che sembra aver perso mordente nel 2014.
In Italia la situazione non è per niente diversa: prima dell’unificazione la nostra penisola era divisa in innumerevoli Stati, ben distinti e separati tra loro, animati da una certa intollenanza reciproca. Oggi, nonostante l’unificazione, traduciamo il tutto con il canonico campanilismo, ma qualcuno non è d’accordo e chiama l’indipendenza dal governo di Roma: i più famosi sono i militanti della Lega Nord che parlano di indipendenza della Padania dall’origine del movimento ad oggi, rappresentati all’interno del Parlamento e punto di forza della destra italiana; tra gli indipendentisti troviamo anche i tirolesi del Sud Tirolo che contestano un’annessione non voluta. Una forza molto forte è quella veneta, dove, il prossimo 22 ottobre sarà svolto un referendum (legale e autorizzato) dove si chiede l’autonomia dal governo di Roma. Alt! Qui si chiede l’autonomia, non l’indipendenza, concetto spiegato benissimo sul comunicato stampa ufficiale ( link ). Infine, sempre parlando della nostra penisola, citiamo anche i movimenti di indipendenza della Sardegna e della Sicilia.
Se il referendum catalano ha fatto così tanto discutere sull’utilizzo della forza da parte del governo di Mariano Rajoy ha anche il merito di dare coraggio ai movimenti indipendentisti sparsi in tutta l’Europa, che come abbiamo visto, non sono pochi e non sono solo fenomeni temporanei.
Giammario Spada per RadioEco.