Snowden di Oliver Stone – Recensione

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Nell’epoca della post-verità – parola dell’anno secondo l’Oxford Dictionary – comprendere cosa succede veramente nel mondo risulta molto complesso. Ma capire come il mondo potrebbe cambiare per la scelta etica di un singolo individuo è veramente elettrizzante. Ecco il motivo principale per vedere il film Snowden, con Joseph Gordon-Levitt e Shailene Woodley, diretto da un brillante Oliver Stone.

Eroe o traditore? Il lungometraggio ripercorre la vera e attualissima vicenda dell’ex tecnico informatico della Cia Edward Snowden che lavorava anche come consulente della National Securtiy Agency degli Stati Uniti. I dati confidenziali e le informazioni segrete che possedeva sono stati rivelati al giornalista Gleen Greenwald del The Guardian, consentendogli anche di vincere il premio Pulitzer per l’inchiesta. La scena si apre nel 2013, in una stanza di un hotel, ad Hong Kong. Qui Snowden, allora ventinovenne, è in procinto di consegnare tutto le notizie in suo possesso sui programmi di spionaggio di massa del governo statunitense e britannico. Al contempo è ripreso dalla documentarista Laura Poitras.

"Snowden" - Joseph Gordon-Levitt

“Snowden” – Joseph Gordon-Levitt

Il datagate a cui ha dato inizio il caso Snowden è emblematico della società contemporanea e rappresenta uno spunto di riflessione unico. Il film di Stone ben ripercorre la storia, svelando il lato umano di Ed, che sembra scegliere di rivelare la verità al mondo proprio quando gli viene confessato che anche la sua fidanzata Lindsay Mills è spiata dall’intelligence. Un esempio di coraggio esemplare e di etica inversa che lo porta ad agire contro i suoi capi. Lo scontroso e ossessionato Snowden sceglie infatti di delimitare la propria libertà per la libertà del mondo.

Ipnotico e elettrizzante, il lungometraggio ha i tratti del documentario e del film biografico con l’adrenalina di una vicenda ancora aperta e una fotografia frenetica scevra di preziosismi e diritta al punto. La colonna sonora quasi completamente orchestrale e l’architettura in flashback permettono un’agile narrazione che a tratti commuove, intriga, indigna e fa riflettere. Un’energica combinazione di testimonianza e drammatizzazione del reale che si discosta dal filone del cinema complottista, avendo essenzialmente un intento civico e didattico. Quello che Stone pare dirci è che se tutti fossimo un po’ Snowden nel nostro quotidiano, il mondo forse sarebbe un posto migliore. O forse no, perché per molti altri saremmo dei traditori. Il punto di vista è la chiave di volta di una vicenda internazionale. Ma l’intento è quello di restituire allo spettatore l’arma della riflessione, il coraggio di agire e il brivido di fare la cosa sbagliata e giusta allo stesso tempo.

"Snowden" - Joseph Gordon-Levitt

“Snowden” – Joseph Gordon-Levitt

È un film e una vicenda da prendere a esempio. Attualmente Edward Snowden si trova a Mosca dove gli è stato rinnovato il passaporto per altri tre anni. Alcune associazioni internazionali come Amnesty International hanno richiesto la grazia, ma né l’ex presidente Barack Obama né la sconfitta Hillary Clinton hanno acconsentito.

Alessio Foderi per RadioEco