[LIVE REPORT] Festival Venezia 2013 – I primi due giorni

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28 Agosto – Manca veramente poco all’inizio della nuova edizione del Festival del cinema di Venezia, e quella che si gioca in Laguna in queste ore è una vera e propria corsa contro il tempo. I minuti scorrono veloci, forse troppo, mentre le cose da finire (palco compreso) rimangono ancora tante.
Ciò nonostante l’attesa rimane alta, per un festival che, giunto al traguardo del 70esimo anno di età, non ha proprio intenzione di andare in pensione, scegliendo anzi di spegnere le candeline insieme a tutti gli appassionati di cinema; per farlo offrirà un calendario ricco e succoso.
redNon c’è infatti una sera in cui il nome di una grande stella non mancherà di sfavillare e brillare – complici anche i flash degli immancabili fotografi sul red carpet (che però alle ore 18:30 è ancora in versione “missing”).
Tra le star attese in Laguna quest’anno, possiamo giusto citare: Christoph Waltz (indimenticabile protagonista dei Bastardi senza gloria di Tarantino), Tom Hardy (il cattivo di Batman più muscoloso che più muscoloso non si può), Jesse Eisenberg, Lindsay Lohan fresca di rehab, Nicholas Cage, l’ex Harry Potter Daniel Radcliffe (più che intenzionato a lasciarsi alle spalle l’immagine del celebre maghetto), l’idolo delle ragazzine Zac Efron, e molti altri.

Ad aprire le danze domani sarà l’attesissimo ( e inquietante – guardate il trailer per crederci, a meno che non soffriate di vertigini, e allora non guardate manco quello) Gravity di Cuaròn. I protagonisti sono solo due, ma visti i nomi forse bastano e avanzano: George “uomo del caffè” Clooney e Sandra Bullock; insomma attori mica da niente.
Anche la bandiera italiana avrà modo di volare alta grazie ai tanti film in concorso, tutti (almeno sulla carta) meritevoli di visione. Non ci resta che aspettare domani e vedere cosa ci riserverà il festival. Sempre sperando che il red carpet sia finito e montato…

29 Agosto – Avete presente quei messaggi che vi avvertono che il “programma che state per guardare può avere un linguaggio forte o non adatto ai minori”? Bene immaginatelo davanti a voi e sostituite tale messaggio con: “il film che state per guardare non è adatto a chi soffre di vertigini o d’ansia”. Già, perché Gravity, ultima fatica del regista messicano Alfonso Cuaròn, non è propriamente consigliato a chi ha la fobia del vuoto. La storia è semplice, ma è in questa sua semplicità, la magia del film, e nella capacità geniale del regista, di riuscire a tenere col fiato sospeso gli  spettatori. Durante una missione nello spazio, a 370 miglia dalla terra, la ricercatrice dott.ssa Ryan Stone (Sandra Bullock) e l’astronauta Matt Kowalsky, sono intenti ad aggiustare un’apparecchiatura della NASA, quando vengono colpiti da un’ondata di detriti provenienti dallo scoppio di vari satelliti. Le conseguenze sembrano subito devastanti; se mancheranno nell’intento di trovare una soluzione, rimarranno soli in balia per sempre del vuoto dello spazio, e la loro unica salvezza potrebbe essere il sopraggiungere della morte.

Magari, leggendo questa piccola sinossi (che di certo non rende giustizia al film, chiedo pertanto venia) o guardando il trailer, vi chiederete come in 90 minuti Cuaròn sia stato in grado di sviluppare una storia nello spazio, in cui potrebbe accadere nulla di che, senza scadere nel banale. Vi assicuro che lui c’è riuscito. Approfittando di questo continuo senso di attesa che attanaglia lo spettatore, il quale sa che qualcosa accadrà ma non sa cosa, e forte di una tecnologia 3D (da lui completamente inventata) che ha prodotto degli effetti visivi straordinariamente perfetti, Cuaròn è riuscito a rendere appassionante e adrenalinico un film che sulla carta pareva statico e scontato.
Ovviamente un film fantascientifico come questo, dove sembra non succedere nulla, concentrato sulla vita e disavventure dei due astronauti nello spazio, non può non rimandare a 2001: odissea nello spazio. E proprio all’opera magna di Kubrick Cuaròn rende omaggio, disseminando qua e là nel film vari rimandi del genio americano: oltre alla penna che fluttua nella cabina di comando, bellissimo il richiamo al feto primordiale, nella sequenza in cui il personaggio della Bullock, giunta in una navicella russa sperando di avervi ritrovato un’ancora di salvezza, si rannicchia su sè stessa con le ginocchia al petto, ripetendo la stessa posizione del feto Kubrickiano.

red2Rimanendo sempre in chiave Gravity, ma cambiando discorso, ieri (28 agosto) si è tenuto (poco prima della proiezione) il red carpet (ebbene sì sono riusciti a finirlo in tempo) del film. George Clooney e Sandra Bullock sono stati la prova vivente che grandi nomi non sono sempre sinonimi di scortesia e teste montate. Entrambi hanno infatti offerto ai tanti fans appostati sin dalle prime ore del mattino (me compresa, nell’arduo intento di barcamenarmi tra proiezioni, conferenze e red carpet) grandi sorrisi, moltissimi autografi e -questo solo la Bullock- tante foto coi fans. Insomma è stato proprio un debutto col botto quello di questa 70esima edizione del festival del cinema di Venezia. E stasera altro grande nome con Mia Wasikowska, la Alice di Tim Burton, giunta per presentare in concorso il nuovo film Tracks; a seguire il cinema italiano, inaugurato con Emma Dante, la drammaturga fattasi regista e protagonista cinematografica con Via Castellana Bandiera. Vedremo domani se anche queste pellicole, che sulla carta promettono bene, risponderanno positivamente alle attese.

Elisa Torsiello per RadioEco.

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