Alberto Bianco cantautore torinese degli anni ’80 che non ha paura di mettersi in gioco e lo dimostra in momento in cui la cultura, purtroppo, ha un ruolo marginale.
Nella canzone La notte porta conigli, traccia che apre il secondo album Storia del futuro, Bianco canta “Le poesie fanno piangere le donne / per questo da grande vorrei fare il poeta / non per diffondere la cultura / ma per la paura di essere felici in due”; oltre all’aspetto romantico, il cantautore vuole stimolare la sveglia che ancora ritarda in questa società. Alberto sottolinea una quotidianità non banale come in “le stelle di giorno”; critica il mondo musicale che si plasma sulle richieste commerciali; ci offre tante canzoni da dedicare: Fulminato, Quello che non hai, Aeroplano. Con Alberto Bianco non c’è mai da stancarsi.
Poche ore prima della penultima esibizione del #fumolultimatour abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con Bianco sui divani del Locomotiv Club . Ecco a voi l’intervista.
Sul palcoscenico del Locomotiv Club di Bologna, istituzione della scena musicale indipendente, Bianco non ha deluso le aspettative nonostante l’influenza. Evidente è stata l’energia di un gruppo consolidato, che vive fuori casa a partire dall’uscita dell’ultimo disco Guardare per aria; quindi da due anni in tour per lo stivale. La famiglia Bianco non ha bisogno di giochi scenografici o di luci particolarmente studiate, perchè ci pensano le parole e la musica a riempire gli angoli del Club. Alberto e tutto il gruppo si comportano da veri professionisti ma al tempo stesso riescono a sfondare la quarta parete ed essere amici con il pubblico. Poche chiacchiere e tanta musica è l’ingrediente che li caratterizza, ma non solo questo è il sapore della loro identità: durante il concerto, il chitarrista Damir Nefat rimane orfano di una corda, mancavano poche battute al suo “solo” che magicamente non è venuto a mancare, dimostrazione di un team collaudato. Per rispettare una grande festa, non sono mancate le sorprese e infatti quasi alla fine sul palco si è aggiunta un’altra chitarra, quella di Federico Poggipollini, che magistralmente ha attirato l’attenzione del pubblico ma anche quella del gruppo stesso. Per capire chi è Alberto Bianco non c’è da studiare la sua biografia, basta mettere un disco (ora anche in Vinile “Guardare per aria”) e ascoltare attentamente. Un consiglio per ingannare l’attesa dei prossimi live, del prossimo disco, aggiungete in playlist Nostalgina, Storia del Futuro, Guardare per aria.
Luqa Micheletti