La reputazione nell’era dei social-#ijf17

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Come non compromettere il diritto alla reputazione cadendo nella diffamazione, in ragione della libertá di stampa e di cronaca. Con Simone Bonavita e Valerio Edoardo Vertua, #ijf17

“La reputazione, la reputazione, ho perso la mia reputazione! Ho perso la parte immortale di me stesso; resta la parte bestiale. La mia reputazione, Lago, la mia reputazione.” (Shakespeare)

La reputazione intesa come considerazione altrui e convenzionalmente sentita come retta misura delle qualitá o più comunemente della moralitá, può assumere diversi significati a seconda del’ambito in cui é impiegata: in diritto, in economia, in sociologia; sul Web più specificatamente con il concetto di “Web-Reputation”. Si é tenuta oggi, nella Sala Priori dell’Hotel Brufani, la conferenza intitolata “La reputazione nell’era dei social: tutela, violazione e diritti” ad opera degli avvocati Valerio Edoardo Vertua e Simone Bonavita. Presidente dell’associazione Digital Forensics Alumni, co-fondatore e Vice-presidente dell’associazione Cloud Security Alliance Italy il primo, professore a contratto in Trattamento dei Dati Sensibili presso l’Università degli Studi di Milano per l’anno accademico in corso il secondo. Dopo aver brevemente spiegato la distinzione fra i vari diritti della personaltá, sono stati analizzati i casi in cui il diritto alla reputazione può essere compromesso in ragione della libertá di stampa o di cronaca senza ricadere nella diffamazione che, nel diritto penale italiano, è il delitto previsto dall’Art.595 del codice penale italiano.

La reputazione nell'era dei social-#ijf17

La reputazione nell’era dei social-#ijf17

“Deve affermarsi la responsabilità extracontrattuale di chi, sui social network, ad esempio Facebook, pubblichi e divulghi ai terzi affermazioni lesive all’onore e della reputazione di un utente”. (Tribunale di Monza – 2010)

Su carta è possibile tutelare la reputazione tramite rettifica: intervento inteso a correggere o modificare una notizia oppure una dichiarazione in ambito giornalistico. Su internet, data la miriade di utenti connessi ogni giorno e la libera diffusione delle notizie, intervenire diviene quasi del tutto improponibile. Siamo vittime della continua affermazione di “fake news” anche a causa dell’estrema disinvoltura con cui ogni giorno utilizziamo i nostri strumenti di informazione in rete quali computer o smartphone. La cura sta nell’educazione. È necessario insegnare un utilizzo etico e giusto dei mezzi di informazione volto a saper distinguere la veritá, la gravitá delle espressioni realmente offensive e l’ironia. Non tutte le affermazioni forti infatti sono lesive: l’esempio più comune è quello del giornalismo satirico. Qualora la reputazione non sia tutelata sono previsti una serie di provvedimenti relativi ai casi presi in questione  quali: richiesta di rettifica, risarcimento del danno, sequestro pagina web, esposto all’ordine dei giornalisti, social media policy.

Rebecca Del Carlo per RadioEco