Muslim Ban: cos’è e perché nessuno lo vuole

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Una delle prime mosse come neoeletto Presidente degli Stati Uniti di Donald Trump sulle prime pagine di tutto il mondo: se sei musulmano? non entri. Che cos’è il Muslin Ban.

Manifestante contro il Muslim Ban

Manifestante contro il Muslim Ban

Mentre in Italia gli ascolti di Sanremo arrivano intorno al 50% di share, nei minuti finali della puntata di giovedì sera dedicata alla storpiatura di brani storici del panorama musicale italiano, negli Stati Uniti la Corte Federale di San Francisco ha bocciato il “Muslim Ban” dichiarando che “Invece che presentare prove per spiegare la necessità dell’ordine esecutivo, il governo aveva stabilito che noi non dovessimo affatto giudicare la sua decisione” ed hanno aggiunto che nessuno dei Paesi indicati nell’ordinanza di Trump abbia mai commesso attacchi terroristici ai danni degli Stati Uniti.
Trump ha subito attaccato la scelta della Corte Federale annunciando che sarà fatto ricorso alla Corte Suprema: al momento la Corte Suprema del Paese è composta da quattro giudici democratici, tre repubblicani ed un indipendente e a quanto pare vige una situazione di stallo con quattro giudici schierati a favore della bocciatura al Muslim Ban e quattro a sfavore. Trump aggiunge in un tweet che con il Muslim Ban c’è in ballo l’intera sicurezza della nazione e ha intenzione di proseguire la sua strada.

Donald Trump - Muslim ban

Donald Trump – Muslim ban

Ma in cosa consiste questa ordinanza?

L’ordine esecutivo è stato firmato il 27 gennaio 2017 dal neopresidente Trump con la premessa che quest’ordine “protegge la nazione dall’ingresso di terroristi musulmani negli Stati Uniti” ed ha subito creato i primi disagi con manifestazioni, cause e insoddisfazione contro l’attuale esecutivo.
L’ordine prevede un insieme di disposizioni circa le politichediaccoglienza verso i migranti e un blocco alla libera entrata nel Paese per i cittadini di sette Stati a maggioranza musulmana.
In particolare, prevede che:
– Per 120 giorni è sospeso l’intero sistema di ammissione dei rifugiati nel Paese;
Sospende il programma di accoglienza dei profughi siriani a tempo indeterminato ad eccezione per i possessori della “Green Card”;
Limita per 90 giorni l’ingresso ai cittadini e migranti di sette nazioni a maggioranza musulmana quali Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen;
– Sono soggetti a queste decisioni anche i cittadini con doppia cittadinanza se la seconda appartiene ad uno stato con maggioranza musulmana;
– Viene stabilita la priorità in entrata nel Paese per i migranti che fuggono per persecuzione religiosa a patto che appartengano ad una minoranza religiosa nel proprio Paese di origine (insomma, i cristiani in Siria rappresentano una minoranza);
Trump abbassa il numero massimo di profughi accettati nel Paese di qualsiasi nazionalità da 110mila a 50mila.

Le conseguenze immediate a quest’ordine esecutivo varato pochi giorni fa sono passate alla cronaca di tutto il mondo per via degli oltre 200 blocchi avvenuti in porti e aeroporti statunitensi che hanno causato manifestazioni contro l’attuale Presidente e una serie di processi legali contro questa legge da parte di coloro i quali hanno visto negato il loro regolare ingresso nel Paese.
La stampa USA annuncia che moltissime aziende hanno subíto e possono subire un enorme perdita a causa di questa ordinanza e afferma che i settori maggiormente colpiti sono quelli ospedalieri, universitari e tecnologici, basti pensare a 200 impiegati di una delle aziende più importanti del Paese come Google che rischiano il proprio lavoro e chissà quante altre piccole aziende rischiano lo stesso.
Parole alla Corte Suprema.

Giammario Spada per RadioEco