Gold Panda – Intervista @ Greentech festival 2013


GOLD PANDA greengreeUna chiacchierata con un personaggio del genere non fa mai male, si imparano cose nuove si resta a bocca aperta quando si scopre che il suo vero nome (lo dice wikipedia) non è il suo nome e che il suo album che uscirà a giugno sarà un viaggio all’interno di sonorità sempre in continua evoluzione.

Prima del suo set al Greentech 2013, al palazzo dei congressi, abbiamo scambiato due chiacchiere con la punta di diamante dell’idm.

 

Traduzione

Radioeco – Ciao!

Gold Panda – Ciao!

R– Siamo di Radioeco.it, la radio dell’ Università di Pisa. Siamo molto felici di averti qui al Greentech, e adesso ti faremo delle domande. Cominciamo:

La tua musica è ricca di influenze e lo è anche il tuo ultimo album. Come combini tutti gli input nel tuo suono così unico?

GP- Oh man [oddio]! Non so, semplicemente, faccio musica principalmente campionando vecchi dischi, prendendo piccoli frammenti e rimettendoli insieme in [modo da formare] una melodia, e poi trovando un altro frammento e inserendolo, e poi strati su strati finché non ho il pezzo completo. Non prende così tanto tempo, ma è un sacco di lavoro trovare cose che stiano bene tutte insieme.

É come un grande puzzle.

R- Ho sentito anche che componi i pezzi in una sola sessione.

GP– Sì, perché non riesco a stare concentrato per un lungo periodo di tempo, quindi se prende più di un giorno mi stufa. Cerco di fare tutto velocemente, e se ho bisogno di cambiare qualcosa, torno indietro e registro di nuovo le cose separatamente e provo a ricreare la versione live originale che ho fatto.

R- Correggimi se sbaglio, ti piace Bollywood, giusto?

GP- Bollywood? Ah, no!

R- No?

GP- No, non ci sono mai stato [*presumo sottintenda* in India]. In realtà non guardo così tanto i film, ma mia nonna è dell’ India, e quindi credo che venga da lì l’interesse… non so, probabilmente a livello inconscio, in modo subliminale.

R- Trovi che ci siano delle influenze di quel tipo di musica?

GP- Principalmente quel  “chkchkchk”(mima tamburello), quel tipo di suono, non so, non so spiegarlo

R– Tipo una sonorità allegra e gioiosa?

GP- Sì, sì

R- Questa è una domanda un po’ scema…

GP – (ride) Va bene, non ti preoccupare.

R- È stato difficile produrre il tuo disco mentre facevi il dog sitter?

GP- Sì! Ho guardato il cane dei miei zii quando sono andati via per il Natale. Mi sono preso cura del loro cane che si chiama Daisy; e io odio i cani. Ma siamo diventati amici. Eravamo di comune accordo di non disturbare l’ altro, ma non ha funzionato molto bene, è molto giovane e voleva andare fuori tutto il tempo, e invece io non vorrei mai uscire.

R- Perché no?

GP- Non lo so, non…

R- è semplicemente così

GP –

R- Scusa, non volevo andare sul personale. (risate)

La prossima settimana farai qualche data in Giappone: quali differenze trovi tra il pubblico europeo, quello asiatico e quello di altre parti del mondo?

GP – Ci sono molti aspetti …dipende… come suoni, per chi suoni, a che ora, come si sentono le persone, come suona il posto, quindi sono un sacco di fattori. Stanno tipo così (incrocia le braccia), in piedi, e guardano cosa stai facendo, o comunque hai quell’ impressione, ma penso che tutto il pubblico in giro per il mondo sia più o meno simile, dipende più che altro da quello che succede quella sera, sai, puoi suonare in un posto e semplicemente non funziona perché magari il party è sbagliato, suoni troppo tardi, suoni troppo presto, suoni tra qualcuno che fa drum ‘n’ bass e un altro che fa dubstep molto dura… quindi ci sono un sacco di cose che influenzano la risposta del pubblico e la performance.

R- C’è una foto dei giorni scorsi su Twitter che anticipa il tuo nuovo album, Quando…quando…

GP- Quando esce?

R- Sì, quando esce e cosa ci sarà dentro? Quale sarà la magia all’ interno?

GP- Idealmente, mai. Non vorrei mai, no, (ridendo) è davvero difficile fare il secondo album. É quello tosto, quello difficile. É più…beh, tutto quello che ho fatto dall’ ultimo album è stato andare in tour e viaggiare, quindi è fondamentalmente su quello, e principalmente sulle città, sul vivere nelle città. Uscirà a giugno e si chiama “Half of where you live”…oh s**t! That’s it! Non lo avevo detto a nessuno questo!

(R- Wow, grazie!)

GP- Uscirà a un certo punto a giugno, e ci sarà un pezzo forse il prossimo mese su internet.

R- Grazie di avercelo detto! Ti piace andare in tour o ti sfinisce e basta?

GP- Sono diventato davvero stufo di farlo. Ti porta via un sacco di tempo, non ti senti mai rilassato, per esempio, anche quando vado a casa trovo molto difficile rilassarmi. Ma mi piace il mangiare cibi diversi in paesi diversi, e vedere cose interessanti, quindi sì, è bello; e poi fare uno show a fine giornata. Ma mi sento abbastanza più emozionato adesso perché ho cambiato il mio set, ed è un peccato che non abbia suonato qui prima, perché ora suono canzoni che nessuno conosce dall’album nuovo, quindi…non so…

(R- buon per noi!)

GP- E poi provo a fare le vecchie canzoni in modi nuovi e… sì, mi sento che è una ventata d’aria fresca, quindi va bene, sarò a posto per altri 4 anni (ride) o per quanto a lungo durerà il mio tour.

R- Se dovessi scegliere dei musicisti per una line-up ideale quali sarebbero?

GP- Per cosa, per un club?

R- Anche in generale per una serata, chi sceglieresti?

GP- Oh man! Non lo so! Perché non vedo davvero me stesso come un musicista, quindi sarei in imbarazzo a suonare con altre persone, sai, tipo collaborare…non sono per niente bravo a collaborare, m viene chiesto da così tante persone “Dovremmo fare una collaborazione, che ne pensi?”e io rispondo “Sì, sì, mandami delle tracce, mandami dei pezzi”, e alla fine non ci lavoro mai.

…non so, davvero non lo so, probabilmente qualche vecchio jazzista come Pharoah Sanders o John Coltrane, o qualcosa del genere, sì, ma non so come potrebbe funzionare con la mia musica, potrebbe essere terribile! (risate)

R- Potrebbe essere interessante!

GP- Sì…in malo modo!

R- No! Beh, siamo arrivati alla fine, anche se, se fosse per me, potrei andare avanti all’ infinito a chiacchierare…

(GP guardando sui fogli)

GP– Comunque quello non è il mio vero nome.

R- Quel’ è il tuo vero nome?

GP– Non lo dico in giro perché poi…

R– Beh, il mio secondo nome è imbarazzante…

GP– Il mio non è imbarazzante, ma cerco di cambiarlo ogni volta per dare fastidio alla gente, e poi mi si ritorce contro, perché per esempio quando in hotel e provo a fare il check in mi rispondono “No, mi dispiace…”, ed essendo il mio nome sempre diverso devo pensare “Ok, quale nome hanno loro”, provo tutti questi diversi cognomi…

R- Come un criminale!

GP- Come un criminale, sì!

R- Beh, grazie! É stato davvero davvero bello parlare con te!

GP- Grazie!

R- Non vedo l’ora di sentirti stasera!

GP- Argh! Sono nervoso ora! (risate)

R- (risate) No, non lo essere! Grazie!

GP– Grazie!

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