Al Teatro Verdi di Pisa per l’edizione 2016 dell’Internet Festival è intervenuto il giornalista e direttore de La Repubblica Mario Calabresi con un panel riguardante la Rete nei suoi aspetti positivi e negativi.
Come poteva non trovare posto all’Internet Festival 2016 la questione relativa ai social e la Rete nella sue sfumature negative e positive? Sopratutto dopo gli ultimi casi rumorosi (Gianni Morandi e Diletta Leotta) e drammatici (Tiziana Cantone) che hanno caratterizzato il dibattito pubblico nell’ultimo mese. Forse aveva ragione Umberto Eco quando affermava, diversi anni fa, che internet aveva dato un’occasione di visibilità a frotte di “imbecilli” che prima si radunavano soltanto nei bar di provincia. O forse no. C’e che sicuramente internet ha cambiato in maniera indelebile i modi e le responsabilità di chi fa informazione.
Tutto questo è stato al centro del panel dal titolo “La vita e la morte in rete – La responsabilità di chi fa informazione”, svoltosi al teatro Verdi di Pisa con protagonista il giornalista e direttore de La Repubblica Mario Calabresi il quale ha ripercorso le tappe (anche personali) che hanno fatto evolvere le modalità dell’informazione con l’avvento sempre più prepotente e marcato di Internet. Dalle vecchie macchine da scrivere alle corse verso il primo telefono pubblico da “rubare” al collega. All’avvento dei primi cellulari fino alle dirette effettuate sui social tramite un telefono. Un’universo che è cambiato collegando in maniera sempre più simultanea e istantanea i fatti giornalistici che i professionisti del settore sono portati ad illustrare. Cambiamenti che portano con sé ulteriori responsabilità ed attenzioni da parte dei giornalisti nella selezione e nel controllo delle innumerevoli informazioni con cui si trovano a fare i conti. Inevitabilmente il rischio di riportare come vera una notizia fasulla è molto alto.
L’aumento delle capacità informative ha innalzato allo stesso tempo la responsabilità del giornalista a compiere ricerche per verificare la veridicità dei contenuti su cui sarà portato a lavorare. Come un’arma a doppio taglio. Un’evoluzione tecnologica che pare ancora senza un limite certo e che potrebbe portare negli anni a venire ad ulteriori cambiamenti nel modo di fare informazione nel mondo giornalistico.
Giacomo Corsetti
@giacomocorsetti