Parco della Cittadella (PI) – Trovare parcheggio è importante. Soprattutto a Pisa. Soprattutto sul lungarno. Succede che lo trovo, incredibilmente, ed entro nel parco di buonumore. I Venus in Furs stanno provando sul palco mentre il cielo li avvolge in un tramonto violaceo, quasi lilla, rendendo il soundcheck uno dei più suggestivi che abbia mai visto. Si tratta della seconda serata di Aspettando Metarock: 3 giorni di musica dal vivo, dal 9 all’11 maggio, in cui nel Parco della Cittadella si esibiranno, tra gli altri, di Brothers in Law, Brunori Sas e Nobraino.
Il concerto del cantautore calabrese è aperto dalla Filarmonica Municipale La Crisi e dai Venus in Furs, che da queste parti giocano in casa. Il gruppo pisano vanta la vittoria dell’Italia Wave e del Lucca Summer Festival, e nel 2011 ha partorito il disco d’esordio, Siamo pur sempre animali, con partecipazioni interessanti, quali quelle di Andrea Appino (The Zen Circus), Gianluca Bartolo (Pan del Diavolo) e Francesco Motta (Criminal Jokers). Dopo un tour in giro per tutta la penisola, in cui hanno diviso il palco con band come i Perturbazione o i Tre allegri ragazzi morti, nell’aprile 2013 i VIF hanno dato luce a BRA! Braccia Rubate all’Agricoltura, loro secondo disco.
In questo momento invece stanno lavorando sulla stesura dei pezzi che andranno a formare la loro terza fatica, come mi confida il batterista Giovanni Boschi. Sul palco i Venus in Furs si danno molto da fare, confermandosi uno tra i gruppi italiani più interessanti in circolazione.
Il parco è ormai stracolmo e le birre medie girano con una certa regolarità, segno inequivocabile che siamo giunti al momento clou della serata: Dario Brunori sale sul palco con tutta la Brunori Sas al completo, e attacca subito a suonare senza tanti giri di parole.
Sono ormai circa cinque anni che l’ascesa di Brunori pare inarrestabile, e negli ultimi due il successo ottenuto gli ha permesso anche di uscire dai panni del musicista in senso stretto per cimentarsi nei ruoli di produttore artistico (Maria Antonietta, Dimartino) e persino di attore (Goodbye Mr. President, regia di F. Nucci e N. Rovito). A febbraio è uscito il suo ultimo lavoro, Vol. 3: Il cammino di Santiago in taxi, registrato in un convento di Belmonte Calabro e prodotto dal giapponese Taketo Gohara, lanciato dal singolo Kurt Cobain.
Il tratto caratteristico di Brunori è quell’acuta ironia con cui affronta la realtà che lo circonda. Questo approccio rende l’esibizione piacevole e divertente, ma l’aggettivo secondo me più adatto è godibile.Gli intermezzi di pseudo-dialogo col pubblico contribuiscono ad alimentare un clima di sarcasmo e goliardia che fa letteralmente volare il tempo. Tra le soventi provocazioni, dichiara di aver escluso dalla scaletta i suoi brani più celebri (Rosa, Come stai, Guardia ’82), e tra un bis e l’altro si concede una parentesi di puro rock’n’roll, in cui si diverte a scimmiottare a modo suo storici riff di chitarra:
«Riescono anche a me, cosa credete? Dove sono le corna al cielo? Fatemi vedere le corna!»
Conclude con il binomio Sol come sono sol e Rosa, come sempre. La folla è entusiasta e lui, nel ringraziare sentitamente, appare per la prima volta serio. Il concerto è finito, è tempo di riporre la maschera istrionica di Brunori Sas. Quando ci dà il suo ultimo saluto, è semplicemente Dario.
Iacopo Galli
Redazione musicale