Un NO all’unisono si è propagato al terzo piano del Palazzo del Casinò ieri sera, alla pronuncia del vincitore del Leone d’oro da parte del presidente di giuria Bernardo Bertolucci. Eravamo un po’ tutti costernati quando a sorpresa, è stato proclamato vincitore della 70esima edizione della Mostra d’arte cinematografica di Venezia, Sacro GRA, il docu-film sul grande raccordo anulare di Roma diretto da Rosi.
Dei tanti nomi girati ieri come probabili vincitori, nessuno avrebbe scommesso su questo film. Si parlava di Philomena, Miss Violence, Stray dogs, ma mai, fino a mezz’ora dall’inizio della cerimonia di premiazione, di Sacro GRA.
Tra gli accreditati grande stupore e non poche contestazioni; in pochi erano d’accordo con la scelta della giuria, e lo stesso Bertolucci -viste le smorfie – non sembrava del tutto entusiasta.
Ma si sa, non c’è festival senza qualche polemica e disaccordo. E allora via ai pro e ai contro di questa edizione appena conclusa: sicuramente tra gli aspetti positivi della mostra c’è la gentilezza e l’ottima organizzazione da parte di tutto lo staff, soprattutto nel coordinare noi poveri accreditati alle prime armi; aggiungiamo la modestia e l’allegria di attori e celebrità che per fortuna non si sono montati la testa, e sono sempre stati molto disponibili con noi fans (George Clooney, Sandra Bullock, Tom Hardy, Judi Dench – che donna! – Steve Coogan, solo per dirne alcuni); il premio a Miss Violence come miglior regia, e a Steve Coogan per Philomena come miglior sceneggiatura, sono stati a mio parere azzeccatissimi, anche se, diciamolo, il film di Frears si meritava molto di più.
Veniamo alle note dolenti… Pochi i film in concorso che a mio parere risultavano degni di concorrere al Leone d’Oro. Prendiamo ad esempio The Zero Theorem di Gillian o Parkland. Nonostante non fossero dei film cattivi, non erano certo da concorso. Al contrario vi sono stati film come Locke che invece hanno entusiasmato tutti e fanno rimpiangere la loro esclusione dalla selezione ufficiale. Hanno deluso anche le assegnazioni delle due coppe Volpi, rispettivamente andate a Elena Cotta per Via Castellana Bandiera – brava sì, ma mai ai livelli di Judi Dench per Philomena – e a Themis Panou per Miss Violence, che per quanto sia bella e convincente la sua interpretazione, non è minimamente paragonabile a quella scioccante, perché drammaticamente perfetta, di Scott Haze in Child of God.
Ai posteri comunque l’ardua sentenza; vediamo se il giudizio del pubblico, col potere del botteghino, boccerà o promuoverà i film presentati (e soprattutto quelli premiati) a Venezia. Io ahimè molti li ho già rimandati; ora tocca a voi!
E con una lacrimuccia che scende piano piano, sintomo della tristezza e del magone che mi sta dominando da questa mattina (chiamiamolo pure “astinenza da festival”), chiudo questa mia rassegna Made in Venice, rimandandovi al prossimo festival del cinema!
Elisa Torsiello per RadioEco
P.s: ma qualcuno sa che fine ha fatto Carrie Fisher?? Misteri della Laguna…