Orsorosso racconta: Ben Harper & Charlie Musselwhite Live al Pistoia Blues 2013

 

Cade come una cascata sugli spettatori la scarica elettrica dei suoni di Ben Harper, della sua band e di Charlie Musselwhite. I Don’t Believe the World You Say spazza via il silenzio e tutto appare come deve essere: Ben Harper seduto con la sua Weissenborn sulle ginocchia, con colui che durante il concerto presenterà come il più grande bluesman della storia. Charlie Musselwhite è nel firmamento delle stelle del blues, per chi naviga nel genere le vibrazioni elettriche della sua armonica sono cosa nota. Per le orecchie di chi scrive faceva parte di una raccolta di grandi classici americani, ma quel suono si era spalancato in più occasioni nella discografia di Tom Waits (da Chocolate Jesus, dove il pezzo comincia con un “I love it” sussurrato da Musselwhite, fino all’ultimo album Bad as Me). La scaletta viaggia in gran parte nella tracklist dell’ultima uscita discografica di Ben Harper, Get Up!, virando anche verso grandi successi di Musselwhite come The Blues Overtook Me e Big Legged Woman.

Ben Harper è in splendida forma e il flusso di energia che si scambia con un mito vivente come il quasi settantennne Musselwhite, abbraccia l’intera band. I pochi momenti in cui Harper distoglie lo sguardo dal suo strumento è quando Musselwhite canta, guardandolo con la stessa soddisfazione che abbiamo nei nostri occhi quando osserviamo un nostro mito che continua ancora a stupirci. Lo scambio di assoli tra Harper, Musselwhite ed il chitarrista della band, Jason Mozersky, fa alzare l’applauso al cielo di tutti gli spettatori del Pistoia Blues. Chi cercava il blues, ieri sera, non ha trovato delusioni. L’uscita dell’album dava già notevoli propositi, ma l’ascolto dal vivo ci fa fare un tuffo nel Mississipi e ci fa prendere la scossa. Quando dal palco viene intonata When the Levee Breaks dei Led Zeppelin, la band regala al pubblico la mazzata d’energia finale. Prima degli ultimi pezzi Harper invita sul palco un’intera famiglia di suoi amici venuti dagli Stati Uniti, imbraccia la national ed intona l’inno gospel dell’album, We Can’t Help This Way, dando la sensazione che, se potesse, scenderebbe a cantarla in mezzo alla gente.

Il finale è degno dello scenario del Pistoia Blues, all’ombra del campanile di Piazza del Duomo. All That Metters Now è la preghiera che la band e Charlie Musselwhite intonano con una lunga e profonda introduzione, fino all’entrata in scena di Ben Harper. Per lui solo la voce e niente chitarra, per il pezzo che personalmente prediligo in quest’ultimo progetto del cantautore californiano. Una lenta ballata blues che finisce nello zittire le migliaia di persone all’ascolto. Ben Harper supera il microfono e va al limite del palco, addosso alle prime file. La sua voce si espande, acustica, nell’aria, per intonare il finale di preghiera.

Siamo insieme, adesso, ed è tutto ciò che importa. Questo ci sussurra a gran voce Ben Harper, per poi abbracciare Charles Musselwhite e la band per l’inchino finale. Il pubblico del Pistoia Blues ne vuole ancora, ma l’unico concerto italiano del tour mondiale di Ben Harper & Charles Musselwhite è finito. Poi Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra e Svizzera, prima di tornare negli USA. Bisogna ricordarsi da dove veniamo, le radici. Il rock spinto avanti dal blues, dalle ballate folk. Dai cori gospel. Ben Harper porta in valigia con sé tutto questo e ce lo trasmette, con potenza elettrica, intimandoci a rialzarci. Get Up!

Maurizio “Orsorosso” Amendola

 

Le fotografie scattate da Flavio Pagano durante il concerto sono visibili a questo link:
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10152967890885313.1073741867.135628275312&type=1

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