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L’astratto di Kandinsky al Palazzo Blu

IMG_3844Noi, i pittori della nostra epoca, possiamo improvvisamente astrarci dalle forme che la natura ci propone. Di conseguenza, quando si tratta di comporre tra di loro i colori, non dobbiamo pensare alla natura, dobbiamo dimenticarcene.

 Con questa citazione inizia la mostra Wassily Kandinsky: dalla Russia all’Europa che resterà aperta fino al 6 febbraio al Palazzo Blu, seguendo il seguente orario: dal lunedì al venerdì  10-19, sabato e domenica 10 – 20.

L’artista è vissuto tra il 1866 ed il 1944. Nasce a Mosca e studia legge; in questo periodo visiterà la regione del Vologda che come vedremo influisce sulla sua produzione artistica. Si iscriverà poi  alla Akademie der Bildenden Künste München (la Scuola di Belle Arti di Monaco) avendo così contatto con vari artisti europei.

Le sue prime opere riprendono lo stile delle avanguardie francesi con i temi tipici della tradizione russa.

Il periodo dell’astrattismo parte quando si trasferisce a Murnau, vicino Monaco, in una casa che diverrà il centro d’incontro di artisti come Franz Marc, Alexej von Jawlensky con i quali, successivamente, scriverà l’almanacco del Balue Reiter. Allo scoppio della prima guerra mondiale torna in Russia dove per circa un anno si arresta la sua produzione artistica pur lavorando con gli acquerelli. Farà ritorno in Germania dove insegnerà pittura murale. Nel 1934 va a Parigi dove muore dieci anni più tardi.

La mostra esposta a Palazzo Blu ripercorre tutta l’influenza e produzione dell’artista russo, lungo il suo percorso biografico.

Ciò è già evidente  dall’inizio con le decorazioni tipiche delle case dei contadini russi: dall’arredo,  ai filatoi e alle porte per i quali Kandinsky dirà:  è nelle case dei contadini che ho imparato a vivere il quadro dall’interno; c’è poi l’influenza delle illustrazioni delle antiche fiabe illustrate, come anche il motivo del cavallo/cavaliere che in Kandinsky sta ad indicare il superamento delle incrostazioni passate e l’abilità dell’artista a guidare il proprio talento.

Il viaggio della formazione continua poi prendendo in considerazione l’impatto che ebbero sul giovane artista gli abitanti della regione del Vologda: l’esempio migliore il suo Macchia nera, opera nella quale abbandona il figurativo ricercando il risveglio spirituale che si presenta più che altro come un’aspirazione; la macchia nera rappresentata è stilizzazione dei tamburi degli sciamani  del Vologda.

Alla mostra sono poi ben illustrati l’incontro e l’amicizia che nacquero  tra Kandinsky e Shöenberg.  L’artista rimase così folgorato da un concerto del musicista che il mattino seguente dipinse una delle sue opere più importanti, Impressione III. Probabilmente anche questo evento concorse alla realizzazione dell’ almanacco del Balue Reiter, nel quale, attraverso testi ed illustrazioni, si voleva individuare il linguaggio comune a tutte le arti per esprimere sentimenti e vibrazioni dell’anima. A questo periodo appartengono opere come Paesaggio d’estate.

Il percorso continua facendo luce sul Neoprimitivismo russo, una corrente artistica d’inizio secolo, che, pur avendo conosciuto l’arte occidentale se ne discosta riprendendo temi e stili appartenenti alla tradizione russa. Anche Kandinsky riprende come altri il tema di San Giorgio a cavallo che sconfigge il drago, tipico della tradizione ortodossa russa nella lotta tra bene e male,  dandogli però un significato più ampio che rimanda al cavallo/cavaliere che abbiamo visto sopra.

Sul finire della mostra troviamo un Kandinsky maturo che fa buon uso delle sue esperienze giovanili riprendendo le case dei contadini, le barche, le fiabe tradizionali, il lavoro quotidiano, astraendo le forme oggettive per dare loro un significato spirituale più ampio. Sono esposte poi le Bagatelle  nelle quali unisce temi russi e stile tedesco, fino al periodo del suo ritorno in Russia con Composizione su bianco  dove, con la riscoperta del bianco, l’astrazione è al suo acme.

Per ultimo è esposto il modellino dell’ingresso ottagonale del Juryfreie Exposition del 1922 in Germania, che Kandinsky, in qualità di insegnante di pittura murale, decorò potendo finalmente unire pittura e architettura proprio come avevo visto nelle case dei contadini russi.

Tutte le informazioni ulteriori si possono trovare sul sito della mostra.

È un viaggetto interessante alla scoperta di un’artista come Kandinsky che porta con sé l’incontro, nell’arte, di due culture, dando loro, attraverso l’astrazione e l’attenzione per forma e colore, una trasformazione in senso spirituale.

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