In Guerra per Amore, la conferma che Pif è autore vero

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In Guerra per Amore è una commedia raffinata e brillante di denuncia contro la mafia ed i metodi per hanno decretato la sua riaffermazione in Sicilia. Senza far mancare l’humour che lo contraddistingue, Pif ha fatto ancora centro.

Raffinato quanto pungente, senza far mancare tuttavia quella parte umoristica e fiabesca che ormai risiede nella sua cifra stilistica. In Guerra per Amore di Pif è semplicemente la conferma di aver trovato un regista ed un autore di livello dopo il grande successo di qualche anno fa con La Mafia Uccide solo d’Estate. Impresa non così semplice come si potrebbe pensare, ma che Pif è riuscito a centrare senza perdere la genuinità del suo lavoro e la voglia di denunciare, con sfumature diverse dal tradizionale, la Mafia e la sua storia recente.

Divisa tra New York e  la cittadina di pura fantasia, Crisafulli, in Sicilia, In Guerra per Amore racconta le vicende del giovane Arturo Giammarresi (Pif) che decide si arruolarsi per l’imminente sbarco in Sicilia dell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale, pur di ottenere il tanto sospirato “si” dal padre della sua amata Flora (Miriam Leone) promessa in sposa dallo zio al figlio di un boss mafioso italo-americano. Assieme ai due protagonisti, il cast comprende la giovane Stella Egitto nei panni di Teresa, una giovane madre che spera nel ritorno del marito partito per il fronte ed Andrea Di Stefano nella parte di Philip Catelli, superiore di Arturo.

Tra situazioni comiche a cui contribuiscono alcuni personaggi caratteristici del paesino siciliano, e momenti di tristezza profonda, risiede anche qui quella caratteristica essenziale nei film di Pif, ovvero la volontà di narrare cosa è stata e cosa ancora è la Mafia. Se per il primo film il filone storico sia era concentrato dall’affermazione corleonese fino all’omicidio di Borsellino, stavolta l’opera didattica di In Guerra per Amore parte da quella che si ritiene sia la causa del riaffermarsi di Cosa Nostra nei territori siculi: ovvero, lo sbarco in Sicilia degli americani.

In maniera analoga a quanto già avvenuto ne La Mafia Uccide solo d’Estate, il finale in stile “forrestgumpiano” racchiude in sé un climax da brividi. Cambia la struttura, ma non la sostanza. Un momento di triste riflessione che riesce ancora una volta a scuotere per lasciare lo spettatore in doveroso silenzio prima di alzarsi dalla poltrona. La bravura di Pif sta anche in questo. La sensazione che certe cose siano ripetitive nei modi viene soffocata da una genuinità narrativa che dona leggerezza a tutta la visione e che In Guerra per Amore continua ad incantare conquistando l’attenzione del pubblico. Proprio come la conquisterebbe un asino se passasse volando davanti ai nostri occhi.

Giacomo Corsetti

@giacomocorsetti