Oscar 2014

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oscarLa scorsa settimana c’è stata l’86ª cerimonia degli Oscar. Anche quest’anno mi sono armato di pazienza e l’ho seguita in diretta fino alle sei del mattino. Molti film importanti dell’anno passato sono stati ignorati (qui ne ho recensiti alcuni), ma veniamo al sodo: La Grande bellezza… no dai, cominciamo dall’inizio: cerimonia piuttosto sterile rispetto a quella del 2013 (qui potete leggere il mio resoconto Parte1 & Parte2). Oltre ai teatrini comici di Ellen DeGeneres c’è stato ben poco di “cerimonioso”. Ricordo solo che ad un certo punto Pink si è messa a cantare la colonna sonora del Mago di Oz per non so quale ricorrenza. Me la sarei risparmiata volentieri.

Screen-shot-2013-10-14-at-5.30.14-PMInsomma, poco spettacolo e molte premiazioni, e questo ci permette di concentrarci sui film in gara. La Grande Bellez… no dai, ne parliamo dopo. La serata si è aperta con la consegna dei premi ai migliori attori non protagonisti. Vittorie meritate per Jared Leto e Lupita Nyong’o. Jared Leto farebbe del bene all’umanità se abbandonasse la carriera della rock-star per dedicarsi completamente al cinema. Sul grande schermo mi ha sempre convinto e quando entra in scena in Dallas Buyer Club è impossibile non prestargli attenzione. Nelle vesti del trans è naturale, vero, onesto. Forse ci ha messo del suo, dato che numerosissime voci di corridoio sostengono che Leto sia omosessuale. Mi spiace per le fans femmine dei 30sec to mars ma fate i conti con la realtà: a Jared Leto piace il c*%$o.

Salto tutti i premi riguardanti corti, documentari, e film d’animazione, a cui nessuno, giustamente, frega nulla. Arriviamo quindi alla GRANDE Bel– ehm , volevo dire a Gravity che si è portato a casa tutti i premi tecnici più quello per la miglior colonna sonora, per un totale di ben 7 statuette d’oro. Che dire, la regia di Cuaròn, gli effetti speciali, il montaggio e la fotografia, sono effettivamente eccezionali. Nelle scene clou Gravity mette le palpitazioni per come è ben realizzato, peccato la sceneggiatura sia debole e pretenziosa. I premi per le migliori sceneggiature se li sono aggiudicati invece Spike Jonze per HerJohn Ridley per 12 Anni Schiavo.  Her spicca per originalità e inventiva, storia di un depresso e introverso Joaquin Phoenix che s’innamora della voce di un computer in uno scenario avveniristico.

Il premio per la Miglior attrice protagonista è andato a Cate Blanchett per la sua struggente interpretazione in Blue Jasmine, ultimo lungometraggio di  Woody Allen (recentemente accusato di pedofilia). DiCraprio è stato ancora una volta scippato del premio come Miglior attore da un clamoroso Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club. Premio meritato in fin dei conti, se teniamo presente che in Wolf of Wall Strett Matthew supera DiCraprio per carisma di diverse spanne nella ormai celeberrima scena improvvisata del canto.

McConaughey  è tornato  alla ribalta ultimamente. Se non lo avete ancora fatto, guardate le sue straordinarie performance nel telefilm True Detective che sta spopolando e in Killer Joe. Infine come Miglior film è stato scelto 12 anni schiavo, terzo lungometraggio di Steve McQueen, regista esordiente decisamente illuminato (consigliatissimi i suoi precedenti lavori: Hunger e Shame).

E questo è tutto. Gli Oscar quest’anno non hanno regalato troppe sorprese, tutti i premi sono stati assegnati secondo le aspettative. Gli unici dubbi rimangono semmai sulla scelta dei film in gara, dai, Captain Philips e Nebraska? Sul serio? Diciamo anche che Wolf of Wall Street a mio avviso si meritava più attenzione. È un film molto più politico di quanto possa sembrare, non a caso in patria è stato accolto da moltissime critiche. Non mi meraviglierei se venisse fuori che l’abbiano ignorato perché politicamente scomodo.

Ah dimenticavo, la Grande Bellezza ha vinto il premio per il Miglior film straniero. Credo sia un film italiano ma non ne ho mai sentito parlare. Anche se può sembrar strano l’Italia è la nazione che ha collezionato più statuette in questa categoria.