Doveva ritirarsi per via di quel maledetto polso. Invece Juan Martin Del Potro alla fine è tornato nel tennis. Un ritorno fatto d’emozioni.
Doveva ritirarsi Juan Martin Del Potro. Soffocato da quei problemi al polso sinistro che lo hanno tenuto fermo per più di due anni e che lo hanno costretto a due operazioni, a tanti mesi di stop e di riabilitazione. Ci eravamo quasi abituati all’assenza di quel gigante dallo sguardo perennemente buono e malinconico che come pochi ha contribuito a trasformare partite in incontri epici, da tramandare ai posteri. Provate a guardarvi la semifinale di Wimbledon 2013 contro Novak Djokovic oppure la più emblematica di tutti, quella semifinale alle Olimpiadi di Londra 2012 contro Roger Federer che ha messo in mostra tutta la generosità ed il talento di un tennista oramai osannato da ogni pubblico che si trova ad ammirarlo.
Djokovic e Nadal all’Olimpiade e, per ultimo, Murray in terra scozzese in Coppa Davis. In un mese e mezzo ha inanellato imprese titaniche al limite del commovente quanto gli scudetti della Juventus, donando a questa annata tennistico un brivido di passione che si è diffuso da Rio a New York fino a Glasgow. Il pubblico, sempre emotivamente attratto da storie di rinascita come quella di Del Potro, non ha potuto far altro che innamorarsene. Ad ogni partita, una bolgia dal sapore poco tennistico e molto calcistico (senza gli eccessi ultras ovviamente), ha trascinato quel ragazzone tanto forte quanto sensibile, la cui sfortuna gli ha impedito di raggiungere molto di più di quell’unico Slam (anche quello epico) vinto a New York nel 2009 contro Roger Federer.
Dietro alle lacrime versate per l’ovazione dell’Arthur Ashe durante l’ultimo Us Open c’e tutto Juan Martin Del Potro. Dalla caduta alla paura di non tornare più a giocare. Dalla speranza alla rinascita. Senza chiederlo è divenuto eroico. Si è fatto speranza ed umiltà. Si è fatto storia.
Non poteva finire con un ritiro silenzioso e dietro alle quinte. Era nel destino di Del Potro l’incoronazione per acclamazione popolare. Per lui è già pronta la santificazione in caso di vittoria in Coppa Davis contro la Croazia. Sarebbe l’epilogo perfetto ad una stagione dal sapore magico. Adesso che lo abbiamo ritrovato la speranza è di non vederlo scomparire di nuovo. Non lo meriterebbe. Non lo meriteremmo.
Giacomo Corsetti
@giacomocorsetti