UE vs Nazionalismi: La Brexit l’antipasto, il 2017 l’anno zero

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Germania, Olanda e Francia. Il 2017 sarà l’anno che vedrà le elezioni in questi tre stati ed i nazionalismi sono in agguato pronti a cavalcare l’onda generata da anni di politiche insufficienti e dalla Brexit del giugno scorso. Insomma, una sorta di anno zero in cui si saprà molto sulla sopravvivenza dell’UE.

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L’UE è attesa alla sfida più dura della sua storia in uno dei suoi momenti di massima difficoltà e fragilità. Germania, Olanda e Francia. Sono queste le nazioni in cui si andrà a votare e che decreteranno il rilancio o il definitivo crollo dell’Unione Europea. Il 15 marzo ha inizio la partita decisiva. Le elezioni in Olanda sono le prime delle tre che infiammeranno il Vecchio Continente fino a fine settembre, quando saranno chiamati alle urne gli elettori tedeschi. In mezzo sapremo se Marine Le Pen riuscirà a salire all’Eliseo in Francia. Una possibilità quanto mai possibile e che potrebbe bastare a sfaldare tutto l’assetto europeo. Un 2017 che quindi rappresenta una sorta di anno zero per una UE mai così asserragliata dai nazionalismi. Dopo aver conquistato Ungheria e Polonia gli euroscettici puntano ad approfittare fino in fondo dell’onda portata dalla Brexit e dall’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti.

Una situazione che non è mai stata così favorevole per le correnti di estrema destra europee. La crisi economica, il continuo flusso di migranti da Siria e dal Nord Africa, il terrorismo islamico e i disagi sociali delle periferie non hanno fatto altro che avvampare questa sorta di guerra tra poveri che i leader nazionalisti hanno saputo gestire nel migliore dei modi per raccogliere consensi tra un “muro” e l’altro. Il tutto con l’aiuto prezioso delle forze moderate (di sinistra e destra), inadatte a “sentire” l’evoluzione sociale che si stava formando all’interno dell’Unione e percepite dal popolo come casta dedica al privilegio e agli interessi dei più ricchi (in particolare delle banche).

Se però Frauke Petty (Alternative fur Deutchland) non dovrebbe andare oltre un ottimo quanto insufficiente risultato elettorale viste la presenza sempre forte di Angela Merkel, sono Geert Wilders (leader del PVV) e Marine Le Pen (leader del Front National) i grandi protagonisti su cui i nazionalisti ripongono le maggiori chance di successo. Entrambi tendenti alla xenofobia e amanti della sovranità popolare in fatto di confini e moneta, Geert Wilders e Marine Le Pen possono contare sui sondaggi favorevoli (quanto mai ingannevoli come il 2016 ha dimostrato) e sul sostegno del Presidente Donald Trump, il quale non ha nascosto la sua ammirazione ed il suo sostegno (in particolare per Geert Wilders, con il quale esiste un collegamento anche finanziario attraverso il nome di Horowicz, consigliere dello stesso Presidente degli Stati Uniti). Però è sopratutto una possibile vittoria di Marine Le Pen ha tenere col fiato sospeso tutta l’UE. Oltre alle politiche sovranità, islamofobe e ultra nazionaliste, la Leader del Front National ha dichiarato che in caso di vittoria dopo il 7 maggio indirebbe subito un Referendum per la Frexit. Con la Francia fuori dall’Unione Europea il gioco sarebbe completamente chiuso. Avevamo pensato che il 2016 fosse stato un anno terribile sotto il profilo politico e istituzionale. Invece era solo l’antipasto.

Giacomo Corsetti

@giacomocorsetti