Le1f è pronto a spiccare il volo. Il nuovo mixtape, Fly Zone, scaricabile gratuitamente qui, conferma, dopo il brillante esordio con Dark York l’anno scorso, che il rapper newyorchese ha talento da vendere e ripropone ancora un impressionante ibrido di dance e hip-hop, fatto per quei club «with no basic bitches at the function».
Se Dark York, tuttavia, si caratterizzava per l’esuberanza musicale di beat futuristici sotto i quali la voce di Le1f era annegata e a stento udibile, in Fly Zone è questa ad essere in primo piano, mentre i beat sono più compatti. Il lavoro, se forse risulta meno avventuroso del precedente, risulta però, nelle sue tredici tracce, più coerente e coeso. Dark York (fortunatamente ancora scaricabile qui), infatti, per quanto bello, era lungo ben ventuno tracce e a tratti sfiancante.
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I beat sono forniti questa volta da produttori ancora più underground, dai nomi altamente evocativi (DJ Blood Everywhere come unico esempio mi pare che basti), uno diverso per ogni traccia, con l’unica eccezione di Drippin, che firma due produzioni. Servono a Le1f, come si diceva, per mostrare tutta la forza del suo rap pungente. Ne sono esempio perfetto tracce come Cloud So Loud o Airbending, i cui beat vengono giù come bombe.
Nella prima si riprende brevemente il sample vocale di Dust a Soundboy di Super Beagle già utilizzato da Kanye West per Mercy prima di buttar giù rime ardite come questa: «Like Immaculate Conception / I might get your man pregnant».
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Nella seconda, invece, Le1f si presenta in maniera schietta: «I am whatever you say I am / Stop worrying about how gay I am / Or how gay I’m not / Does my shit shit not knock?». Con grande arguzia, si riprendono i versi famosi di Eminem, esempio della frangia più omofoba dell’hip-hop, per affermare invece la propria omosessualità.
Nella stessa canzone, il sample di Wiley crea una connessione New York-Londra che sembra emergere anche dalla influenze dubstep di altre tracce, come Breezy. Infine, tutta la mia approvazione è per l’inserimento di quello che pare il suono del Mac quando alzi il volume.
Sulla stessa scia, in Coins le monete d’oro, e relativo suono, dei videogiochi (con riferimento anche nei versi: «I’m the bomb threat. Super like Nintendo NES») diventano simbolo di affermazione contro ogni critica («Laughing out the bank, yeah yo, I’m getting money»).
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Rispetto a Dark York, nel nuovo mixtape c’è anche maggior spazio per l’intervento altrui, senza che però gli ospiti riescano a rubare la scena al titolare. C’è spazio, ad esempio, per il giovane rapper Haleek Maul nella traccia più tradizionale, The Whip, o per la star di Tumblr Kitty Pryde nella simpatica e divertente Pocahontas («I’ll ride your dude like Pegasus / Make him call me Hercules / Cuz he’s my main squeeze»). SAFE e Rahel servono a fornire alle due tracce di chiusura, Autopilot e Airmax, un vero e proprio ritornello, in entrambi i casi guidato da synth anni ’80.
Spy Lock ha un andamento tra il sognante e lo psichedelico mentre si parla di sesso virtuale attraverso Skype, e la voce di Le1f si perde nell’etere durante l’hook. Spa Day condensa tutta la forza di questo incredibile rapper in un’unica canzone: da una parte un beat imbattibile, dall’altro un rap solido e quanto mai vario. Ah, non preoccupatevi se l’hook continua a girarvi in testa senza posa, è il minimo.
Luca Amicone
Redazione Musicale