Da Bologna (e anche da Firenze e Palermo) con furore free, e con un’intelligenza compositiva non comune, i Bad Uok hanno fatto vibrare le mura dell’Ex Wide club di Pisa, all’interno della rassegna Jazz Wide Young. Li abbiamo conosciuti con un cambio di formazione, che ha visto Cristiano Arcelli al sax alto al posto del chitarrista Leonardo Rizzi, fermo in panchina per una tendinite. Troviamo ai loro rispettivi posti Federico Pierantoni (al trombone), Andrea Calì (al piano e Fender Rhodes) e Andrea Grillini (alla batteria). Una band giovanissima con la media dei 25 anni di età, quindi assolutamente in linea con la mission della rassegna pisana, e il nome di un insetto messicano (chissà perché poi).
Lo spettacolo che hanno proposto all’Ex Wide ha sorpreso, innanzitutto perché non mi aspettavo che presentassero così tanti brani nuovi rispetto a quelli già noti su Enter, che pure è uscito nel gennaio 2013. Ma ha sorpreso anche per la resa ottima del loro spirito “bassless”, cioè l’assoluta libertà di gestione dei ruoli e degli interventi dei singoli strumenti. Quello che ho notato sono state le scelte razionali di evitare momenti in cui tutti gli strumenti suonassero in contemporanea, gestendo invece i singoli pezzi in un gioco simmetrico in cui sax e trombone dialogavano tra loro, ma soprattutto le tastiere con la batteria. Questi ultimi due hanno intessuto dei dialoghi splendidi, tra tempi dispari, sovrapposizioni, botte e risposta che ricordano gli spunti di Antonello Salis, soprattutto quando il suono del piano era disturbato dalle mani sulle corde. Sorprende anche come Arcelli si sia perfettamente integrato nella formazione già alla seconda esibizione, e per quanto possa essere stato aiutato dai “temi” su pentagramma, non si è limitato a sostituire una chitarra. Ha portato di fatto un gusto personale che ha “rinnovato” i pezzi già registrati, con assoli sempre a fuoco, e in linea con le frequenze basse adottate dalla band.
Tra i brani già editi ho avuto modo di apprezzare 33, 1112 e 105. Tanti i brani nuovi, dicevamo, nel repertorio della serata, tra i quali spicca una ballad – se così possiamo chiamarla – dal titolo Ti sveglierai a Napoli, che ha dei toni scuri e malinconici. C’è stato anche spazio per una cover Subconscious-Lee di Lee Konitz. A fine concerto abbiamo avuto modo di chiacchierare con il batterista/compositore Andrea Grillini, che ci ha anticipato che sono a lavoro su molti spunti nuovi, a cui prenderà più parte anche il trombonista per la composizione. A giudicare dagli inediti ascoltati alla Wide, li aspetta un secondo disco con uno spettro di soluzioni più articolate. Li teniamo d’orecchio, e fatelo anche voi quando saranno in tournée per i club del Granducato!
Giuseppe F. Pagano
(Redazione musicale)
Le foto del concerto, a cura di Michela Biagini, le trovi qui