RECENSIONE: Virginiana Miller – Tutti i santi giorni

Il 12 ottobre è uscito il singolo dei Virginiana Miller “Tutti i santi giorni”, brano che fa da colonna sonora all’omonimo film di Paolo Virzì (uscito l’11 ottobre). Non è nuova questa collaborazione, già in La prima cosa bella i “Virginiana” avevano prestato le loro canzoni al regista. Sarà che sono della stessa terra, Livorno, sarà che “una mano lava l’alta”, ma questa collaborazione si è spinta al di là della classica produzione di colonne sonore. Il fatto è che Paolo Virzì ha preso come punto di partenza per il suo film il romanzo “La generazione” del cantante dei Virginiana, Simone Lenzi, il quale ha collaborato alla stesura di alcune scene.
Fatti questi essenziali preamboli e detto che ancora non ho avuto il piacere di vedere il film (se qualcuno l’ha visto, dia qui una sua opinione), passiamo al brano.
Ho ascoltato questo brano come se fosse un segno del destino, la panacea di qualche male, perché in questo mondo fatto di velocità, precarietà e lavoro, spesso ci scordiamo di cosa veramente è importante e ci facciamo prendere dalla frustrazione del non potercelo godere. I Virginiana, come spesso ci troviamo io e Flaminia a definire, sono il gruppo dei “che-casino-che-è-‘sta-vita”. Però sono anche quelli che riescono a donare un briciolo di serenità su tutta questa fatica, un minimo di comprensione da questa vita illusa. In questo brano, e forse anche nel film, c’è tutto questo.

Il testo è essenziale ed immediato, con un italiano preciso e funzionale, con accompagnamento tipico dei Virginiana: alternanza di arpeggi delle due chitarre che poi si sorreggono l’una sull’altra, per poi tornare indipendenti, ritmica melodica e tastiere non troppo invasive.
Insomma i Virginiana sono un gruppo che si merita attenzione e tanto calore di pubblico e questo singolo ne è una riprova. Se poi il film è bello come la canzone allora siamo a cavallo.

Andrea Spinelli

Redazione Musicale

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