Nymph()maniac

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nymphomaniac_iconJoe è una ninfomane e racconta vari episodi della sua vita a un vecchio che la soccorre per strada. I due si confrontano e subito è chiaro il dualismo: lei è pura passione ninfomane, lui pura razionalità asessuale (cosa direbbe la Boldrini?). Questa è la struttura banale del film.

Nymphomaniac è una lunga chiacchierata tra due personalità opposte. Dal confronto però esce ben poco: blande riflessioni e piccole digressioni nozionistiche. Anche le metafore visive lasciano un po’ a desiderare e quelle azzeccate sono urlate allo spettatore (l’albero piegato). Forse il capitolo più sofisticato è l’ultimo, gli altri sono gradevoli (il 5 è squisito), alcuni divertenti, altri inutili ma nessuno lascia il segno.

La sensazione è quella di aver  visto un film carino ma dopo aver guardato l’orologio la sensazione è quella di aver perso tempo, perché il film dura QUATTRO ore e quattro ore di carinerie me le potevo risparmiare. Parliamoci chiaro: se mi obblighi a sedermi per quattro ore,  mi aspetto qualcosa di profondo, di davvero forte, che faccia riflettere, che cambi le mie prospettive. Un filmetto piatto, orizzontale, intellettualoide, che assomiglia ad un collage di corti, non mi ripaga del tempo perso. Nymphomaniac poteva durare la metà dicendo le stesse cose e usando meno paroloni.

Nymphomaniac non colpisce, non scandalizza, non entusiasma, nemmeno te lo fa venire duro. Non credo sia colpa delle scene tagliate perché Lars Von Trier ha dichiarato che erano superflue. Sicuramente qualche casalinga di mezz’età, abituata ai salotti della d’Urso, avrà preso la pillola per il cuore una volta uscita dal cinema; magari qualche onesto lavoratore vicino alla pensione, con la moglie in meno-pausa, in astinenza da sesso dall’ultimo concepimento, avrà avuto un’erezione in sala; forse qualche ragazzino delle medie, sfuggito ai controlli, sarà tornato a casa scosso dopo la visione, ma se è questo il target a cui Lars Von Trier punta, può benissimo andarsene a quel paese, lui e tutto il dogma 95. Il film è stato pubblicizzato come il più scandaloso della storia ma in realtà si vede poco e la regia è fredda e distaccata. Stando 10 minuti su tumblr internet si può vedere e leggere molto di più riguardo al sesso che in 4 ore davanti Nymphomaniac. Non serve neanche internet, basta leggere De Sade o più banalmente Palahniuk. Polanski, con la Venere in Pelliccia, ha fatto un lavoro decisamente più intelligente, profondo e brillante (in sole 2 ore).

Von Trier continua la sua discesa verso un manierismo e un citazionismo vuoto e pretenzioso. Ho trovato molto riusciti i suoi lavori precedenti a Il Grande Capo. Le onde del destino, Dancer in the Dark e Dogville rimangono il suo apice artistico. Non a caso dopo essi ha avuto un brutto periodo depressivo dal quale, ahimè,  non mi pare sia uscito.
Sono stato un po’ duro col giudizio, in sostanza Nymphomaniac è un filmetto gradevole, ma sticazzi! dura troppo e ostenta una profondità che non possiede.

Curiosità: La strana reazione di Shia Labeouf alla presentazione del film durante il Festival di Berlino.