A seguito delle dimissioni di Matteo Renzi, Sergio Mattarella ha dato vita alle consultazioni, nominando come nuovo Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Partendo dal principio vorremo raccontarvi un po’ di storia politica italiana: siamo nel lontano febbraio 2013, mese in cui si ricorse al voto dopo lo scioglimento anticipato delle Camere. Non ci fu una maggioranza predominante: a confronto vi erano tre schieramenti (i più imposrtanti), “Italia. Bene comune” guidata da Bersani, “il popolo della libertà” con Berlusconi e il Movimento 5 stelle. Alla Camera dei deputati la coalizione guidata da Bersani raggiunse il premio di Maggioranza nonostante lo scarto dal PDL di 0.30%, mentre al Senato nessuno raggiunge la maggioranza assoluta (158 seggi) e si crea per la prima volta nella storia italiana uno stallo politico. La situazione venne risolta da Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica del tempo, che a seguito della consultazione con un gruppo definito poi dei “10 saggi”, ha sentenziato di affidare il ruolo di Presidente del Consiglio ad Enrico Letta. Il governo Letta trova la maggioranza a seguito dell’accordo con le forze politiche di destra, soprattutto con per via della nomina di Vicepresidente del Consiglio ad Angelino Alfano.
Dopo ormai tre anni siamo ancora qui a parlare di governo. Enrico Letta fu sostituito dopo soli otto mesi da Matteo Renzi che cambia alcuni aspetti della sua maggioranza, ma sostanzialmente si mantiene la maggioranza con i due nomi più importanti della scena politica, Verdini e Alfano.
Dopo le sue dimissioni il compito di formare la squadra di governo è stato affidato a Paolo Gentiloni, già Ministro degli Esteri nel governo Renzi.
Gentiloni crea la sua lista di ministri che è messa difronte alla mozione di fiducia posta alle due camere, ma quali sono i ministeri e a chi sono affidati?
– Esteri: il compito è affidato ad Angelino Alfano (NCD), già Ministro degli Interni nel governo Renzi;
– Interno: Marco Minniti (PD) storico sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti nel governo Letta e Renzi;
– Giustizia: Andrea Orlando (PD) che mantiene la sua carica;
– Difesa: Roberta Pinotti (PD) che mantiene la sua carica;
– Economia e Finanze: Pier Carlo Padoan (indipendente) che mantiene la sua carica;
– Sviluppo economico: Carlo Calenda (PD) che mantiene la sua carica;
– Infrastrutture e Trasporti: Graziano Delrio (PD) che mantiene la sua carica;
– Politiche agricole: Gian Luca Galetti (Unione di Centro) che mantiene la sua carica;
– Lavoro e politiche sociali: Giuliano Poletti (indipendente) che mantiene la sua carica;
– Istruzione: Valeria Fedeli (PD), sindacalista e già Vicepresidente Vicario del Senato, nuovo volto nel governo;
– Beni Culturali e Turismo: Dario Franceschini (PD) che mantiene la sua carica;
– Salute: Beatrice Lorenzin (NCD) che mantiene la sua carica.
Tra i Ministeri senza portafoglio troviamo:
– Rapporti con il Parlamento: Anna Finocchiaro (PD) che prende il posto di Elena Boschi;
– Pubblica amministrazione: Marianna Madia (PD) che mantiene la sua carica;
– Affari regionali: Enrico Costa (NCD) che mantiene la sua carica;
– Coesione territoriale e mezzogiorno: Claudio De Vincentis (PD);
– Sport: Luca Lotti (PD).
Movimento 5 stelle, Forza Italia, Sinistra Italiana, Fratelli d’Italia e Lega nord sono gli oppositori del nuovo Presidente del Consiglio e del suo governo. Affermano a vario modo che questo governo rappresenti un vero e proprio governo “Renzi-bis”, costruito con una maggioranza che non rappresenta la volontà popolare. Il grido più forte è quello dei “Grillini” che denunciano la scelta del Presidente della Repubblica affermando che la via migliore è quella di sciogliere le camere – compito esclusivo concesso al Presidente della Repubblica – e dare vita a nuove elezioni con qualsiasi legge elettorale per ristabilire la maggioranza che davvero rappresenta il popolo italiano. In discussione c’è il fatto che questo governo fu eletto con una legge elettorale incostituzionale e che quindi a priori non avrebbe alcun merito di rappresentare il popolo. Per di più questo governo e la relativa maggioranza non rappresenta l’ultimo voto a disposizione, ovvero il risultato della consultazione referendaria che ha visto vittoriosi con il 60% l’attuale opposizione.
Come avete potuto notare dalla nostra lista, più volte viene ripetuta la stessa frase, ovvero “che mantiene la sua carica”, per questa caratteristica non risulta incoerente chiamare questo Governo “Renzi-Bis”, ma bisogna annotare giusto qualcosa: Verdini potrebbe non far parte della maggioranza, il Senato deve esprimersi a momenti e Gentiloni potrebbe seguire una linea politica assai diversa da quella del suo predecessore. Non ci resta che aspettare, ma quello che è sicuro è che Gentiloni ha affermato che occorre lavorare insieme per dare all’Italia quel senso di cambiamento che si voleva attribuire con il referendum costituzionale.
Per RadioEco Giammario Spada.