Sulla scia delle tante emozioni che i Radiohead hanno regalato al loro pubblico nelle due date italiane, l’artwork della domenica di oggi celebra i vent’anni di “Ok Computer” e la sua ristampa.
Non so chi di voi ha avuto la fortuna di assistere a uno dei due concerti italiani dei Radiohead che si sono tenuti in questa settimana appena passata, ma chi c’era concorderà con me che è stata un’esperienza meravigliosa. Ciò che l’ha resa tale è stata senza dubbio la scaletta scelta da Thom Yorke &Co., che hanno deciso di non soffermarsi solo sul nuovo A Moon Shaped Pool, ma hanno celebrato un disco importante, non solo per la loro carriera, ma per la musica in generale. Sto parlando di Ok Computer, album che ha cambiato totalmente la musica fine anni ’90.
Le celebrazioni all’album che ha fatto da spartiacque alla discografia dei Radiohead sono più che dovute, e le stanno facendo in molti. Il 16 giugno è infatti uscito KO Computer, un tributo da parte degli artisti italiani come Marlene Kuntz, IOSONOUNCANE, Adriano Viterbini, Niccolò Fabi e tanti altri, che hanno rivisitato alcuni brani del disco. E ci hanno pensato gli stessi Radiohead ristampando l’album con il nome OKNOTOK, e inserendo delle chicche che potremo ascoltare il 23 giugno (intanto eccovi I Promise, singolo che anticipa la ristampa).
Ma parliamo un po’ di Ok Computer. È il terzo album in studio dei Radiohead, esce nel 1997 e ci ha cambiato la vita, a tutti, anche a chi non l’ha mai ascoltato. Ok Computer ha ribaltato la musica, che ne è stata influenzata tantissimo negli anni seguenti. Probabilmente senza questo disco il panorama musicale di oggi sarebbe diverso, oppure no, ma a me piace pensare che sia stato un punto d’arrivo e di partenza. L’album nel ’97 aveva un che di futuristico, alienazione e distopia sono state le carte vincenti dei Radiohead che si avvicinavano a un nuovo millennio che aveva mille promesse da mantenere, tante scoperte pronte ad abbracciarci, tante che ci avrebbero condotto mano a mano in una nuova concezione dell’individuo. I testi di Thom Yorke sono di un’emotività e di una sensibilità tale che hanno fatto sì che venissero addirittura studiati anche in diverse università. La penna del frontman dei Radiohead ha raggiunto uno stile consapevole, e in molti pensavano che fosse finita qui, ma la band ci ha dimostrato più volte che questo era soltanto l’inizio della loro ascesa.
E l’artwork? Ok Computer, come è successo per diversi album dei Radiohead, ha un artwork che nasce dalla collaborazione infinita di Thom Yorke e Stanley Donwood, artista britannico. L’artwork è un collage di immagini elaborato al computer di immagini dal duo Donwood-Yorke, dove quest’ultimo viene accreditato sotto lo pseudonimo The White Chocolate Farm. Come per il recente A Moon Shaped Pool, anche per Ok Computer, Yorke ha chiesto a Donwood di lavorare su un diario visivo, a stretto contatto con le sessioni di registrazione.
La base della copertina, blu e bianca secondo Donwood, il risultato creare quello che è lo scheletro dell’album, quello che percepiva dalle sessioni della band. Il risultato è un’immagine alienante quanto il disco, quanto i suoi testi. È l’immagine di un raccordo autostradale, quello che secondo i fan della band collega l’Interstatale 84 all’Interstatale 91 a Stanford, in Connecticut, una delle ultime località in cui suonarono i Radiohead nel ’96 prima di registrare Ok Computer. Contorni inesistenti, sfasati, veloci, una fotografia del mondo che sta cambiando, del futuro che viene accompagnato dal sound primordiale dell’album dei Radiohead, e che oggi verrà riproposto in una chiave diversa. L’artwork rinnovato ripropone la versione originale ma carbonizzata in parte, come se quello che era futuro nel ’97, oggi è visto come un passato incombente ma sempre attuale.
Come al solito,dopo una serie di indizi lasciati attraverso i social, i Radiohead hanno annunciato la ristampa di OK Computer, OKNOTOK, per celebrare il 20esimo anniversario della sua pubblicazione. Oltre ai brani rimasterizzati, OKNOTOK conterrà tre tracce inedite e otto B-sides. Insomma, armiamoci di pazienza e aspettiamo l’ultima ed ennesima sorpresa dai Radiohead.
Grazia Pacileo