C’è una parte del mondo che sta studiando modelli economici sempre più raffinati e un’altra parte che nel frattempo s’ingegna in direzione contraria. Così qualcuno riscopre il vecchio, caro baratto! Era sparito quasi del tutto con l’invenzione della moneta finché, nel secolo passato, quest’ultima non è divenuta virtuale. E proprio la virtualità della moneta è stato l’aggancio tra il baratto dei tempi più antichi e la modernità.
Ai primi mercanti bastava scambiare generi di prima necessità, ma per noi, si dirà, la cosa è un po’ più complessa! Beh certo, l’offerta è piena di prodotti e servizi per lo più sconosciuti ai nostri avi, sicché c’è bisogno di ripensare al baratto in chiave moderna: e allora ci si può scambiare quasi tutto!
Per esempio il tempo, il grande assente nella nostra vita quotidiana; che, a ben pensarci, nessuno sappia dire cosa sia, non toglie il fatto che guardiamo sempre l’orologio, e il “non aver tempo per…” è un’invenzione abbastanza recente. E se proverbi antichi non ingannano, se il tempo è davvero denaro, allora ad ogni denaro spetta la sua banca. Ecco fatto: la Banca del Tempo. Sì, ma cos’è?
Le Banche del Tempo sono associazioni, con tanto di Statuto e Regolamento, costituite da persone che mettono a diposizione il proprio tempo per offrire servizi e mansioni tra le più varie (fare spesa, pulire, babysitteraggio…) oppure per lo scambio di saperi vecchi e nuovi (corsi di musica, sport, cucito…).
Ma allora non cambia così tanto dal volontariato, no? E invece sì!
La peculiarità sta nello scambio: il valore del tuo servizio è misurato in ore, qualsiasi cosa tu offra. Una base bancaria a tutti gli effetti tiene il conto delle ore che ciascun associato hai in debito e di quelle che ha offerto; ovviamente c’è il vincolo del pareggio!!!
Le BdT possono essere fondate da singoli cittadini, associazioni, colleghi, scuole e anche i comuni (la prima BdT è nata in un comune retto da un sindaco donna!). Per l’anagrafe completa delle BdT, è nato nel ‘95 l’Osservatorio Nazionale delle Banche del Tempo per promuovere e sostenere queste associazioni, con una ricca informazione sulla loro storia e sullo spirito che le anima.
Anche all’ombra della torre pendente, all’interno di un più grande progetto, nato nel settembre 2005 con il nome di Rete di Economia Solidale, si è sviluppata una Bdt: attualmente non è operante, ma c’è l’intenzione di riattivarla presto, e perciò cari studenti pisani interessati a farne parte commentate pure l’articolo e noi continueremo a tenervi aggiornati sulle novità! In provincia è già presente a Volterra, San Miniato, come anche a Pistoia, a Prato, a Grosseto. E a Firenze ce ne sono già quattro!
Stimolando poi la fantasia, sono nate forme di baratto plasmate proprio per grandi cybernauti come noi. A quanti è capitato di comprare una cosa e poi accorgersi che non gli serve? E allora perché non barattare?
Da qui l’idea di una giovane coppia, Luca e Irina, che hanno avuto la genialata di creare un sito (www.reoose.com) nel quale gli utenti possono registrarsi e mettere in “vendita” il proprio oggetto; ciascuna categoria d’oggetto ha un valore in crediti (una sorta di moneta virtuale) indipendente da marche o valore commerciale. I crediti acquisiti “vendendo” i tuoi prodotti li usi per comprare ciò che ti serve da qualche altro utente. Un’altra piattaforma è Zerorelativo, che offre la possibilità di scambio diretto fra due utenti che si contattano personalmente!
Per chi il baratto lo vuole fare viaggiando può informarsi sulla Settimana del baratto (dal 19 al 25 novembre): si è ospitati nei B&B di tutta Italia in cambio di servizi.
In questa inarrestabile espansione, il baratto è arrivato a toccare quelle tante aziende con sovrapproduzione e conseguente invenduto.
Ma questo surplus non è molto simile ad un acquisto sbagliato? Serviva un’idea!
Ed ecco la soluzione: i Circuiti di Credito.
Funziona così: se tu sei un libero professionista o un’azienda ed il tuo potenziale produttivo è mortificato da una mancata richiesta sul mercato, puoi aderire ad un Circuito di Credito di cui fanno parte altre aziende o liberi professionisti; con la tua adesione, un qualsiasi altro membro del Circuito può richiederti di pagare il servizio che offri in crediti, cosicché a tua volta potrai chiedere ad un membro del Circuito di offrirti il proprio servizio pagandolo con i crediti guadagnati. Non è importante quale servizio tu offra!
I Circuiti sono molto affermati negli USA, ma anche in Italia s’inizia a far qualcosa. Poco, ma qualcosa c’è: in Sardegna, per esempio, alcuni neolaureati hanno fondato nel 2010 il Circuito di credito commerciale Sardex e in Sicilia suo fratello Sicanex. E già nel 2001, a Brescia, era stata fondata la Business Exchange Business, che si basa su un progetto analogo. Per il tipo di progetto, si capisce, l’adesione deve avvenire in un territorio dove per gli utenti sia facile raggiungersi!
Può essere un’idea per il dopo laurea…
E a chi riscopre il baratto non mancano certo trovate originali tipo la trattoria fiorentina “L’è maiala” che in cambio di frutta e verdura fresche o alcuni oggetti particolari ti fa addirittura mangiare gratis!
Morale della favola? Il vecchio, non tanto desueto baratto ha ancora tanto da insegnare!
Luciano Iannuso
Redazione News