Marta Ottaviani all’ijf17 sulla Turchia: “Sul Golpe più dubbi che certezze”

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13001133_10153402162527854_6939738314765346523_nIntervenuta al IJF 17 per parlare di Turchia, la giornalista della Stampa Marta Ottaviani ci ha rilasciato un’intervista al termine del suo panel “In Turchia la verità è una battagli persa. Non lasciate che accada anche a voi”.

Marta Ottaviani ha vissuto in Turchia tra il 2005 e il 2013 a ha vissuto l’ascesa politica di Erdogan. La giornalista della Stampa è intervenuta all’IJF17 durante il panel “In Turchia la verita è una battaglia persa. Non lasciate che accade anche a voi”.

Marta Ottaviani all'ijf17 sulla Turchia: "Sul Golpe più dubbi che certezze"

Marta Ottaviani all’ijf17 sulla Turchia: “Sul Golpe più dubbi che certezze”

Marta Ottaviani ha abitato in Turchia tra il 2005 e il 2013 a ha vissuto l’ascesa politica di Erdogan. La giornalista della Stampa è intervenuta all’IJF17 durante il panel “In Turchia la verita è una battaglia persa. Non lasciate che accade anche a voi”.

Marta Ottaviani, lei ha seguito tutta l’ascesa di Erdogan in Turchia. Le manie dittatoriali del “Sultano” ci sono sempre state – magari più sottostanti – oppure sono frutto di un evento specifico verificatosi successivamente?

Allora, c’è stato un autoritarismo crescente. L’Erdogan della prima fase – dal 2002 al 2007 – era addirittura moderatamente riformista tanto da promettere l’ingresso nell’Unione Europea e la piena democratizzazione della Turchia. Poi, sopratutto, quando ha reso inoffensivi gli apparati laici della magistratura e dell’esercito – che poi erano la sua vera opposizione – ha avviato una deriva di cui vediamo il culmine oggi.

Erdogan ha l’appoggio della maggioranza della popolazione. Come vivono i turchi questo attacco violento nei confronti della stampa?

Questa è una delle cose più interessanti. Se si va in Turchia adesso sembra che non sia successo niente. La gente ha paura di dire cosa pensa ed Erdogan ha un consenso che deriva in parte dal timore, dall’ipocrisia e – chiaramente – dai suoi sostenitori.

Gli eventi degli ultimi mesi – dal Golpe del 15 luglio fino ai contrasti con Olanda e Germania – hanno decretato la fine del processo per l’entrata della Turchia nell’Unione Europea. Lei crede che Erdogan possa esercitare più forza nei confronti di Bruxelles (per esempio con l’accordo sui migranti), rimanendo fuori dall’UE?

Il processo di ingresso nell’Unione Europea – sostanzialmente – era già interrotto e non è mai stato portato avanti con convinzione. L’accordo sui migranti non andava firmato perché è disumano e denota una scarsissima visione. Con quello la Turchia ci può ricattare.

Che idea si è fatta del Golpe del 15 luglio e cosa pensa della teoria secondo la quale Erdogan abbia architettato una sorta di “auto-golpe”?

Diciamo che sul Golpe pesano più dubbi che certezze. Quello che possiamo dire è che il Golpe è stato molto anomalo. Una parte di sodali di Erdogan – tra cui il capo dei servizi segreti – erano a conoscenza del fatto che il Golpe stava per essere attuato.

Marta Ottaviani, tra una settimana ci sarà il Referendum Costituzionale. Quali scenari potrebbero aprirsi a livello internazionale nel caso vincesse Erdogan?

I sondaggi danno il “SI” in avanti di pochissimo. Se Erdogan vincerà potrebbe esserci nuova tensioni all’interno della Turchia. Per quanto riguardo gli scenari internazionali ci sarà un Erdogan con superpoteri e con un fare più arrogante verso le altre nazioni.

Giacomo Corsetti

@giacomocorsetti