[LIVE REPORT] Festival Venezia 2013 – Il giorno del delirio

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Il primo settembre 2013 passerà nella storia della Mostra del Cinema di Venezia, come la giornata dell’isteria “made in red carpet”. Oggi nella Sala Grande era praticamente impossibile non imbattersi in almeno una, delle non so quante fans urlatrici, che non hanno avuto paura di sfidare il freddo, e l’umidità della notte veneziana, pur di avere un posto in prima fila per poter vedere i loro beniamini Zac Efron e Daniel Radcliffe.
Peccato che il primo, atteso al Lido per presentare il film Parkland, abbia disertato la mostra, e che il secondo, non abbia calpestato il red carpet, andando direttamente in sala. Meno male alla fine della proiezione, per i fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi un posto dopo ore di fila(io non c’ho manco provato, voglio dire, ci tengo alla mia salute!), è stato possibile incontrare l’attore. Niente di che: solo domande e risposte, nessun autografo o foto coi fans.
Meglio dunque per chi può rifugiarsi nelle sale a guardarsi qualche film. Se poi il film che si decide di vedere è quel capolavoro che si è rivelato Philomena, allora sì, ci si può ritenere fortunati ad essere scampati a quelle ore di ordinaria follia.

Quando un film è un capolavoro le parole risultano superflue; posso solo dirvi: andatelo a vedere. Stephen Frears è tornato finalmente quello degli anni d’oro, donandoci una pellicola che sulla carta poteva apparire la solita storia strappalacrime, ma che invece – forte anche di una sceneggiatura geniale, tutta basata sul miglior humour inglese, e firmata da Steve Coogan, comico inglese osannato in patria e co-protagonista di Philomena – si rivela divertente, leggera, e toccante allo stesso tempo. Io di sto film non vi dico nulla (ci avranno pensato già i vari servizi al telegiornale di questi giorni, più quelli che verranno verso il 6 febbraio in occasione dell’uscita nelle sale italiane), se non questo: se c’è un film che merita di essere visto insieme a Gravity, per ora è questo. Teniamolo tutti bene d’occhio dunque. Non solo il nome di Judi è tra i super mega favoriti per la Coppa Volpi femminile (e se non gliela danno sono cavoli amari), ma Philomena si metterà sicuramente in pole position per accaparrarsi i maggiori premi tra Oscar, Golden Globe e compagnia (i Bafta glieli tireranno dietro tanto verrà amato questo film, ne sono sicura).

Ma Venezia non è solo terra di capolavori, ogni tanto dietro grandi nomi si nascondono enormi cagate. Ne sono un esempio Night Moves e Child of God.
Il primo, con protagonisti Jesse Eisenberg, Peter Sarsgaard, e Dakota Fanning, ha una buona storia di base: i tre decidono di sabotare una diga in nome dell’ecologia. Si mettono dunque a fabbricare una bomba in casa con del fertilizzante. Le conseguenze a cui andranno incontro saranno però devastanti. Pur essendo l’idea di partenza molto interessante, non è stata sviluppata al meglio. Il film scorre lento, le scene si susseguono senza un ordine logico, gli spettatori vengono bombardati da migliaia d’inserti, e dettagli inutili, che sviano l’attenzione. Neanche il film quindi riesce a salvare la brutta figura di ieri di Eisenberg sul red carpet. Il migliore è risultato Peter Sarsgaard forse ancora troppo sottovalutato in Italia. Non male neanche l’interpretazione della Fanning, ma Jesse non ha dato il meglio di sé, nonostante io personalmente lo abbia sempre trovato molto bravo. Non ha brillato la sua recitazione forse per non aver trovato un ruolo adatto in cui calarsi. Insomma si può dire che questo non è certo stato il festival di Eisenberg. Per quanto riguarda Child of God c’è poco da dire. Cioè parliamoci chiaro: per me è proprio brutto! Non è servita la straordinaria interpretazione di Scott Haze (la Coppa Volpi maschile deve essere sua) a salvare il film diretto da James Franco. La storia proprio non decolla, tanto che l’opinione comune di molti usciti dalla proiezione è stata quella di aver assistito a un film demenziale e deludente. Speriamo che Franco si rifaccia con Palo Alto, storia tratta da un suo libro, e dove è protagonista insieme a Emma Roberts.
Se mai vi capiterà vi consiglio di guardare il docu-film Bertolucci in Bertolucci, collage di interviste fatte al grande regista emiliano, che racchiudono in 107 minuti 50 anni di onorata carriera.

Restate sintonizzati. Altre recensioni e news arriveranno domani!
Elisa Torsiello per RadioEco.

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