Andrea Belotti al Toro è diventato davvero un toro (altro che gallo)

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La tripletta contro il Pescara (la più veloce in Serie A dal 2000) ha proiettato Andrea Belotti in testa alla classifica dei cannonieri e la sensazione è che non voglia fermarsi più. Dietro a quelle movenze un pò sgraziate si cela un bomber vero che alla Nazionale mancava da tempo. In vista di Russia 2018 Ventura si sta già sfregando le mani.

Era davvero da tanto che non riuscivamo ad ammirare un attaccante italiano così prolifico e costante. Con la tripletta rifilata al Pescara (la più veloce in Serie A dal 2000) Andrea Belotti è salito a quota 22 reti in campionato issandosi temporaneamente in vetta alla classifica dei cannonieri. Un traguardo che soltanto pochi mesi fa sembrava irreale e che sta tenendo in piedi un Torino mai così difficile da inquadrare come durante quest’annata di gestione Mihajilovic, diviso tra una difesa al limite dell’imbarazzo e un attacco da “lotta Champions”. Di questo attacco Andrea Belotti è il gioiello assoluto che quest’anno ha deciso di esplodere definitivamente per prendersi quel posto in Nazionale – in vista di Russia 2018 – che per troppo tempo abbiamo affidato a giocatori che – tra incostanza (Immobile) e infortuni (Giuseppe Rossi) – non hanno mai dato alte garanzie offensive.

Cresciuto calcisticamente nell’Albinoleffe, Andrea Belotti fin da subito ha messo in mostra le sue capacità offensive mettendosi in evidenza come uno dei prospetti più interessanti del panorama italiano. Una boccata di ossigeno in un calcio italiano sempre più attento a girare lo sguardo verso l’estero durante il calciomercato. Alla mancata grazia e leggiadria nelle movenze Belotti contrappone una grinta e un senso del gol da vero predestinato e non sorprende che la sua vita sportiva si sia intrecciata alla perfezione con l’universo Toro, la cui tifoseria lo ha issato a idolo indiscusso. Se al Palermo – che contribuì a riportare in Seria A – abbiamo cominciato a conoscere “il Gallo” (soprannome dovuto alla sua esultanza tipica) con la casacca granata stiamo cominciando a vedere la trasformazione di un attaccante che più che gallo assomiglia sempre più ad un vero toro per l’irruenza e il carisma con cui condiziona i 90 minuti. Una personalità così impattante sulla partita a Torino era davvero tantissimo che non si palesava. Per certi versi una sorta di Bobo Vieri. Ma infinitamente più tecnico.

Una delle caratteristiche principali del ragazzo cresciuto a Calcinate è la capacità di poter segnare in qualunque modo. Dettaglio banale quanto incredibilmente raro da trovare. Ed è proprio questa dedizione per il gol – oltre al già sottolineato altruismo – che gli ha permesso di scalare le gerarchie nazionali fino a giungere al grado di titolarità con la maglia azzurra. Per Ventura – che è fine Maestro nel valorizzare i giovani (Ciro Immobile ne sa qualcosa) – Andrea Belotti rappresenta il prototipo di attaccante a cui affidare la sua Nazionale per i prossimi Mondiali e magari anche oltre. Una coppia d’attacco che in Russia potrebbe essere tutta “made in Calcinate” visto i prodigi che Manolo Gabbiadini ha iniziato a fare in quel di Southampton.

E chissà che alla fine di questa meravigliosa stagione per Andrea Belotti non arrivi anche la Scarpa d’Oro. Sarebbe l’incoronazione ufficiale di un ragazzo che sembra pronto a lasciare un segno veramente importante nella storia del calcio italiano. 

Giacomo Corsetti

@giacomocorsetti