Mai domenica più difficile per gli appassionati dello sport: a Torino si gioca Juventus-Genoa (4-0), a Madrid si gioca Real Madrid-Barcellona (2-3) e negli Stati Uniti si corre il GP di Austin, dove Rossi e Viñales sfidano Marquez, ma noi abbiamo le idee chiare, per noi conta solo il motomondiale!
Austin, Texas, favoloso GP delle Americhe, circuito talmente lungo da avere il record per il rettilineo più lungo dell’intero mondiale. Da quando si corre ad Austin il dominatore assoluto è sempre stato Marc Marquez, quattro pole position e quattro vittorie su quattro, con tanto di record sul giro in gara (un “misero” 2’ 03.575).
Anche quest’anno Marquez ha dominato nelle prove e nelle qualifiche, ma ha trovato un degno avversario, Maverik Viñales, che chiude un favoloso giro a soli 130 millesimi da Marquez.
Domenica è tempo di gara: Marquez, Viñales e Rossi in prima fila, Pedrosa, Zarco e Lorenzo in seconda, Dovizioso parte settimo e Iannone undicesimo.
Si parte: Pedrosa delizia con una delle sue favolose partenze diventando primo, Lorenzo e Rossi partono in maniera divina, ma Marquez detta legge, si attacca come una ventosa a Pedrosa e lo segue da molto vicino. Al secondo giro succede qualcosa che nessuno credeva, Viñales perde l’anteriore e cade, la moto non riparte e per lui la gara è finita. Viñales chiude senza fare punti e non accadeva da ben diciotto gare consecutive.
Fino al sesto giro Zarco guida in maniera eccezionale facendo del quarto posto la sua casa, Marquez rimane sempre dietro ad un favoloso Pedrosa, e Rossi diventa un elastico vivente perdendo e recuperando due decimi per ogni settore fino a che Zarco prova a sorpassare Valentino, ma sbaglia i calcoli e lo colpisce senza fare danni, costringendo il Dottore ad andare largo, per rientrare è costretto a tagliare la curva arrivando a pochi passi da Marquez; la direzione di gara non perdona, il taglio della curva costa una penalità di 0.3 decimi.
Durante il settimo giro Marquez torna ad essere “Capitan America”, sorpassa Pedrosa che non essendo d’accordo ricambia il favore rimanendo incatenato al primo posto, ma dura poco perché all’ottavo giro Marquez ci riprova, questa volta più deciso, sorpassa in staccata, curva per primo, cambia direzione molto velocemente e diventa il primo ai danni di Pedrosa.
Solo all’undicesimo giro Pedrosa ci riprova, ma stacca troppo tardi, sorpassa Marquez, va largo e Marquez rimane in prima posizione, ma capisce che è ora di dare qualche decimo di distacco: da questo punto cambia la gara.
Nella seconda parte di gara Valentino Rossi registra tempi più veloci rispetto a Pedrosa, ma non riesce ancora a superarlo, nel mentre Marquez dà un secondo di distanza a Pedrosa.
Il quindicesimo giro è decisivo per le bagarre che ci accompagneranno fino alla fine della gara: Iannone punta Lorenzo in decima posizione, Crutchlow punta la quarta posizione di Zarco e Valentino Rossi si attacca agli scarichi di Dani Pedrosa.
A tre giri dalla fine Iannone sorpassa Lorenzo che continua ad avere problemi con la Ducati non riuscendo a terminare la gara nelle posizioni alte. Nello stesso giro Valentino Rossi frena al momento giusto, in TV sembra prossimo ad andare largo, ma compie un miracolo, tiene la corda e cambia direzione velocemente lasciando Pedrosa inerme al terzo posto.
A due giri dalla fine Crutchlow sorpassa un grandissimo Zarco che merita tutti gli applausi, non solo per questa gara, ma per tutte le gare fino ad ora corse nella classe regina.
Marquez taglia il traguardo per primo confermando il suo primato assoluto ad Austin, Valentino Rossi chiude secondo a tre secondi da Marquez, ma lasciando ben 2’ 343 tra lui e un favoloso Pedrosa che a seguito della penalità inflitta mantiene la posizione proprio grazie ai due secondi rimanenti cumulati negli ultimi giri. Dovizioso chiude una silenziosa gara al sesto posto, Iannone settimo e Petrucci ottavo con la Ducati di Jorge Lorenzo che riesce solo a fare nono.
Valentino Rossi sorpassa in classifica Viñales conquistando 56 punti, a sei punti di distacco da Viñales, a quota 50, seguito da Marquez a 38 punti, Dovizioso a 30 punti e Crutchlow a 29 punti.
Valentino Rossi non era in testa al mondiale dalla gara di Sepang del 2015, la gara in cui Marquez e Lorenzo sembravano schierati contro il pilota di Tavullia.
In Moto2 suona l’inno italiano grazie ad uno strepitoso Franco Morbidelli che realizza una tripletta incredibile in questa stagione, come suona l’inno italiano in Moto3 grazie a Romano Fenati, favorito dalla caduta di Canet (supereroe di questo weekend).
Prossimo appuntamento il 7 maggio alle 14.00, in Spagna, a Jerez per il primo GP europeo dell’anno dove Valentino Rossi dovrà difendere la vittoria della scorsa stagione.
Giammario Spada per RadioEco.