“È una gavetta che dura una vita”. Così risponde Tommaso, il frontman dei Perturbazione, quando gli chiedo che effetto faccia oggi trovarsi a suonare con gli stessi con i quali ha cominciato nel 1988. La domanda è un po’ scontata però è d’obbligo per chi ha iniziato a cantare alla fine delle superiori con i propri compagni di scuola e per chi, nelle sue canzoni, ammette: ” invecchiare insieme a me deve essere un’idea terrificante”.
Infatti, chi li conosce da pochissimo, magari solo grazie alla visibilità data loro dall’ultimo Festival di Sanremo, non si aspetterebbe nemmeno che la storia di questa band sia più che ventennale. Tommaso, però, lo confessa: “In realtà nell’88 non sapevamo ancora suonare niente, però ascoltavamo tanta musica, ed è stata quella la cosa che ci ha fatto incontrare. Poi ci è servito del tempo per prendere confidenza con gli strumenti, per trovare un nostro linguaggio, quindi di fatto è una gavetta che è durata tutta la vita”.
“Siete arrivati a dei buoni livelli, no?” gli dico scherzando. “Certo” – sorride – “ci siamo presi delle belle soddisfazioni, però intendo dire che non ci siamo mai annoiati”.
Nemmeno io mi sono annoiata nei 40 minuti d’intervista che Tommaso ci ha concesso. Ho scritto intervista? In realtà intendevo chiacchierata: nonostante i successi e sebbene fisicamente sia uno spilungone che potrebbe guardarti dall’alto al basso, Tommaso ha un carattere e un modo di fare talmente alla mano che non puoi non sentirti subito a tuo agio.
Purtroppo riassumere tutto in qualche riga non è semplice, però sappiate che questa umiltà la si nota anche nelle sue risposte e lo spirito che sembra voler comunicare è quello emerso fin dall’inizio: i Perturbazione non si sono mai annoiati a fare quello che fanno, nonostante la fatica e le difficoltà che il mondo musicale costringe ad affrontare.
Queste potrebbero anche disgregare una band, seppur unita, ma le occasioni hanno dato loro lo stimolo ad andare avanti più convinti che mai. “Recentemente”, dice Tommaso, “Sanremo ci ha salvato un po’ la vita”: questa esperienza li ha uniti, ha dato loro la possibilità d’essere apprezzati da un pubblico più ampio di quello che già li amava da prima ed ha dato loro la conferma di essere ormai un gruppo musicalmente maturo che, però, ha ancora molto da dire e da trasmettere. “Noi scriviamo canzoni, se funzionano le canzoni funziona anche il gruppo” e per fortuna che le canzoni funzionano.
I Perturbazione sperimentano e non si annoiano, sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Il live tradizionale continua a divertirli e in questo senso provano anche a respirare un’aria diversa da quella italiana organizzando concerti in giro per l’Europa.
Ogni volta, mi dice il cantante, sono arricchiti da queste esperienze che, oltretutto, non sono le uniche.
Ad esempio Tommaso che, strano ma vero, da piccolo sognava di fare l’ entomologo, si esprime sul versante del disegno, ma ognuno di loro ha altri talenti oltre a quello musicale e la band può vantare di aver dato vita a numerose espressioni artistiche, compenetrando spesso la musica con l’illustrazione, l’animazione, il teatro, la poesia.
“Ultimamente cerchiamo anche di collaborare con persone fuori dal gruppo, soprattutto per quanto riguarda l’ immagine, anche sbagliando ogni tanto, però senza troppe ansie di controllo, senza manie di protagonismo. Cerchiamo di dare gli strumenti per lavorare senza controllare tutto. Cerchiamo di fidarci di chi collabora con noi. Vogliamo creare spettacoli diversi dal live tradizionale”.
Sono tanti infatti i progetti che i Perturbazione hanno realizzato: dai videoclip, al teatro di figura, in cui è lo stesso Tommaso a disegnare e gli altri a suonare ispirati dai suoi schizzi, alla sonorizzazione del film muto Maciste, esperienza che forse riusciranno ripetere quest’anno con un film di Buster Keaton.
Spesso, ammette, si tratta di spettacoli sollecitati da committenze, ma ben venga: “è bello avere qualcuno che all’inizio metta un piccolo budget per creare qualcosa, un laboratorio, una puntata zero… Cerchiamo sempre di buttarci in queste cose: è qualcosa che crea un’energia incredibile”.
Sembra infatti che la ricerca dell’energia sia proprio la linfa vitale dei Perturbazione che sono maturati e si sono evoluti prendendo consapevolezza delle proprie doti e peculiarità: dall’ascoltare musica grunge e underground, dopo aver cominciato a cantare in inglese, trovano infatti la propria dimensione nel cantautorato italiano.
“Siete cantautori?” chiedo avendo già io in mente una risposta. “Sì, secondo me sì”, perché, parafraso le parole di Tommaso, il cantautore non è colui che va in giro da solo con la chitarra a sventolare ai quattro venti le proprie vicissitudini, ma piuttosto chi sa come esprimersi secondo le proprie caratteristiche d’artista e prende spunto dalle proprie esperienze per raccontare qualcosa che gli ascoltatori poi possano percepire e sentire facendolo proprio.
“In questo periodo siamo più attenti alle vite degli altri piuttosto che al nostro vissuto”: ai componenti del gruppo, lo dice esplicitamente il cantante, piace l’idea che le loro canzoni entrino a far parte della colonna sonora della vita di qualcuno.
Altre canzoni potranno presto emozionarci ed entrare nel nostro bagaglio personale dato che è in arrivo un prossimo disco. Non si sa bene quando uscirà, “dipende da quanto è intenso il calendario”. Il tour li impegnerà fino a quest’ estate ma il disco è “mezzo pronto”. Infatti “Musica X”, il loro ultimo lavoro, non contiene tutte le canzoni recentemente composte dal gruppo, e sembra che tra quelle rimaste escluse, a detta del cantante, alcune siano “molto buone, altre ancora acerbe”: vedremo… Io li ho pregati di non lasciarmi aspettare troppo… Infatti i Perturbazione facevano già parte da qualche anno della mia colonna sonora e dunque, per me, vederli dal vivo il 22 Marzo a Livorno è stato molto emozionante.
Nella suggestiva cornice del Cage Theatre il pubblico era selezionato. Io ero proprio davanti al palco e posso testimoniare che tutti quelli attorno a me si sono davvero lasciati trascinare dall’entusiasmo del concerto.
Nonostante la sostanziale malinconia che permea molti dei brani, infatti, il gruppo riesce sempre a stemperare l’atmosfera con sonorità leggere e dal vivo, tutti insieme, trasmettono una forza che gli amanti del genere non possono fare a meno di apprezzare.
Con salti e sortite tra il pubblico, il coinvolgimento è stato assicurato. E poi, diciamolo, l’emozione che ti può dare cantare dei brani che ami insieme agli artisti che li hanno prodotti è una cosa che difficilmente si può descrivere.
L’entusiasmo però è stato testimoniato dal fatto che, dopo le numerose canzoni proposte, il gruppo è rientrato in scena per ben due volte richiamato dai fan.
Ripercorrendo gran parte della storia della band, i Perturbazione hanno suonato sia gli ultimi successi sia i brani storici e più conosciuti ma, purtroppo, per necessità, tanti tra questi ultimi sono stati lasciati indietro.
Me lo aveva detto anche Tommaso: “Ognuno di noi ha dei brani preferiti, e non sono sempre quelli proposti nel live, perché inevitabilmente bisogna fare una selezione”.
Peccato… però potrà essere occasione e stimolo per riascoltare da soli quelle canzoni di cui abbiamo sentito la mancanza, o magari per andare a qualche altro concerto perché un live è sempre un live e un gruppo come i Perturbazione dal vivo dà il proprio meglio.
Viola Santiloni per Radioeco