Eravamo rimasti indietro con il discorso curriculum: un po’ di tempo fa vi avevo terrorizzati per bene spiegando perché è importante scrivere un curriculum decente, e vi avevo promesso qualche consiglio. Eccoli qui. So che alcuni possono sembrare copiaincollati da www.manonmidire.com, ma guardate che la maggior parte degli errori sono stupidi.
- L’Italiano. Insieme alle versioni di latino e alle mail per i professori, il curriculum è eterno teatro per l’avanspettacolo della lingua. Fra espressioni desuete utilizzate a caso, subordinate orfane di verbo reggente, eccessivo formalismo o, al contrario, faciloneria non richiesta, si ricava un vasto bestiario degli stili. Consiglio: stile semplice e chiaro. Soggetto-verbo-complemento può essere una buona idea. Anche rileggere il testo prima di inviarlo lo è.
- Le aspettative sul selezionatore. Narra la leggenda che le aziende schierino varie decine di persone in uffici HR che assomigliano
tanto ai laboratori della pubblicità Oral-B, dotati di vere e proprie capacità divinatorie. Essi sono in grado, leggendo che vi “piace cucinare per i vostri amici” e che avete “seguito uno stage di balli caraibici livello da zero a tre anni”, di intuire che siete persone aperte e disponibili, di prevedere se sarete un bravo dipendente, e quale posizione sarà meglio per voi. Non solo, i selezionatori sono al corrente di tutti i temi trattati all’interno di tutti gli esami di tutti i corsi di laurea d’Italia, quindi capiscono perfettamente quali siano le vostre competenze quando leggono che avete sostenuto l’esame di “T.I.G.A.” o di “Metodi e modelli di sviluppo predittivo dei fenomeni brick and click”. Ecco, avere quest’idea ha senso quanto pretendere che un test di gravidanza ti dica se sei incinta, da quanto e anche di chi. Nella maggior parte dei casi (anche se non sempre) il vostro curriculum riceverà un’occhiata di una manciata di secondi da parte dell’unico dipendente che, occasionalmente, si occupa di questo aspetto della vita, durante i quali verranno rilevate solo le informazioni più interessanti (e comprensibili), inviando poi i curriculum più interessanti ai responsabili con competenze tecniche più o meno sufficienti a capire se effettivamente siate utili o no. Bisogna quindi essere estremamente chiari. Non state scrivendo al vostro analista, quindi andateci piano con le autobiografie.
- Le bugie hanno le gambe corte. Se dichiarate di parlare, leggere e scrivere l’inglese da madrelingua, è possibile che prima o poi in sede di colloquio qualcuno voglia controllare se è vero. Se dichiarate che avete lavorato per una certa azienda, non pensiate che sia difficile alzare il telefono e chiedere se è vero. Non mentite e non ingigantite, mai, per nessun motivo. L’immagine del megadirettore col sigaro in bocca che batte il pugno sulla scrivania e dice:”Corpo di Bacco, ha dichiarato di essere stato progettista capo alla Ferrari, pilota di Tornado e veterano del Vietnam, e non era vero! Il ragazzo ha fegato, lo voglio con me!” era ridicola nei film americani anni ’90, figuratevi nella realtà.
Altri consigli generali: mettete una foto carina e cercate di tarare il tiro sulla base della posizione per cui vi state candidando. Non c’è niente di più facile per un selezionatore del cestinare un curriculum che fa chiaramente capire di far parte di un lotto di candidature inviate a pioggia.
Mi volete ancora bene anche se sono stata odiosa? Spero di sì.
In bocca al lupo!
Giorgia Fumo per University Fair