Elezioni USA: le star della campagna elettorale

 «America, il meglio deve ancora venire». Queste sono le parole con cui il neo-presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha aperto il suo discorso di ringraziamento dopo la vittoria che lo ha riconfermato presidente degli Stati Uniti. No, nessun riferimento al ritornello di una delle canzoni più popolari del nostrano Ligabue. La citazione, invece, proviene direttamente da una canzone interpretata dal re dello swing americano Fank Sinatra. Il pezzo in questione si intitola “The best is yet to come” e fu composto nel 1959 da Cy Coleman, il testo invece fu scritto da Carolyn Leigh. Sinatra lo portò al successo nel 1964 e le parole del titolo ancora aleggiano sulla lapide del famoso cantante americano dove lì sono scolpite.

Quella di Obama è stata una vittoria conquistata anche grazie alla musica e grazie al supporto di alcuni importanti musicisti americani. Bruce Springsteen primo fra tutti. Il Boss ha, infatti, sostenuto la campagna presidenziale di Obama, partecipando ad alcune tappe del suo tour elettorale, ultima delle quali, quella del 6 novembre in Winsconsin. Un’amicizia, quella tra Obama e Springsteen, che va avanti negli anni e che, via via, si è consolidata grazie a reciproche manifestazioni di stima.

Era il 2009 quando Obama, nel conferire un prestigioso premio al musicista, dichiarò: “Io sono il Presidente, ma lui è il Boss”. Ma l’impegno politico di Springsteen si spinge ben oltre il sostegno ad Obama.

Durante la campagna presidenziale del 2004, il cantante americano mise a disposizione voce, chitarra, talento e la consueta grinta in favore del senatore John Kerry che, proprio in quell’anno, si contese la possibilità di risiedere alla Casa Bianca con il suo avversario George W. Bush. Sempre in quell’occasione, inoltre, molti altri musicisti, politicamente impegnati, si esibirono in favore di Kerry. Ci riuscirono grazie ad una tournée itinerante, della durata di due mesi, che fece tappa nelle principali città statunitensi: il “Vote for Change tour”. Pearl Jam, Rem, Ben Harper, James Taylor, Sheryl Crow, Bruce Springsteen, insieme al suo fido gruppo E Street Band, e molti altri ancora, presero parte a questo progetto musicale il cui principale scopo era quello di esortare gli americani a votare ma, soprattutto, a farlo per il candidato democratico.

Tuttavia, come la storia insegna e come tutti noi ben sappiamo, il martedì dell’election day 2004 dichiarò vincitore Bush Junior che, invece, pare abbia avuto tra i suoi estimatori Johnny Ramones. Il chitarrista, infatti, non fece mai mistero della sua spiccata propensione verso il Partito Repubblicano.

Ma torniamo ad oggi e a quanto accaduto qualche giorno fa. Dicevamo che, molti sono stati i supporter di Obama. Tra questi, ci piace ricordare i nomi di Lenny Kravitz, Katy Perry, Beyonce, Jeff Tweedy dei Wilco, Dave Grohl dei Foo Fighter e Lady Gaga, che non ha mancato di esprimere il proprio entusiasmo via Twitter dove, peraltro, ha portato le sue congratulazioni ad Obama.

Anche Bob Dylan sì è espresso a favore del presidente awayano.

Tra i simpatizzanti di Mitt Romney, invece, troviamo alcune “vecchie guardie” del cinema americano: Clint Eastwood e Chuck Norris.

Il protagonista di “Per un pugno di dollari” e di “Gran Torino” ha inscenato, durante una convention repubblicana nello scorso agosto, un surreale siparietto (ricorderete il famoso sketch della sedia) in cui non manca di rivolgere le proprie critiche ad Obama e alle sue scelte politiche ed economiche.

Ancora una volta in America, la partecipazione attiva e il coinvolgimento di volti appartenenti al mondo della musica e del cinema, nelle decisioni riguardanti la vita politica del paese, si è rivelata una scelta strategica funzionante. Una scelta in grado di attirare il consenso e l’attenzione dell’elettorato politico. Chissà che, sulla scia delle recenti elezioni statunitensi, anche in Italia non si pensi di adottare la medesima tattica.

Rosanna Harper

Redazione News

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