Westminster: un uomo alla guida di un suv si lancia verso i pedoni in transito sul ponte investendoli tutti. Uccide poi a coltellate l’agente di guardia.
22 Marzo 2017- Westminster Bridge, Londra. Ore 16:00 (ora italiana). Aysha Frade, insegnante e madre di due figli, stava andando a prenderli a scuola, come ogni giorno. Keith Palmer, poliziotto arruolato da ben quindici anni e padre di famiglia, stava svolgendo il suo turno di guardia, come ogni giorno. Infine un grido. Un uomo alla guida di un sub 4×4 si lancia verso i pedoni in transito sul ponte nell’area del Parlamento investendoli tutti. Vittima anche Leslie Rodhes, un pensionato settantacinquenne che stava attraversando la strada dopo essere sceso da un autobus. L’attentatore, non soddisfatto, si scaglia poi con un coltello contro gli agenti di guardia.
È terrore a Westminster. Precisamente un anno dopo gli attacchi alla metropolitana e all’aereoporto di Bruxelles e 12 anni dopo l’attacco alla metropolitana di Londra.
Il killer, ucciso dalle forze dell’ordine, é Khalid Masood: 52 anni, originario del Kent. Già noto per atti di criminalitá (aggressioni, lesioni, possesso di armi), risiedeva a Birminghan e lí avrebbe noleggiato il veicolo per commettere poi il successivo attacco.
“E’ stato un soldato del califfato” annuncia il Site; in seguito il commissario del terrorismo di Scotland Yard, Mark Rowley, ha dichiarato che il vero nome é Adrian Russel Ajao.
“Non ci facciamo intimorire. Milioni di gesti di normalitá sono la risposta al terrorismo. […] Siamo qui per proteggere la nostra comunitá e aumenteremo la presenza di forze dell’ordine in tutto il paese.”
Queste le parole della premier britannica Theresa May alla Camera dei Comuni e già nel primo pomeriggio, a distanza di nemmeno ventiquattro ore dall’attentato, il Westminster Bridge é stato riaperto. A seguire milioni di hashtag (#prayforLondon) e messaggi sui social in solidarietá con il dolore di Londra.
L’attacco a Westminster é un attacco al mondo. La lotta spietata di un’ideologia sbagliata che l’uomo stesso ha creato e che adesso ci sta distruggendo. L’attacco ad un mondo disunito, colmo di odio, non più libero. Si é ormai creato un mix di banalitá tra la spettacolaritá mediatica di certi eventi e la lacinante indifferenza che tra poco ne seguirá.
Allora forse non dobbiamo pregare per Londra ma con Londra per un mondo che non è solo Europa: un mondo senza voce in cui le persone muoiono durante una tranquilla passeggiata o sotto le bombe, in cui i bambini piangono ancora. Pregare per un mondo fallito.
Rebecca Del Carlo per Radioeco