Le 10 canzoni d’aprile che vi siete persi e che dovete assolutamente ascoltare

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Future – I Be U

Non posso non cominciare da lui, Future, il mio rapper adorato, il più affascinante dei tempi recenti, con buona pace dei Kanye, dei Drake e di chiunque altro, sicuramente il più scopiazzato. Ha da poco pubblicato il suo secondo album, Honest, che ho amato pian piano, sempre più, infinitamente sfumato come la sua voce. Proclamo I Be U la canzone del mese e della vita. Due anime giungono per la loro affinità a fondersi, l’amato diviene l’amata, la metamorfosi compiendosi nella successione di piccoli privati momenti (I’m naked, you naked / And neither one of us tryna look for a blanket).

Iggy Azalea – Fuck Love

Il più forte disappunto del mese è senza dubbio seguito all’uscita della tanto attesa prima grande prova di Iggy Azalea, purtroppo malamente fallita. E non so se definire coraggio o avventatezza la scelta di dare ad un album alquanto insulso il titolo reboante di The New Classic. Comunque sia non tutto è da buttare, certamente da salvare questa dirompente Fuck Love. Fanculo l’amore, voglio i diamanti.

Charli XCX – Boom Clap

Il merito maggiore di quell’album è tuttavia ricordare al mondo sempre distratto dalle cose terrene la grandezza della divina Charli XCX, per il cui tocco ogni cosa diviene oro, anche un’innocua canzonetta per un film, che batte al ritmo del suo infallibile cuore. Del suo meraviglioso ritornello in Fancy avevamo intanto parlato il mese scorso all’interno dello speciale sul ratchet.

TĀLĀ – The Duchess

Per ora di questa fanciulla inglese nata da padre iraniano sono state svelate due tracce sole (questa The Duchess e Serbia), ma bastano comunque a farci trepidare per l’uscita imminente dell’EP di debutto. Debitrici in primo luogo della tradizione dance inglese (garage soprattutto), le sue produzioni riconnettono i residui culturali più disparati. Riaffiorano ora sogni gioiosi di bambina da paesi e tempi lontani, ora incubi notturni di visioni spaventose.

LAFAWNDAH – Jungle Exit

La commistione di suoni proveniente dalle più lontane parti dell’orbe terracqueo è ancora più evidente nelle canzoni techno-zouk (ammetto che detto così fa molto figo) di LAFAWNDAH, cresciuta a Parigi ma con ascendenze egiziane iraniane e inglesi. Ma ciò era per lei evidentemente ancora troppo poco e così ha deciso di incontrare nello studio di Guadalupe del produttore Jean Claude Bichara una produttrice di Porto, Garagembanda, per un EP sbalorditivo.

Diamond Version – Were You There? (feat. Neil Tennant)

Il senso di trasognata meraviglia che deriva da questa commovente canzone viene dall’apparentemente implausibile trasposizione della rassenerante voce di Neil Tennant, metà dei benamati Pet Shop Boys, che canta un famoso gospel sulla crocifissione di nostro Signore su una produzione techno-industrial massicciamente cupa. Il risultato è molto toccante, prova ulteriore della bellezza della voce di Neil, che pur non essendo grande, nel senso che l’aggettivo prende comunemente in riferimento alle voci, è grandissimamente espressiva. La canzone definitiva della Pasqua.

Rome Fortune – Come & Get It

A proposito di voci affascinanti pur non essendo straordinarie secondo criteri oggettivi, ritengo indicibilmente coinvolgente l’incantevole fragilità di quella di Rome Fortune in Come & Get It, un abbozzo appena di canzone, reso ancora più prezioso dal suo stato di non-finito, come tutto il piccolo mixtape, Drive, Thighs & Lies, da cui proviene, prodotto da Dun Deal e composto di sei brevi schizzi ispirati.

DJ Q – Through the Night (feat. Louise Williams)

In un’epoca post-disclosuriana come la nostra dovremmo essere massimamente grati a gente come DJ Q per ricordarci che cosa la dance inglese dovrebbe essere in primo luogo. In questo il suo album di debutto, Ineffable, uscito dopo tanti anni di gavetta passati nella scena bassline e non solo,  è impeccabile. Through the Night, con la sua dolce drum&bass addolcita, ne è uno degli apici indiscussi.

Lil Mo – To the Club

A Lil Mo non importa un fico secco e riscrive le più famose canzoni a suo piacimento nel delizioso mixtape No Shit Sherlock, dal titolo divertente come il suo contenuto. To the Club mischia con risultati irresistibili il beat di Paranoid e il refrain di My Nigga con l’aggiunta di qualche nuovo e simpatico verso (As soon as I post a picture up, they’ll be on it. / Bitches start blowing my Twitter up and my Instagram comments).

Gangsta Boo & La Chat – Bitchy (feat. Mia X)

Dulcis in fundo, ho riserbato per il gran finale la vera chicca: Nigga, why your dick so small? You’ll be pissing on your balls and all. Qualcuno la definirebbe HARD AS FUCK.

Luca Amicone

Redazione musicale