Guido Romeo all’IF2016: “Trasparenza diritto più importante dopo quello di voto”

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“Silenzi di Stato”: Intervista al giornalista Guido Romeo intervenuto all’IF2016 per la presentazione del suo ultimo libro scritto insieme all’avvocato Ernesto Belisario.

Ultima giornata all’Internet Festival 2016 con la presentazione di “I Silenzi di Stato – Storie di trasparenze negate e di cittadini che non si arrendono” scritto dal giornalista Guido Romeo insieme all’avvocato Ernesto Belisario.

Guido Romeo è un giornalista specializzato in economia e data-journalism. E’ co-fondatore dell’associazione no-profit Diritto di Sapere. Scrive per Il Sole 24 Ore e Vogue. Guido Romeo ha vinto il premio Voltolino 2009 per la divulgazione scientifica, l’Amundsen prize 2008 per il giornalismo sul cambiamento climatico, il Premio Piero Piazzano nel 2007 per il giornalismo scientifico ed il Premio Astra Zeneca 2004 per la comunicazione scientifica.

Guido Romeo, da dove nasce l’idea per questo libro e cosa sono i “silenzi di Stato”?

L’idea è nata dopo anni che lavoriamo su questo tema, sia con Ernesto (Belisario) che con altre persone, per far capire quanto sia importante la trasparenza. Dire che non è un obbligo amministrativo ma è qualcosa che tutti i cittadini devono pretendere, che è estremamente importante. Ogni storia nel libro racconta una ragione per la quale è importante. Queste storie sono state studiate per settore, quindi dalla salute all’ambiente, dalle spese dei contribuenti e della politica. Mostriamo che qualsiasi aspetto nella nostra vita quotidiana è interessato dalla trasparenza ed è migliorabile grazie ad essa. I “Silenzi di Stato” è una variazione importante rispetto ai “Segreti di Stato” perché il segreto di Stato è qualcosa che esiste nel diritto italiano ed è protetto dall’ordinamento italiano per interessi che lo Stato ha deciso di proteggere. Mentre questi sono silenzi di Stato, cioè cose che dovremmo sapere. Per fortuna l’ultima legge ha abolito il “silenzio diniego”.

A breve dovrebbe essere introdotto il FOIA,  cosa comporterà l’introduzione di questa nuova norma?

La legge dovrà essere assolutamente applicata dal 23 dicembre 2016. Con questa norma si andrà a togliere quello che era il grande difetto della L. 241/1990, ovvero l’indispensabilità di un interesse legittimo e qualificato per chiedere informazioni di un certo tipo. Ad esempio, un cittadino residente a Firenze non poteva chiedere informazioni sulla qualità dell’area di Pisa. Ed in realtà questa “dell’interesse qualificato” è una scappatoia utilizzata spessissimo dall’autorità amministrativa che entra molto nel merito su quale sia il tuo interesse, come nel mio caso sui derivati nel quale addirittura si era detto che il giornalista non ha un interesse qualificato a conoscere perché non rappresenta l’interesse del pubblico a conoscere. Cioè il diritto di cronaca non esiste e questo è un abominio che contraddice altre sentenze del Consiglio di Stato.

In pratica, cosa è la trasparenza e quanto è grande il problema in Italia rispetto agli altri problemi dell’Unione Europea?

La mancanza di trasparenza. per esempio, è come andare al cinema, pagare il biglietto e non poter vedere il film. Quindi te lo devi far raccontare da chi l’ha visto e se questo non vuole poi gli devi far causa in tribunale. Vuol dire che si pagano le tasse per finanziare un sistema che prende informazioni su di te e la tua famiglia ma non puoi conoscerle. E’ una cosa gravissima. Noi nel libro diciamo che è il diritto più importante dopo il diritto di voto anche perché lo qualifica in qualche modo. Rispetto agli altri paesi europei noi siamo in posizioni diverse. Rispetto ai paesi nordici siamo molto indietro. La Svezia svetta con la migliore qualità della trasparenza anche per una questione culturale visto che la loro legge risale a circa 250 anni fa. L’Inghilterra ha fatto balzi enormi perché hanno passato il loro FOIA (Freedom of Information Act) all’inizio del 2000 e quindi lo hanno perfezionato e funziona molto bene. La Francia non ce l’ha ed è in una condizione molto simile alla nostra mentre la Spagna è messa peggio di noi con una legge molto frammentaria e che ha complicato la vita a molte associazioni per la trasparenza. Sulla carta l’Italia è ancora molto indietro rispetto anche ad altri paesi come il Messico che ha fatto un’ottima legge considerata la migliore del mondo. Poi sulla sua applicazione vedremo. 

Giacomo Corsetti

@giacomocorsetti