Giovedì 24 Novembre presso l’Aula magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali si è svolto l’evento “Ozono e vegetazione: il contributo della ricerca italiana”.
Il secondo ritrovo a livello nazionale organizzato dal professore ordinario e membro del Senato Accademico Giacomo Lorenzini, in cui vari gruppi di ricerca attivi in Italia si confrontano sulla situazione dell’ozono troposferico, l’inquinante atmosferico più diffuso e pericoloso per gli organismi. In occasione del decennale dell’incontro, l’Università di Pisa in collaborazione con “TerraData environmetrics” e “Fondazione Edmund Mach Centro Ricerca e Innovazione” organizzano una giornata di studio per valutare gli aggiornamenti emersi negli ultimi 10 anni dalla ricerca italiana su tali argomenti, ovvero dal precedente e primo incontro svolto presso la medesima sede il 24 Novembre 2006.
Una giornata che ha tenuto i ragazzi impegnati dalle prime ore del mattino fino alle ultime del pomeriggio, i quali hanno imparato da professori e ricercatori provenienti da tutta Italia: dal professor Manes dell’ “Università La Sapienza” di Roma al professor Ballarin Denti dell’ “Università Cattolica” di Brescia, dal dottor Marco Ferretti di “TerraData” al ricercatore Paolo Cherubini dell’Università di Zurigo, i quali hanno aggiornato gli studenti sui progressi della ricerca scientifica parlando della situazione attuale dell’ozono nelle varie regioni della penisola, dell’impatto di tale gas sulla vegetazione, i danni che può causare anche all`essere umano e molte altre tematiche. “Negli ultimi 10 anni stanno calando le concentrazioni di Ossidi di Azoto, quindi dovrebbe calare anche la concentrazione di Ozono, invece questo non è avvenuto. C’è ancora molto da capire su queste tematiche, e mi auguro che nei prossimi anni si riesca a scoprire molto di più”. Con queste testuali parole il professor Cherubini cerca di fare luce sulla situazione attuale della ricerca, affermando che sono stati fatti grandi progressi, ma rimangono ancora molti misteri su cui la scienza ha ancora molto da lavorare. Egli ha concesso pochi minuti anche a noi di Radioeco.it, in cui approfondisce questi argomenti.
Di seguito l’intervista al professor Cherubini
Alessio Boi per RadioEco