Trip Therapy- viaggio senza aerei

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Claudio Pelizzeni, 35 anni, ex impiegato di banca, in 1000 giorni ha attraversato 44 paesi senza aerei – Trip Therapy @Festival Civic

Claudio Pelizzeni - Trip Therapy

Claudio Pelizzeni – Trip Therapy

Un detto popolare dice che chi viaggia deve avere un cuore molto grande, perché in ogni posto che visita ne lascia sempre un pezzetto. Se così fosse, quello di Claudio Pelizzeni dovrebbe essere grande abbastanza da dividersi per circa 300 000 chilometri, quelli da lui percorsi per attraversare 44 paesi.
“Era la solita giornata uggiosa di lavoro in banca a Milano, esattamente il 27 ottobre 2013, quando, durante il solito percorso di rientro a casa, a Piacenza, dal finestrino del treno ho visto quello che fino ad allora era il tramonto più luminoso che avessi mai visto. Talmente tanto luminoso da essere capace di accendere una sorta di fuoco interiore che mi ha fatto capire tutto quello che mi stavo perdendo. Fu in quel preciso istante che nacque Trip Therapy: così Claudio Pellizeni- intervenuto lo scorso 6 maggio al Festival Civic per la presentazione del suo libro “L’orizzonte, ogni giorno, un po’ più in là. Il giro del mondo senza aerei”– ha giustificato la nascita della sua impresa.

Tale infatti deve essere considerato il suo viaggio che lo ha portato dalla Polonia alla Russia, dall’India all’Australia , attraverso l’Oceano Pacifico da Adelaide a Vancouver e infine l’Oceano Atlantico dal Brasile alla Mauritania, non solo perché fatto senza aerei e con un budget giornaliero inferiore ai 20 euro, ma per lo scomodo compagno che ha dovuto portare con sé: il diabete. “Il diabete lo porto in giro con me fin da bambino. Non è stato un limite e non lo deve essere mai; nonostante le diverse diete, l’attento monitoraggio mi ha permesso di proseguire senza difficoltà”, ha spiegato Claudio, aggiungendo che in alcuni casi è stato proprio questo ad incentivarlo a continuare: “quasi ogni giorno ricevevo messaggi da mamme di bambini malati di diabete che mi ringraziavano per l’esempio e l’aiuto che davo loro”.
Il nome del blog che ha documentato la sua esperienza “Trip Therapy”, nasce anche da questo, dal voler mettere insieme sia il tema del diabete che la ricerca della felicità. Al termine di questa esperienza, il suo corpo e la sua mente hanno attraversare un percorso di scoperta che è stata come una terapia. Ma sarebbe fin troppo banale ridurre tutto ciò ad una semplice ricerca di redenzione o fuga dai problemi. Viaggiare ha quasi sempre una funzione formativa, non solo perché si apprende qualcosa di nuovo sul mondo, ma anche perché il viaggiatore coglie qualcosa di sé che prima sfuggiva. Alcuni il viaggio non lo amano affatto, perché preferiscono una vita organizzata, ritmata e inquadrettata. La stessa vita da quadro direttivo della Deutsche Bank a Milano recriminata da Claudio: “avevo raggiunto una posizione ottima ma io il mio lavoro non l’ho mai amato. L’ho sempre svolto con professionalità, mai con passione.”

In questi 1000 giorni, oltre a realizzare quel sogno che la realtà quotidiana lo aveva costretto a tener nascosto nel cassetto, ha assaporato la libertà e la semplicità; si è fatto travolgere dal fascino dell’orizzonte senza limiti, dalle notti senza tetto, della vita senza superfluo, ma- per dirla con le parole con cui ha concluso l’incontro- il vero viaggio non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. Chiunque può averli anche senza dover per forza fare migliaia di chilometri. Il vero viaggio non è fisico, ma è mentale”.

Costantino De Luca per Radioeco