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Geoitalia 2013 e la Comunicazione del rischio

Geoitalia 2013 è il nome del IX Forum Italiano di Scienze della Terra, tenutosi a Pisa dal 16 al 18 Settembre. L’evento, promosso dalla Federazione Italiana Scienze della Terra (FIST), ha avuto luogo tra il palazzo dei congressi e il polo Piagge dell’Università di Pisa.foto 2

Una tre giorni di tavole rotonde e sessioni scientifiche a cui hanno partecipato diversi esponenti del mondo accademico e della protezione civile di tutta Italia. Un’occasione per parlare del futuro della ricerca scientifica e del modo in cui le geoscienze possano concorrere alla soluzione dei problemi della società (rischi naturali, risorse, ambiente).

L’obbiettivo principale della kermesse è stato quello di fare rete. Nella zona Poster, allestita nella nuova area del Palazzo dei Congressi, erano esposti più di cento pannelli illustrativi, volti alla condivisione dei più importanti progetti di ricerca portati avanti dai vari scienziati che hanno preso parte al forum.

Anche alcuni ragazzi delle scuole superiori hanno partecipato ai meeting grazie al progetto “Le Geoscienze a Scuola”: evento-satellite, che ha visto insegnanti di Scienze Naturali, provenienti da tutta Italia, confrontarsi su esperienze didattiche innovative nel campo delle geoscienze.

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Radioeco ha partecipato ai lavori della mattina del 17 Ottobre, in cui si è affrontato il tema della “Comunicazione del rischio”. Al timone organizzativo di quest’incontro, Carlo Meletti (INGV, centro pericolosità sismica) ospite da noi in studio lo scorso Luglio per lo Speciale earthquake . “Il problema della comunicazione del rischio non è una questione nata oggi, ma i riflettori purtroppo sono accesi da pochissimo” afferma Titti Postiglione del Dipartimento di Protezione Civile. Secondo l’esperta per rendere i cittadini più consapevoli occorrono adeguati processi educativi rivolti alle persone. L’informazione deve essere veicolata prima dell’emergenza, altrimenti il rischio è quello di creare confusione e panico.

Senza tralasciare mai la questione dei contenuti, si è affrontato il tema della comunicazione web e sui social media. Elena Rapisardi del NatRisk dell’Università di Torino (centro interdipartimentale sui rischi naturali in ambiente montano e collinare) ha affermato che “comunicare il rischio non si riduce alla mera attività di scrivere articoli, si tratta invece di cercare di tradurre un linguaggio, sfruttando le molteplici occasioni di condivisione e collaborazione offerte dal web 2.0”.

Bisogna stare molto attenti e verificare sempre le fonti dell’informazione, non è difficile incappare infatti  nelle “bufale” di siti e pagine Facebook, che disinformano e generano allarmi sociali di non poca entità. C’è bisogno pertanto di un’informazione chiara e completa, che solo gli enti preposti (protezione civile, università, istituti di ricerca) possono offrire.

Giuseppe Tempestini

Redazione News