Referendum Costituzionale: vince il NO e Renzi si dimette

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Il 59,11% del 68,45% di coloro che sono andati a votare al referendum ha deciso di dire NO alla riforma costituzionale e Renzi oggi si dimette

Vince il NO al Referendum

Vince il NO al Referendum

È il cinque dicembre e siamo tutti ancora vivi. Già, sembra strano dopo tutto quello che avevano profetizzato per il dopo referendum, eppure non c’è stato alcun diluvio, il sole è sorto, nessuna apocalisse, la peste non sembra ancora esser pervenuta, sotto casa non ci aspetta nessuna accozzaglia (cit.) pronta a farci il mazzo e nessun serial killer (cit.) ci ha fatto fuori. Però qualcosina è successa. Nella giornata di ieri il 68,48% degli aventi diritto si è recato alle urne per decidere se approvare o meno il quesito referendario, sulla cui obiettività si è molto discusso, che recitava: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione?”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?». Ebbene, il 59,11% dei votanti ha deciso di dire NO alla legge costituzionale contro il 40,89% dei favorevoli alla riforma. E pensare che quel 40 era il numero fortunato di Renzi fino a poco fa (si pensi al 40,8% delle elezioni europee, al 40% previsto dall’Italicum per avere il premio di maggioranza e all’età di Renzi stesso che ha poco più di 40 anni).

Non c’è che dire, si è andati contro qualunque pronostico. Nessuno si aspettava un tanto largo distacco tra i due fronti ma soprattutto nessuno si aspettava un’affluenza così alta specialmente in virtù del fatto che non era previsto alcun quorum dal momento che si trattava non di un referendum abrogativo bensì di un referendum confermativo. Infatti nel referendum costituzionale del 2001 l’affluenza si fermò al 34,10% mentre in quello del 2006 si recò alle urne il 52,46%.

Renzi dopo il NO si dimette

Renzi dopo il NO si dimette (foto presa da tgcom24.mediaset.it)

Due dati rilevanti sono quello che riguarda il sud-Italia in cui in tutte le regioni c’è stata una netta prevalenza del NO e quello relativo al voto delle varie fasce d’età, infatti tra coloro che hanno tra i 18 ed i 34 anni il 68% ha votato contro la riforma, come anche coloro che hanno tra i trentacinquenni e i cinquantaquattrenni tra cui il 63% ha messo la croce sul NO, mentre tra gli ultra cinquantaquattrenni il 51% ha deciso di votare per il SÌ. Dopo un’ora e dieci minuti dalla chiusura dei seggi Matteo Renzi si è presentato nella sala stampa di Palazzo Chigi. A tratti quasi commosso, Renzi si è subito assunto tutte le responsabilità della sconfitta, si è dichiarato soddisfatto per l’alta affluenza, si è complimentato con tutti coloro che si son battuti per il SÌ ma ha ribadito la propria esclusiva responsabilità nonostante abbia affermato di aver fatto il possibile. Proprio per questo, come aveva detto sin dall’inizio, ha ritenuto necessario concludere l’esperienza del suo governo annunciando un Consiglio dei Ministri nella data di oggi prima di recarsi al Quirinale per dare le dimissioni dinanzi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Intanto M5S e Lega chiedono di andare subito alle elezioni facendosi andare bene anche il tanto discusso Italicum ma sono molti gli scenari aperti. Un governo tecnico per approvare la legge di bilancio e fare una nuova legge elettorale guidato dal Ministro dell’Economia Padoan? O dal Presidente del Senato Pietro Grasso? O, addirittura, un Renzi bis?

Farouk Perrone per RadioEco