Capodanno del perfetto scazzone

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Ammettetelo. Anche voi vi siete ritrovati ad associare il capodanno a un qualcosa di estremamente DANNOSO per la salute di voi stessi e di chi vi sta intorno.

La quantità di alcool che vi propinate A SECCHIATE con la scusa che “è l’ultimo dell’anno, bisogna iniziarlo col botto” si è ripetuta anche nei mesi precedenti, ogni sacrosanto weekend, e festa di laurea, in cui i brindisi passano dall’omaggiare l’amico, all’alzare i bicchieri stile scena finale di “Breakfast Club” per la signora di turno che sta passando col cane palesemente enfisemico…

Eppure sembra che la fine dell’anno sia un evento ancora più magico e misterioso, durante il quale accadono cose inspiegabili e irripetibili che, a confronto, la sceneggiatura di “Una notte da leoni”  è una posologia in un foglietto illustrativo della pomata per i piedi della nonna.

I preparativi per la devastazione cominciano già quando il vostro amico – quello che si è laureato con millemila mesi di anticipo rispetto a voi e che non perde occasione per ricordarvelo – vi chiede: “programmi per Capodanno?”. Voi, glissando sul fatto che sa benissimo che siete degli scazzoni e che per voi è sempre un buon motivo per festeggiare (non fosse per la pigrizia,  andreste anche al rinfresco del circolino del bingo dove spacciano Mon Cherie ai vecchietti …), gli lanciate un ghigno malefico da “ho in mente qualcosa di così distruttivo che il giorno dopo la laurea te la trovi dove non batte il sole”, iniziando a fantasticare.

Poi sorgono le prime idee, coi loro PRO e i loro CONTRO:

PIANO A:

Affittare un casolare in un posto non troppo lontano, ma ben isolato da centri cittadini.

PRO: essendo isolato, il casolare è il luogo perfetto per cantare ubriachi a squarciagola,  approfittare delle coppiette innamorate che si spalmano in ogni dove per lanciarsi in uno spericolato ed eccessivo consumo di cibo e bevande ( solitamente tutte alcoliche, perché l’acqua è troppo mainstream ), collassare fino al giorno dopo, senza l’ansia di dover tornare sbronzi a casa e così via.

CONTRO: il casolare è il luogo perfetto per fare danni irreparabili  e dai quali non puoi scappare, come dichiararsi alla donna del tuo migliore amico; dare accidentalmente  fuoco a parte del mobilio e/o a persone che, data la pessima forma, si sono integrate con parte dello stesso; avere la geniale idea di inseguire le ragazze coi fuochi d’artificio versione “pro” perché quando li siete andati a comprare facevate affidamento che li avreste accesi da sobri ; essere ancora sbronzi la mattina dopo, troppo per ritrovare la strada di casa, chiedendovi perchécazzoeperchécome  avete detto di sì a quello stronzo del vostro amico, ritiratosi a mezzanotte per farsi la sua possessiva ragazza.

Considerata un’opzione così allettante, e con  la vostra mente che pregusta il conato di vomito del giorno dopo, vi dite che un piano B è sempre meglio averlo. Non si sa mai.

PIANO B:

Scrivere gli eventi nei dintorni su dei foglietti, metterli in un cappello e pescare. Manovra che farete con molta cautela e avendo preventivamente bevuto, così, per entrare nel modo  dei festeggiamenti del nuovo anno.

Il 90% delle volte c’è il ripescaggio, perché il frantuma zibidei del vostro caro laureatissimo amico trova sempre qualcosa che non va, tipo “troppe fighe/ troppe poche fighe/ pernientefighemamegliocosìperchésonoaccalappiato”  , perdendo tempo per farlo rinsavire con discorsi del tutto logici e maturi – e giusto qualche shottino, perché, di nuovo,  fa mood.

PRO: irrisori rispetto ai CONTRO.

CONTRO:  Troppi… Davvero Troppi… Innumerabili…

Quindi.

Dopo aver scelto l’opzione con più CONTRO ( come da manuale del perfetto scazzone ), il 31 Dicembre ti trovi a 90km da casa, con una centinaia scarsa di persone che non ti sembra di conoscere e il tuo fidatissimo amico e la sua ragazza appiccicosa che – ATTENZIONE ATTENZIONE! – ha portato un’amica. Brutta. Ma il particolare è stato omesso ai fini ludici della serata, col tuo un mood che sicuramente non è da fine dell’anno.

In qualche modo, però, il mattino seguente eccoti lì: un piede nel cesso e lo spazzolone legato con scotch biadesivo alla caviglia, in un bagno che è grande tre volte la tua minuscola stanza da fuori sede. Ti guardi intorno per capire che minchia sta succedendo, con  la luce del sole che ti gratta via la patina appiccicosa che si è formata sugli occhi durante il collasso notturno. Provi a mettere a fuoco l’immagine nello specchio che, però, non sembra corrispondere all’aspetto che aveva la sera prima quando sei uscito di casa e poi, ai tuoi piedi, ti sembra di riconoscere la ragazza petulante del tuo amico sbenda-gonadi,  stesa alla meno peggio tra la vasca da bagno e il mobiletto dove sono sparsi vari cosmetici  e due vasetti da 30cl di vaselina e, al solo pensiero di come siano stati impiegati, rabbrividisci.

Improvvisi flash della serata lampeggiano nella tua mente. Conversazioni con il precedente Ministro della Chiesa di roma. L’immagine della tv accesa su “ Rai Uno: L’anno che verrà” e qualcuno, non identificato dalla tua memoria post-sbronza,  mentre litiga con un Carlo Conti più abbronzato del solito. Una bruschetta smozzicata, appoggiata su un giradischi che va a vuoto.

Forse avevi scelto la prima opzione? No. Ricordi di aver estratto un bigliettino. Di aver fatto strada. Forse hai anche guidato tu…

Mentre provi a togliere il piede dal cesso, sbattendo la testa su quella che mezzo secondo prima era una mensola di vetro con sali da bagno religiosamente disposti e ora sparsi ovunque, senti la canzone della tua suoneria: no… aspetta… Wrecking Ball  di Miley Cyrus non è la tua suoneria. È il telefono di quella vongola della ragazza di quel tritamaroni del tuo amico.

Con molta nonchalance scavalchi l’ostacolo ( in realtà barcolli e hai ancora i rinfacci di nonsaibenecosahaimangiato ) ed esci.

Ti dirigi verso il salotto – anche se non sai che stai andando in quella direzione –  e senti una voce provenire dalle casse di un computer. Avvicinandoti noti che è nientepopodimeno che un MacBook Pro, con un adesivo di un vinile appiccicato alla cazzo di cane vicino al trackpad – “una figata”, pensi. La voce che senti è femminile, calda, pimpante, rassicurante.

Cerchi di assemblare quei codici che sembrano parole, stupri il tuo cervello affinché decifri quel messaggio che potrebbe salvarti la vita.

Flash. Un cherubino con le cuffie gialle ti sfreccia davanti. Un altro è vestito da Bob Marley, ti saluta.  Ci sono anche Gene Simmons e Skrillex, seguiti da Lady Gaga che canta “Applause”  in un tubo di scottex, facendo eco…

Eco. ECO!

Manco avessi preso la pasticchina magica di “Limitless”, comincia a tornarti tutto in mente, e d’un tratto la voce al computer sembra rallentare: “www.radio-eco.it: la voce degli studenti dell’ Università di Pisa”.

Bomba. Sorridi, mentre ti rendi conto di essere circondato da una cricca di volti in realtà noti, sparsi qua e là per la stanza, chi a terra, chi in piedi appoggiato su supporti invisibili, chi ammassato tipo mischia di una partita di football (o un video di Miley Cyrus).

Ora ricordi. Sei a 90 km da Pisa, nella casa del Boss, e ti sei beccato la più cazzotta , insensata,  inaspettata festa di Capodanno della gente più improbabile del mondo: la gente di RadioEco.it .