Le 10 canzoni di maggio che vi siete persi e che dovete assolutamente ascoltare

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Prima di cominciare vorrei scusarmi per il ritardo di questo mese. Oltre alla mia naturale tendenza a scansare ogni fatica e a rimandare qualunque impegno almeno fino al giorno del Giudizio, stavolta s’è messo d’ostacolo anche il Roland Garros, a cui ho ovviamente sacrificato tutto il mio tempo libero, dietro ai soliti sfigati che non vincono mai o quasi – come non potrei? L’esito, aggiungo per dover di cronaca, è stato l’incubo che si avverava, vedere la coppa nelle mani prima della Sharapova, nostra signora d’isterismo, e poi di Nadal, pronto a non mollarla neanche cadavere – orrore! Ma cominciamo.

Jeremih – Don’t Tell Em (feat. YG)

First thing first, come direbbe l’ormai superstar Iggy Azalea, viene Mustard, DJ Mustard. Neanche a dirlo è sua la bomba che esplode sotto il deretano di Jeremih, interpolata, ancora una volta, con una canzone Eurodance degli anni ’90. A questo giro è Rhythm Is a Dancer degli Snap!, per Show Me si era trattato invece di Show Me Love di Robyn S. Adoro quest’uomo.

Miranda Lambert – Platinum

Poi viene, e non so quanti da me se lo aspettino, una canzone country, ita est. Non passo giorno della mia misera vita senza ascoltarla ripetutamente dalle cinque alle venti volte e mezzo, anche tre quarti se il tempo non stringe, al giorno. A qualcuno sa di hip-hop. Forse è per questo che mi piace. A spingermi alla completa adorazione è comunque sufficiente l’incredibile ritornello che incomincia così: What doesn’t kill you only makes you blonder, / My heels and my hotels they just got taller. E che continua così: Somethin’ bout platinum irrefutably / Looks as good on record as it does on me. Mirabile, mirabile davvero.

Cher Lloyd – M.F.P.O.T.Y.

Altra ossessione del mese è stato il nuovo album di Cher Lloyd, Sorry I’m Late, subito diventato ciò che era, almeno per me, Stars Dance di Selena Gomez nel 2013, l’album POP, o forse meglio P.O.P. (Però Oh Però), dell’anno. Poiché trovo deliziose quasi tutte le tracce in esso contenuto, ho durato fatica a sceglierne una, muovendomi di canzone in canzone come un’ape sui fiori. Poi, un po’ per il titolo puntato (che sta semplicemente per MotherFucking Party Of The Year), un po’ perché ne apprezzo il piglio, ho scelto questa.

Yemi Marie – Love Bop

Dopo il primo, uscito all’inizio dell’anno, è stato ora pubblicato anche il secondo volume della serie We Invented the Bop con la quale DJ Moondawg ci fornisce un quadro della scena bop di Chicago. Particolarmente interessante è questa inedita versione R&B del genere, che ne lascia intravedere possibili sviluppi e magari anche la capacità di assaltare le classifiche. Il pezzo in questione si attiene scrupolosamente a raffigurare la solita vicenda da dancefloor, che, quando è una ragazza a raccontarla, è successo assicurato. Si ascolta qui.

M.I.A. – Baddygirl 2 (M.I.A. Partysquad Beyoncé Flawless Remix)

Per la gloria del secolo nostro, M.I.A. ha finamente reso pubblico il suo remix di Flawless con un brano del quale ci aveva sadicamente stuzzicato qualche tempo fa. Mentre quasi tutti, ma non proprio tutti, lo vedono come un omaggio a Beyoncé, ho come il sospetto che il verso This is for the women and of course Beyoncé dica tutt’altro. Se si considera che la produzione tutta hipster dell’originale (così come di tutto Beyoncé) è sostituita da una pacchianamente trap, che di quel pezzo non rimane nulla o quasi, e che ciò che si stente di Beyoncé appartiene invece ad una canzone diversa, Diva, potrei aver ragione. L’operazione risulterebbe così dada-gangsta da essere irrimediabilmente M.I.A., unica ed inimitabile baddygirl.

Jennifer Lopez – First Love

E poi viene l’estate e con essa Jennifer Lopez perché senza Jennifer Lopez l’estate non viene. E in questo caso non arriva neanche accompagnata a Pitbull, spudorato nel mostrarsi in una canottiera del tutta identica a quella sparita dai cassetti di mio nonno. Al posto suo compare in video David Gandy, che è come dire la stessa cosa.

Shy Glizzy – Catch a Body

Rum-ru-ra tanto figo sei già, rum-ru-ra lascia quella pistola là, rum-ru-ra che uccidi qualcuno mi sa.

PeeWee Longway – Situation (feat. Offset)

Ha intititolato il suo ultimo mixtape all’M&M blu, c’è quindi da aspettarsi che non stia troppo bene di testa, questo PeeWee Longway, ma ad Atlanta sono tutti un po’ toccati, mi sa. Per il momento impazzisce solo coll’Autotune, quasi un Future strampalato che è impossibile non amare. I want you to be my luh-uh-uhhhve.

Ester Dean – Get My Dough

Cfr. infra.

Nicki Minaj – Pills n Potions

Ora, quest’ultima canzone è qui riportata non altrimenti che per la sua inspiegabile bruttezza. Ne parlo soprattutto perché non riesco a trovare pace, incapace di figurarmi una spiegazione accetabile per questa triste vicenda. Dall’inizio dell’anno Nicki sforna una dopo l’altra canzoni hip-hop aggressive e perfette, ma poi, quando si tratta finalmente del nuovo tanto atteso album, viene fuori con una sconcezza tanto immonda. Il fatto che a produrla sia Dr. Luke, che, a quanto ricordo, era piuttosto bravo, oltre a mandare Ke$ha – ora senza più $, ma le abitudini sono dure a morire – in rehab, a ficcarti un ritornello in testa, come pure il coinvolgimento di Ester Dean, piuttosto incisiva persino svogliata (cfr. supra), infittisce ancor più il mistero. L’idea di prendersi gioco di coloro che reclamano la Minaj del tempo dei mixtape, dopo che la stessa Nicki l’ha menata in lungo e largo con l’annuncio del ritorno allo hip-hop duro e puro, era geniale, ma, alla fine, che è questa schifezza? Non me ne capacito ancora.

Luca Amicone