È pronto un nuovo numero di Demography con due nuove tracce, che amerete o forse no, nel frattempo ve le faremo ascoltare. Oggi tocca a Thad Kopec e The Colorist & Emiliana Torrini remixati da Dan Carey.
Il primo artista arriva da Nashville, patria del country, sede attuale della Third Man Records e dunque del poco talentuoso Jack White. Tralasciamo queste genialità citate a caso e parliamo di Thad Kopec. Il pezzo di questo giovane americano del Tennessee che ascolterete oggi, si chiama Second Best, estratto dal futuro album The Shadow and the Caster. Ci troviamo davanti un brano che racchiude in sé mille influenze. Tra le sue muse ispiratrici dichiarate, Thad Kopec ingloba il Bon Iver pre 22, A Million, The National, Joanna Newsom e Laura Maling, ma il vero motore che innesca il brano e la sua produzione musicale, è il suo rapporto con la notte, che nasce dalla più banale delle cause, ovvero l’insonnia. Thad Kopec ha infatti passato alcuni anni in una fattoria della Florida, dove frequenti attacchi di insonnia lo portarono a confrontarsi con l’ambiguità dell’oscurità. Mentre a noi comuni mortali viene voglia di tirare giù tutti i santi del calendario, rigirandoci nel letto, Thad Kopec compone, trasforma questo stato di veglia e sogno in musica, analizza la vita quotidiana filtrandola attraverso il fascino della notte.
Oltre alle influenze musicali, The Shadow and The Caster, si rifà anche a quelle del mondo letterario, che sono tante. Si parla di Borges, John Donne, e di testi religiosi e mitologici che aiutano Thad a creare i propri mondi narrativi.
The Second Best è definito pop barocco, e visto e considerato che di solito l’aggettivo barocco si usa per indicare qualcosa di imponente ed eccessivamente sfarzoso, non penso la definizione possa essere considerata appropriata. Si, c’è qualche “ghirigoro” costruito dalla presenza degli archi che entrano a infarcire la musicalità del pezzo, ma niente di pomposo. Quello che invece si nota subito è la sfera intimistica che avvolge il brano. The Second Best è Thad Kopec, o perlomeno, una parte del mondo di Thad.
Il secondo brano è un remix accompagnato da un video. Due in uno, gente! Sì, ma andiamo con ordine. In Dicembre Rough Trade ha pubblicato il disco frutto della collaborazione fra Emiliana Torrini e The Colorist Orchestra, un album live che contiene nove canzoni dal catalogo di Emiliana e due brani inediti, uno dei quali When We Dance. Emiliana Torrini è una cantante italo islandese, che ha all’attivo diversi progetti, oltre alla sua carriera da solista. Tra le varie cose ha anche partecipato alla colonna sonora del secondo film della saga Il Signore degli Anelli (Le due torri), firmata da Peter Jackson. The Colourist Orchestra si forma invece nel 2013, fondata da Aarich Jaspers, è formata da altri sette componenti polistrumentisti.
Lo scorso anno questi due progetti si uniscono e danno vita all’album live di cui si è parlato sopra, che porta proprio il nome di questo sodalizio musicale, The Colorist & Emiliana Torrini. Non è finita certo qua. Un brano del citato disco, When We Dance, è stato remixato dal londinese, e già collaboratore della Torrini da diverso tempo, Dan Carey. Carey lavora infatti con Emiliana da molti anni, come producer ha prodotto il suo album uscito nel 2015, Fisherman’s Woman, e ha lavorato come autore, produttore o remixer con artisti diversi come Kylie Minogue, Franz Ferdinand, Sia, Tame Impala, Bats For Lashes, e molti altri ancora. Insomma un curriculum di tutto rispetto.
La versione remixata del brano è indubbiamente ben fatta, e l’accostamento del video diretto dai registi belgi Jasper Rigole e Hannes Verhoustraete è più che azzeccato. Ora, chiamatemi nostalgica e conservatrice, ma la versione originale di When We Dance mi piace di più, anche se devo ammettere che quella remixata da Carey conferisce una nota dark che non è niente male. Finirà che a furia di ascoltarla, sarà questa la versione che amerò di più. Intanto ve la facciamo sentire e guardare.